“Preferisco un nemico sincero a gran parte degli amici che ho conosciuto” (Ernest Hemingway). La settimana che si avvia a conclusione ha portato un bel po’ di novità (si fa per dire!) nell’agone politico crotonese, illuminato dal cosiddetto “fuoco amico”, cioè dai colpi “proibiti” tra alleati o presunti tali.
di Sr* l'Impertinente
Ad accendere il primo “focolaio” è stato il centro destra che, dopo un comunicato sulla riunione in fase allargata, con all’insegna una asserita ritrovata unità, ha visto ed invece esplodere le divisioni interne con le diverse componenti l’una contro l’altra e pure armate (QUI).
Così, dopo quel summit - come si ricorderà aperto anche ai movimenti - dapprima il segretario provinciale della Lega, Giancarlo Cerrelli, e poi quello di FdI, Michele De Simone, avevano subito fatto dei distinguo; così come altri partecipanti.
Non contento, il promotore dell’incontro, il neo parlamentare azzurro Sergio Torromino, ne aveva pure convocato un altro di incontro e gli esiti sono stati altrettanto disastrosi, a giudicare almeno dalle successive reazioni.
Già il buon leghista in salsa crotonese e della prima ora, Cerrelli, aveva disertato la riunione e lo aveva annunciato nel corso di un precedente tavolo “ristretto” con i colleghi di Fratelli d’Italia e di Forza Italia.
In quella circostanza aveva ribadito a chiare lettere che avrebbero dovuto essere prima i tre partiti principali a tracciare le linee e, possibilmente, scegliere il candidato a sindaco, e poi, allargarsi ai movimenti sì ma non a tutti.
Torromino, però, poco se n’è curato ed è andato avanti per la sua strada, con un’altra riunione, sempre allargata, con i relativi distinguo successivi, in primis da Fratelli d'Italia, e poi dai movimenti, come Krotone da Vivere, con portavoce questa volta Giovanni Capocasale.
E visto che i vertici dei partiti locali non sono riusciti a frenare l’attivismo di Torromino, a presentargli un promemoria e anche inequivocabile sono stati i segretari regionali di Lega, Cristian Invernizzi, e di FdI, Wanda Ferro.
Al buon Sergio il messaggio inviato - tradotto dal politichese - è che non possa fare e disfare tutto solo perché diventato parlamentare, e che le cose devono invece decidersi a tre, compreso anche a chi allargare.
“Dio mi salvi
dai miei amici.
Dai nemici
posso proteggermi
da solo”.
(Claude Louis
Hector de Villars)
Un altro esempio di fuoco amico è quello “acceso” all’interno del Movimento 5 stelle che, addirittura, palesano più divisioni del Partito Democratico: il che è tutto dire.
Un primo cerino, qualche settimana fa, l’aveva fatto brillare l’ex consigliere comunale grillino di Crotone Ilario Sorgiovanni, quando ha presentato una candidatura alternativa (QUI) a quella dell’ex collega Andrea Correggia.
Ipotesi, questa, che sembra ora essere tramontata, anche perché il facilitatore regionale, il parlamentare Riccardo Tucci, ha subito “cazziato” Sorgiovanni ribadendo che la candidatura unica a Sindaco è quella già certificata sul portale Rousseau (QUI).
Laddove non è riuscito Sorgiovanni, però, c’hanno provato le due parlamentari grilline del territorio, Margherita Corrado ed Elisabetta Barbuto, che hanno sganciato nemmeno ieri una “bombetta” mediatica sulla testa del buon Correggia (QUI).
In pratica, senatrice e deputata hanno riacceso la querelle che da tempo agita il movimento (alleanze sì o alleanze no) e che aveva già caratterizzato lo scontro tra i due ex consiglieri comunali nella diversa visione sul tema.
Secondo le parlamentari il M5s a Crotone deve trovarle delle alleanze, e con le forze sane naturalmente, per evitare che la città - a loro dire - finisca nelle mani dei “soliti noti” e per cercare, anche, un concreto cambiamento di rotta.
“I falsi amici
quando smettono
di parlare con te,
iniziano
a parlare di te”.
(Anonimo)
Per Corrado e Barbuto un’intesa sarebbe “necessaria …” per non consegnarsi a “Scilla e Cariddi” e per mettersi “in gioco per il bene di tutti e sacrificando, per una nobile causa, anche le proprie esclusive prerogative”.
E giusto per gradire, qualche stoccata al anche gruppo che appoggia la candidatura di Correggia, con l’invito a non distruggere “sulla base di personali ambizioni, infantili ripicche, tanta presunzione e molti pregiudizi, nella peggiore delle ipotesi, o di una staticità ingenuamente anacronistica, nella migliore”.
E sarebbe giusto il caso di ricordare agli smemorati come sia stata per prima, ed in solitaria, la nostra testata a parlare recentemente di spinte verso un’alleanza del M5S a Crotone, con Enzo Voce per la precisione (QUI), e tanto di “spintarelle” romane. A pensar male… spesso ci si azzecca!
“Crescere significa
rendersi conto
che molti
dei tuoi amici
non sono veramente
i tuoi amici”.
(Anonimo)
Oltre al fuoco amico, però, questa settimana si è anche caratterizzata per i corsi e ricorsi storici della politica locale, con riferimento non solo al ripresentarsi di alcuni personaggi, magari con altre casacche.
Negli ultimi giorni, dopo il tentativo fallito dal presidente facente funzioni della Provincia di dotare l’ente di un direttore generale, adesso lo stesso ha riproposto una soluzione analoga, sdoppiando un ruolo alla presidenza dell’ente.
Così, da qualche giorno, proprio la presidenza della Provincia pitagorica non ha solo un capo di gabinetto, come in passato, ma anche un capo della segreteria, con apposita modifica al piano di fabbisogno del personale.
A ricoprire il nuovo ruolo di capo segreteria è Roberto Lumare, che era il precedente capo gabinetto, ma che ora ha lasciato il posto e relativo compenso ad una vecchia conoscenza, Arturo Crugliano Pantisano, del Pd, e della stessa area del presidente Giuseppe Dell'Aquila.
Il nome di Pantisano era stato già tirato in ballo in occasione del bando da direttore generale dell’ente, che giusto per gradire ha un compenso vicino ai 100 mila euro, ma alla fine si era scoperto non avesse fatto richiesta.
Ora, però, è diverso e Pantisano torna in Provincia, di cui è anche dipendente, e nella stanza a fianco di Dell’Aquila, con cui stanno portando avanti da tempo una “battaglia” di “alleanza” (e il tema ritorna!) ma in questo caso del Pd con l’area Sculco.
“È più facile
perdonare
un nemico
che perdonare
un amico”.
(William Blake)
La corsa alla diligenza di palazzo di piazza Resistenza, intanto, registra ogni giorno sempre più concorrenti, alcuni dei quali perfino improponibili, altri sconosciuti ed altri, ancora, in gara ma solo come cavalli da parata.
Ciò che colpisce è la trasversalità di alcune alleanze che - usando una terminologia calcistica – dimostrerebbero come gli schemi tradizionali siano tutti saltati o quasi, e che pur di esserci si vada all’attacco alla disperata.
Poco importa così, e ad esempio, che qualcuno che abbia rappresentato un’icona della sinistra inizi ad ammiccare con il centrodestra o viceversa, e che vecchi nemici si trovino, in questa occasione, tranquillamente a braccetto.
Con l’incubo di un ferragosto all’insegna dei comizi e di un settembre nel segno dell’assalto dei molti (troppi?) candidati, la speranza è che, finalmente, almeno per una volta, le scelte delle urne siamo quanto meno consapevoli.
E questo perché con un autunno che si preannuncia già difficile a livello nazionale, qui a Crotone, con le difficoltà esistenti ancor prima del lockdown, la situazione che la nuova amministrazione comunale si troverà ad affrontare non sarà certo agevole.
Ancora, però, di strada da fare prima di arrivare alle urne ce n’è ed in questo frangente non è escluso che ci possa essere qualche altra novità all’orizzonte. Così, chi finora pensava di aver visto di tutto, potrebbe essere smentito.
D’altro canto, siamo pur sempre a Crotone, terra in cui nulla è come veramente sembra e dove il provvisorio - soprattutto in riferimento ad incarichi e poltrone - è assai simile all’eternità.
Almeno a vedere perpetuarsi sulla scena politica alcuni personaggi ultra noti.
*Simbolo dello Stronzio