Istituto Sant’Anna, Dolce: “Da noi la mortalità dei pazienti è la metà rispetto alla media"
“L’Istituto Sant’Anna di Crotone in diciotto anni di attività ha maturato una grande esperienza. Abbiamo dimesso un gran numero di pazienti in stato vegetativo, oltre 1.100. Si tratta della più grande casistica mai pubblicata, che, di fatto, ha cambiato le cose”. Ad affermarlo è il professor Giuliano Dolce, direttore scientifico della struttura, a margine del Convegno “Aspetti clinici ed etici dei gravi disturbi della coscienza” tenutosi lo scorso 31 ottobre nell’aula Marotta dell’Istituto Superiore di Sanità a Roma e organizzato dall’Istituto S. Anna.
“Il Sant’Anna - ha proseguito Dolce - ha contribuito a questi cambiamenti dal punto di vista scientifico. Lo stesso nome dello Stato Vegetativo è cambiato in Sindrome della Veglia Aresponsiva. Prima si riteneva che questo tipo di pazienti fossero in una condizione che li teneva isolati dal mondo esterno, cosa solo in parte vera. Noi dell’Istituto Sant’Anna abbiamo invece dimostrato che conservano un mondo interno e che sono in grado di produrre dei correlati fisici delle emozioni”.
Tra i temi trattati al convegno, un altro importante aspetto è stato quello relativo alla bassissima mortalità dei soggetti trattati al Sant’Anna. “La mortalità dei pazienti ricoverati da noi è molto bassa - ha detto ancora Dolce - circa la metà rispetto a quella rilevata da altri ricercatori. La ragione di questo risiede nel fatto che la nostra è una struttura speciale per questi pazienti, un tipo di struttura che non esiste altrove”.
Al convegno, al quale hanno preso parte i più grandi esperti internazionali del settore, ha relazionato anche il professor Enrico Alleva, direttore del reparto di neuroscienze comportamentali del dipartimento di biologia cellulare e neuroscienze dell’Istituto Superiore di Sanità: “Siamo alla fine della prima fase di un progetto portato avanti con l’Istituto Sant’Anna di Crotone e l’Ospedale San Camillo di Roma. Tra le altre cose sono state messe a punto una serie di apparecchiature che potranno essere utilizzate sui pazienti. Si è trattato di un progetto della ricerca del Ministero della Salute, ora che il ministero ha seminato, le Regioni dovranno raccogliere. Sono fiducioso che sarà così, visto l’intento etico e la storia d’impegno su cui è nato l’Istituto Sant’Anna; una storia bella, per la quale gli amministratori locali, credo, saranno sensibili e contribuiranno a far andare avanti”.
L’ottimo lavoro della clinica calabrese è stato evidenziato anche dal professor Walter Sannita, dell’Università di Genova e della State University of New York: “L’Istituto Sant’Anna di Crotone negli ultimi anni ha fatto un enorme sforzo congiunto del personale, dell’amministrazione e dei consulenti esterni per sviluppare un’attività scientifica dal duplice scopo. Il primo, naturalmente è quello di migliorare la condizione dei pazienti. Il secondo è di ottenere uno standing internazionale per la ricerca scientifica”.