Operazione Vulcano. Due arresti anche per droga e armi
L’operazione Vulcano che è scattata la notte scorsa, alle 4,30 circa, è stata condotta dai Carabinieri di Gioia Tauro, supportati, in fase esecutiva, dai militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” e da unità cinofile del G.O.C. Vibo Valentia. Nel corso del blitz sono state eseguite a Gioia Tauro due ordinanze di applicazione di misura Cautelare, in carcere la prima e la seconda come obbligo di presentazione, emesse dal Gip del Tribunale di Palmi Giulio De Gregorio.
L’operazione ha preso le mosse dal ferimento, a colpi d’arma da fuoco avvenuto sul lungomare di Gioia Tauro il 28 giugno 2014, alle otto della sera, di due giovani ragazzi a seguito di un diverbio dovuto a motivi sentimentali. Nell’immediatezza dei fatti i militari, con la direzione del Sostituto Procuratore Gianluca Gelso e del Procuratore Emanuele Crescenti, furono in grado, nonostante la reticenza di uno dei due ragazzi feriti - quello più grave peraltro - di ricostruire l’accaduto mediante l’analisi delle dichiarazioni fornite dai denuncianti e dalle persone presenti agli eventi insieme ad un puntiglioso confronto e riscontro con le immagini che furono estrapolate dai sistemi di videosorveglianza pubblici posti lungo le vie vicine al luogo della sparatoria.
La meticolosità del lavoro effettuato, assieme a precisi riscontri anagrafici e catastali, avrebbe permesso non solo la ricostruzione del percorso degli accusati nelle fasi immediatamente antecedenti e successive alla sparatoria, ma anche di giungere all’individuazione dell’autore del gesto delittuoso, destinatario dell’arresto di oggi con l’accusa di lesioni aggravate mediante l’utilizzo di arma da fuoco, tra l’altro detenuta illegalmente. Nel corso dell’indagine, durata esattamente un mese (dal 28 Giugno al 28 Luglio 2014), i Carabinieri hanno effettuato anche delle attività tecniche per accertare l’effettiva veridicità delle dichiarazioni rese dalla parti offese. In particolare, la vittima accidentale della sparatoria, si è dimostrata molto collaborativa con le Forze dell’Ordine, mentre l’altra persona che fu ferita dai colpi d’arma da fuoco, avrebbe manifestato ritrosia e riluttanza ad aiutare gli inquirenti nell’individuare i colpevoli: da qui ne è scaturita una denuncia per favoreggiamento e la conseguente misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla PG.
I destinatari delle misure cautelari sono pertanto Domenico Reitano, 20 anni, in carcere per lesioni aggravate dalla premeditazione e dall'uso di arma detenuta illegalmente e Francesco Carrozza, (20) che è stato sottoposto all’obbligo di presentazione per favoreggiamento personale. Durante l’esecuzione delle misure cautelari i militari hanno effettuato numerose perquisizioni presso le abitazioni, gli appezzamenti di terreno e i fondi rustici degli indagati. Le attenzioni degli investigatori si sono concentrate tra il V Stradone di località Sovereto di Gioia Tauro e il X Stradone di Cda Bosco di Rosarno. Nei capannoni della famiglia di Domenico Reitano, nel V Stradone Sovereto, è stata ritrovato un piccolo essiccatoio di canapa indiana (del tipo “olandese nana”) che era all’interno del cassone di un camion nascosto da decine di cassette in plastica per la raccolta degli agrumi; nel terreno, invece, scoperta una pianta di marjuana di un metro di altezza.
Infine, in un piccolo ufficio adiacente il capannone sequestrati diversi pacchetti di sigarette pieni dello stupefacente, già suddiviso. Al X Stradone, nei vasti appezzamenti di terreno della famiglia ed in particolare in quello dello zio paterno, Antonio Reitano (57 anni), sé stato ritrovato un numero di munizioni di diverso calibro, un caricatore ed una pistola a tamburo clandestina di fabbricazione austriaca (marca Patent & Gasser Wien cal. 8 mm). Sono stati tratti così tratti in arresto, in flagranza di reato, lo stesso Domenico Reitano, con l’accusa di coltivazione, produzione e detenzione di sostanza stupefacente e lo zio Antonio, per detenzione di arma clandestina, parti di armi e munizioni di vario calibro.