Conoscere per decidere: le fesserie sulla “discarica zero” che ci porteranno a mangiare il rusco

9 agosto 2019, 08:20 Opinioni&Contributi

La vicenda del prossimo collasso del sistema regionale dei rifiuti è un esempio. Un modello con implicazioni filosofiche e significato antropologico per interpretare la condizione del (mio) popolo calabrese.


di Rori De Luca*

Il modo in cui il tema del ciclo integrato dei rifiuti è stato (o non è stato) affrontato costituisce un archetipo. E vale per la Regione, le Provincie ed i Comuni. Quello di Crotone in modo speciale.

Esso rivela la forma preesistente e primitiva del pensiero politico prevalente in Calabria. L’esatto inverso del contemporaneo “conoscere per decidere” che da settimane rubo al Prof. Jorio (QUI) per convincermi che la Calabria può davvero capovolgere il suo destino “karmico”.

In materia di rifiuti, tutti (chi più, chi meno) hanno scelto di mettere la testa ben al sicuro sotto metri di sabbia; per non conoscere e per non decidere. È questa l’idea innata di chi governa questa terra e si tramanda, a prescindere dal colore e dalla fazione, la sua formula. Oligarchi per niente illuminati, ma ben distribuiti sul territorio.

Siamo poveri, siamo ignoranti, siamo arretrati. E lo dobbiamo rimanere. Parola d’ordine: non conoscere e non decidere. Un peccato originale, con un effetto negativo duplice. Una fuga e - contemporaneamente - una frode.

Nascondere la verità corrisponde a mistificarla. È stato così per moltissimo tempo, fino ad oggi.

I “decisori del nulla” raccontano ancora quello che le persone sembrano voler sentire. È la peggior forma di propaganda; disinformazione e slogan. Citazioni ed enunciati emozionali (ed amorali…).

Il primo, il più suggestivo, lo abbiamo sentito nel corso di una Conferenza dei Servizi sul POB (Piano Operativo di Bonifica) di Syndial. Era la Regione Calabria che, allora, proclamava che sul suo territorio avremmo avuto “discariche zero”.

Fin da allora osservai (e dissi…) che si trattava di una enunciazione priva di senso ed anche errata, perché contenuta negli obbiettivi della misura di finanziamento “Horizon 2020” che nulla aveva (e nulla ha) a che fare con la programmazione regionale di un ciclo di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti vocato all’autosufficienza o, quantomeno, all’efficienza.


Dalla discarica di servizio

alla ridiscussione dell’intero Pob

da parte di Syndial


La bonifica dell’aera industriale crotonese ha un ruolo importante nel “piano” regionale. O almeno, dovrebbe averlo. In quel progetto di bonifica, nelle diverse declinazioni del suo schema più organico (POB 2008-2009), era indicata una necessità non discutibile: che vi fosse una “discarica di servizio”.

Un impianto industriale localizzato in prossimità delle aree da bonificare, scientificamente adeguato alla funzione di recettore del materiale inquinato da asportare dal sito (allora moltissimo) e trasportare, con il minore impatto per ambiente e popolazione.

Un sito già individuato per caratteristiche e connotati geografici. Divenne oggetto della prima, inutile e controproducente, crociata politica, burocratica ed infine giudiziale. Già allora si praticava la fuga (dal problema) e la frode (dell’interesse collettivo alla salute ed alla tutela dell’ambiente).

“Discariche zero” sarebbe potuto essere, anche in quel caso, lo slogan. Certo. Peccato che l’arbitraria (ed illegittima, così si dice) rimozione del riferimento essenziale di quel Piano di bonifica avrebbe generato soltanto l’opportunità per Syndial di ridiscutere l’intero POB, già oggetto di una decisone giudiziale definitiva. Prova ne è che, oggi, tutto è cambiato e sarebbe interessante confrontare quel POB con quello che il Comune di Crotone esulta per aver condiviso.


(Ri)discutere, in alcuni casi e per alcuni,

equivale a (ri)dimensionare, (ri)durre, (ri)sparmiare


Considerato che si tratta(va) di depurare (finalmente) e bonificare (due volte finalmente) una gran parte del territorio sottratto alla città di Crotone per guadagni immensi ed altrui, giudicate voi a danno di chi è andata la riapertura (obbligata?) della discussione.

Discarica uno, dunque, eliminata. Sul territorio, poi, si è disputata un’altra furibonda contesa amministrativa e giudiziale sullo stesso argomento. La discarica destinata ad accogliere l’amianto, progettata nell’area del Comune di Scandale.

Al grido “discariche zero”, ancora una volta la politica della non-conoscenza ha arringato la folla ed aizzato le masse. Contro un impianto che, nel frattempo, mutava vocazione e si offriva di accogliere altri rifiuti.

Pare che, anche lì, la passione politica (…) e l’amore per l’ambiente (…) abbiano prevalso su qualsiasi studio, analisi, visione e considerazione per il quadro generale del ciclo dei rifiuti regionale, provinciale e comunale. Fuga e frode? Fate vobis. Lotta ad oltranza e nessuna proposta paiono due fatti certi.

Discarica due, eliminata (?). L’altro (fatto certo) è quello da cui sono partito. Il sistema è al collasso. Anzi no. Non conoscere e non decidere non significa rimanere senza via d’uscita. Del resto, ogni problema ha la sua soluzione, è solo una questione di prezzo.

E la soluzione l’hanno trovata, i quattro presidenti dei quattro ATO (Ambiti Territoriali Ottimali) di Cosenza, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Catanzaro. La scelta di questa preponderante maggioranza è “tutti a Crotone(QUI).

A reggere le sorti del sistema regionale rimane un solo impianto, una sola discarica, la terza. Ubicata per l’appunto a Crotone, in località Columbra, nei pressi di Papanice. L’impianto è storico e solido, esiste ormai da decenni. Mai un incidente, mai un passo falso.

In realtà la discarica è stata progettata ed autorizzata per esaurire la sua capacità da anni. Da e per anni essa è stata considerata il “piano B”, il rifugio sicuro che ha consentito le reiterate e continue “fughe” della politica. La nota condotta dei decisori che non sanno decidere.

Uno, due, cento ampliamenti costituiscono la scelta migliore per non scegliere un bel niente. Quindi, discarica tre, approvata! “Discariche zero” è diventato “nuove discariche zero”, che ad ingigantirne ad oltranza una sola siamo in tempo.


La politica che non decide

non piace più a nessuno,

neppure a chi apparentemente

ne trae vantaggio


Ci (ri)siamo: (ri)mandare e (ri)nviare e (ri)cavare, almeno chi gestisce, a sue spese e suo malgrado, l’emergenza.

Lo dicevo, che era una questione di prezzo.

Non chiedetemi chi lo paga o, comunque, rispondetevi da soli. Perché neppure chi lo riceve pare voler sottostare più a questo ricatto politico.

Tanto che la società che gestisce la discarica ha impugnato la prima decisione regionale di “requisirnela capacità residua ed ha ottenuto una decisione favorevole (almeno parzialmente) dal Giudice Amministrativo.

Insomma, la politica che non conosce e non decide non piace più a nessuno, neppure a chi apparentemente trae vantaggio dal vuoto pneumatico dei cervelli governativi.

Perché le persone - in fondo - sono tutte uguali. E anche dopo anni di prevaricazioni e abusi possono perdere la pazienza e decidere di averne avuto abbastanza. Di fughe e di frodi.

I cittadini, costretti a vivere tra la bonificaaddomesticata” a nord e, a sud, la destinazione ultima ed unica di tutti i rifiuti della regione. Ma anche gli imprenditori, costretti a loro volta a rinunciare alle loro scelte industriali, per rimetterle puntualmente nelle mani degli Enti immobili ed inetti.

A questo punto della storia, mi pongo solo una domanda. Ancora una volta non è nulla di personale. Cosa intendeva fare il Sindaco Pugliese, Presidente dell’ATO provinciale, quando si è alzato e, indignato per la richiesta inevitabile dei suoi colleghi delle altre provincie, ha abbandonato il tavolo? (QUI)

Conosceva il problema fin dal giorno in cui si è insediato, o almeno, avrebbe dovuto conoscerlo. In questi tre anni ha trattenuto per sé la delega all’ambiente, quindi non ha neppure un assessore da incolpare e magari “azzerare” alla bisogna.

Ha avuto molte occasioni per difendere l’ambiente, proteggere la salute dei crotonesi e cercare una soluzione.

Avrebbe potuto conoscere e decidere. Avrebbe dovuto comprendere che ignorare il tema ambientale impedisce senza appello di orientare i processi essenziali della salute del benessere e di ipotizzare qualsiasi sviluppo turistico.

Adesso non ha davvero più alcuna possibilità e dovrà finire direttamente nella pattumiera, portando con sé Crotone. A meno che non impariamo anche a mangiare “il rusco”.


Il miglior politico è quello che

non ambisce ad essere rieletto

e il più delle volte

rinuncia anche a riprovarci


Cito - come di consueto - “il Prof.” Ettore Jorio che parla di liberazione e “rinascimento” calabrese; giorni fa mi spiegava che “…il miglior politico, Sindaco, Consigliere o Presidente è quello che non ambisce ad essere rieletto e il più delle volte rinuncia anche a riprovarci”.

Una regola semplice e giusta, perché il potere contiene sempre la responsabilità di conoscere e decidere e l’impegno ad agire. Non per compiacere, non per conservare consenso e neppure per soddisfare piccole ambizioni personali. Solo per il meglio.

Cambiando le cose, anche a costo di invertire la rotta impostata da decenni, ormai divenuta deriva; lenta e inesorabile.

E cosa farebbe un Sindaco, un Presidente, privato per contratto della sete di potere e della brama di conservare il ruolo? Potrebbe finalmente progettare un piano regionale che preveda di acquisire gli impianti autorizzati, cessando le guerre di religione e deponendo il vessillo farlocco delle “discariche zero”.

Costruire, quindi, una discarica pubblica (LEGGI). Investire con coscienza le risorse disponibili. Generare un’azione virtuosa che crei fin da subito occupazione. Creare un modello di gestione finalmente incentrato sulla competenza. Perseguire l’efficienza ed il risultato.

Quello ambientale, garantito dalla sovrintendenza pubblica (opportunamente qualificata). Quello economico, prodotto dall’attuazione di un processo tecnologico che realizza da sempre utili molto alti. Sviluppare altra occupazione, diretta e da indotto. Qualificare il territorio sotto il profilo ambientale, tecnologico, energetico.

Attrarre finalmente risorse ed attivare (due volte finalmente) il potenziale turistico, garantito dall’equilibrio del ciclo di cui sopra.

Insomma, governare per tutti e non per sé stesso. Rinunciando, infine, ad essere rieletto.

* Sentire Crotone