“Per quanto sia sbagliato quanto ti torna comodo lo ritieni giusto” (Publilio Siro). Se un’impressione forte resterà alla fine - si spera i tempi brevi - di questa pandemia che ha sconvolto la vita e l’economia degli Italiani e del mondo, è che nessuno sul tema sembra avere le idee chiare, tanto da declinare posizioni diverse nell’arco di assai breve tempo.
di Sr* l’Impertinente
Il problema concreto (e anche grave) è che queste posizioni vengano assunte anche da coloro che sono nella catena di comando, anche se, spesso, si ha come l’impressione che ci stiano per interposta persona.
È quanto s’è visto a livello nazionale con tecnici, virologi e politici ma il tutto si è trasposto anche in ambito locale, creando un effetto moltiplicatore che complica un periodo già di per sé trai più complicati della storia.
Bypassando il livello nazionale e restando alla nostra Regione Calabria, assoluta protagonista di quest’ultima settimana è stata, senza dubbio alcuno, la neo governatrice Jole Santelli e per un’ordinanza invisa da quasi tutti, anche e perfino da chi voleva favorire (QUI).
L’atto è quello ormai celeberrimo del 30 aprile scorso che ha sancito la riapertura di bar e ristoranti e non solo per l’asporto quant’anche coi tavolini all’aperto, così da favorire - nelle intenzioni - la ripresa di un’economia locale ormai boccheggiante.
Ma ciò di cui vogliamo parlare non è tanto il contenuto del provvedimento, quanto soprattutto delle modalità con cui è arrivato e delle successive reazioni, anche a livello nazionale.
“Spesso ciò
che conviene
fa dimenticare
ciò che è giusto”.
(Anonimo)
Sul tema, donna Jole viene accusata di aver avuto una posizione ondivaga, partendo da una rigida, quasi ferrea che ha imposto la chiusura per poi approdare invece ad una riapertura anticipata rispetto a quella decisa dal Governo (QUI).
Il 19 aprile, al TG4, dichiarava infatti, la governatrice, di aver avuto “una linea molto rigorosa fino ad ora e i risultati ci sono stati. I calabresi hanno rispettato le regole con impegno e serietà e non sono disponibile a mettere a repentaglio il loro sacrificio. Comprendo che ci debba essere una ‘fase 2’, ma va preparata con attenzione e prudenza”.
Una posizione di “chiusura” che le era valsa perfino una citazione sulla prestigiosa stampa statunitense, e che lei stessa il 23 aprile aveva pure ringraziato: “Grazie al #NewYorkTimes per aver parlato delle misure attuate in #Calabria per contrastare l’emergenza. Nell’articolo si raccontano i problemi posti dal #Coronavirus nel nostro Mezzogiorno ma anche il modo in cui si è reagito proponendo come esempio il caso della #RegioneCalabria e le misure adottate per prevenire una disastrosa diffusione del virus”.
“Puoi facilmente
giudicare
il carattere
di una persona
da come tratta coloro
che non possono
far niente per lui”.
(Malcolm Forbes)
Se all’estero son sembrati apprezzare, sul fronte italiano però non pare abbiano alquanto gradito e così donna Jole ha dovuto iniziate a scavare una trincea per fronteggiare la “guerra” contro il governo Conte.
Il 27 aprile la presidente aveva scritto: “Dal governo via libera ad un nuovo esodo verso Sud. La dichiarazione di principio che fa divieto degli spostamenti interregionali viene smentita dalla norma di chiusura che consente il ritorno nel proprio domicilio, abitazione o residenza”.
“Tradotto - aveva puntualizzato la governatrice calabra - un ‘liberi tutti’ che va oltre i casi specifici. Il governo si assume in pieno la responsabilità di un nuovo esodo verso Sud e dell’eventuale aumento di contagi che potrebbe derivarne” (QUI).
“Le persone
raramente
fanno quello
in cui credono.
Fanno ciò
che conviene,
e poi se ne pentono”.
(Bob Dylan)
Chiusura dunque ma non solo sul fronte interno quant’anche su quello esterno, con donna Jole che s’è infilata pure nell’argomento migranti, tema assai caro anche al suo vice Spirlì e sempre assai trattato qualora si voglia cavalcare l’onda della protesta.
“È di oggi - scriveva ancora il 27 aprile - la notizia che il Governo sta mandando in Calabria 50 migranti provenienti dalla Sicilia, ignorando le ordinanze regionali ma soprattutto i suoi stessi decreti sulla mobilità interregionale” (QUI).
In merito aveva annunciato di aver “già denunciato … il pericolo che tramite i migranti possa divampare nel sud Italia un nuovo focolaio” sottolineando come il governo avesse l’obbligo morale prima ancora che politico di chiudere totalmente i confini agli sbarchi.
“Gli scommettitori
sanno che il cavallo
chiamato ‘Etica’
raramente va oltre il palo,
laddove il ronzino chiamato
‘Proprio Interesse’
corre sempre
una buona gara”.
(Walt Whitman)
Arrivati nel frattempo al 29 di aprile era ripresa l’offensiva contro il Governo, sempre sullo stesso tema e, cioè, quello di mettere in evidenza come difronte alle posizioni rigide della Calabria vi fosse invece un esecutivo nazionale che aprisse troppo.
Sempre al Tg4, cassaforte dell’informazione berlusconiana, la Santelli aveva sbottato ancora contro il Governo, reo a suo dire di aver emesso un decreto “che da un lato impedisce la mobilità interregionale, dall’altro autorizza il ritorno nelle proprie residenze in modo indiscriminato, senza controlli alle partenze”, aveva affermato ribadendo in merito di voler invece maggiori “precauzioni” ed ammonendo l’inquilino pro tempore a Palazzo Chigi: “noi ci assumeremo le nostre responsabilità ma il Governo si assuma le proprie”.
“Allontanati
progressivamente,
senza rotture violente,
dall’amico per il quale
tu rappresenti
un mezzo invece
di essere un fine”.
(Santiago Ramón y Cajal)
Passati appena due giorni, però, l’invocazione alla prudenza è sembrata esser svanita, almeno leggendo il contenuto dell’ordinanza regionale della discordia che ha anticipato la “fase due” lasciando una scia di perplessità.
La situazione, a questo punto, si è così ribaltata, con il governo ad invocare maggiore prudenza rispetto a quella che è stata etichettata come una “fuga in avanti” della Santelli, paventando anche qualche suggerimento politico.
Per difendere la sua “creatura” la governatrice s’è prima affidata ad un post, con cui ha avvistato che stesse circolando una fakenews e, poi, ribadendo nel contempo di non aver ritirato alcuna ordinanza.
Successivamente è iniziato un autentico tour de force su tutte le televisioni nazionali (più ampio perfino di quello tradizionale di Bruno Vespa alla vigilia dell’uscita di un suo nuovo libro) per spiegare le proprie ragioni.
“È destino
dell’uomo
troppo buono
venire sfruttato
dagli altri;
come è destino
di un buon cavallo
l’essere domato
per primo”.
(Proverbio cinese)
Come detto in principio, sul tema le idee non son sembrate proprio essere molto chiare. Ne sia un esempio la posizione espressa da Italia Viva regionale, che non ha voluto far mancare la sua voce sull’argomento, affermando di ritenere “profondamente sbagliata e pericolosa l’ordinanza firmata nottetempo dal presidente della giunta regionale nel metodo, nel merito e nelle intenzioni”.
L’area Renziana ha così chiesto, e “con forza”, che il provvedimento venisse “immediatamente ritirato” e che si iniziasse “a programmare con giudizio la ripartenza della Calabria”. Peccato, però, che il suo leader nazionale strepiti da tempo per una riapertura completa.
“Ci sono tre tipi
di amicizia:
amicizia basata
sul piacere;
amicizia basata
sull’interesse;
amicizia basata
sulla bontà”.
(Aristotele)
È come poteva - in questo bailamme - non pronunciarsi anche il signor Spirlì, della Lega, vice presidente della Giunta regionale ed amico personale di Matteo Salvini recentemente e dallo stesso definito addirittura come un “crociato”, sebbene non proprio contro gli infedeli quanto contro Papa Francesco.
Lo ha sentito il coordinatore provinciale della Lega di Crotone, Giancarlo Cerrelli, al quale aveva assicurato, qualche giorno prima dell’ordinanza, che alcune categorie avrebbero riaperto prima delle scadenze governative.
Peccato, però, che a leggere l’ordinanza regionale ci siano tutti i settori tranne quelli di cui ne era stata assicurata l’apertura anticipata, vale a dire ed in primis i parrucchieri e gli estetisti. E meno male che c’erano state delle rassicurazioni!
“Quando vieni usato
come strumento,
non aspettare
che finisca la canzone”.
(Stanislaw Jerzy Lec)
Il 4 maggio, intanto, è alle porte: maggiori aperture sono all’orizzonte ma resta la percezione di questo senso di confusione ondivaga, talvolta con retrogusto di incompetenza, che non lascia presagire nulla di buono.
Intanto, mentre la maggior parte dei sindaci si sono opposti all’ordinanza della Santelli, il commissario di Crotone, forse per infondere ottimismo per il futuro, si è limitato a riaprire i cimiteri.
Se la situazione non fosse alquanto seria ci sarebbe da scorgere tutti i tratti della commedia dell’arte; ed a proposito, tornano alla mente le parole del noto commediografo Eduardo De Filippo, ovvero che non ci resti che aspettare dato che “addà passà a nuttata”.
Nel frattempo si può cercare consolazione in un’altra nota di citazione e questa volta più popolare: “Chhjiù scuru da menzannotte ‘u po’ venire”. Anche se, a dire il vero, chi ci rappresenta istituzionalmente pare stia provando a mettere in discussione anche questa.
*Simbolo dello Stronzio