Falsi braccianti agricoli, in 100 denunciati nel crotonese
Ammonterebbe ad oltre 620 mila euro l’importo delle indennità che sarebbero state percepite indebitamente a danno dell’Inps e una società avrebbe incassato 201 mila euro di aiuti all’agricoltura in realtà non spettanti. È quanto hanno scoperto i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Crotone che avrebbero identificato una presunta truffa all’Istituto nazionale di previdenza sociale da parte di una impresa agricola della provincia e perpetrata attraverso la assunzione fittizia di manodopera.
L’attività investigativa, delegata dalla locale Procura della Repubblica, è stata avviata a seguito di precedenti investigazioni ispettive che erano state svolte dai funzionari dell’Inps di Crotone e anche di Cosenza dato che l’impresa aveva indicato, nelle denunce aziendali, la disponibilità di terreni in un paese della provincia bruzia. L’attenzione delle Fiamme Gialle pitagoriche si è concentrata inizialmente proprio sull’esame dei contratti di fitto dei fondi che, grazie agli elementi acquisiti dalle dichiarazioni dei proprietari, sarebbero risultati per la maggior parte falsi. Nello specifico, molti proprietari hanno disconosciuto le firme apposte sui documenti, dichiarando peraltro di condurre in proprio i terreni.
Inoltre, in relazione ai fondi situati nel cosentino, l’Inps aveva già fatto emergere come gli stessi fossero per almeno il 50% superfici boscate e, comunque, per buona parte non idonei alla coltivazione perché particolarmente scoscesi. Altre anomalie sarebbero emerse dalle dichiarazioni discordanti rese dai braccianti sul numero di piante d’ulivo insistenti sul terreno, nonché sulle modalità utilizzate per raggiungere il luogo di lavoro.
A conclusione dell’attività operativa sono stati così disconosciuti i rapporti di lavoro relativi ai terreni ricadenti nella provincia di Crotone, per un totale di circa 12 mila giornate lavorative nel periodo dal 2006 al 2011 mentre, per i fondi ubicati in provincia di Cosenza, il fabbisogno di manodopera da impiegare nelle coltivazioni è stato rideterminato da 7 mila a 350 giornate. Complessivamente, i 100 lavoratori avrebbero beneficiato indebitamente, pertanto, di prestazioni previdenziali (indennità di malattia, maternità e disoccupazione) per oltre 620 mila euro.
I finanzieri, nel corso dell’indagine, hanno esteso gli accertamenti per verificare se l’impresa agricola avesse anche usufruito di contributi erogati dall’Agea per il sostegno dei redditi agricoli, ossia di specifici aiuti comunitari che non sono più legati alla produzione ma alla superficie aziendale nel complesso destinata ad azienda agricola, per la quale deve essere garantito il mantenimento di buone condizioni agronomiche e ambientali. Dai riscontri effettuati sulla base della documentazione contenuta nelle “domande uniche di pagamento” presentate dal 2006 al 2013 all’organismo pagatore, sarebbe emerso, anche in questo caso, l’utilizzo di falsi contratti d’affitto di terreni allocati non solo in vari centri del crotonese, ma addirittura nel reggino e nelle province di Brindisi e Lecce. Grazie ha questi presunti artifici, l’azienda agricola avrebbe così beneficiato indebitamente di contributi per un importo di 201 mila euro.
I falsi braccianti, insieme al titolare della impresa, sono stati denunciati, in concorso, per i reati di falso ideologico e truffa aggravata. L’imprenditore è stato anche deferito all’Autorità Giudiziaria per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e verrà segnalato anche alla Procura Regionale della Corte dei Conti per danno erariale.