Fisascat Cisl ai candidati: “Mettere al centro lavoro ed equità sociale”
“Fra qualche giorno gli elettori calabresi si recheranno a votare per eleggere il nuovo consiglio ed il Presidente della Giunta che dovrà governare la nostra Regione che ,com'e a tutti noto, non versa In condizioni di normalità e questo grazie alle scellerate non scelte, senza eccezione alcuna, fatte dalle stesse forze politiche che oggi pretendono di avere il consenso dei cittadini”. Lo dichiara la Cisl di Crotone.
“Un dato per tutti che dimostra, plasticamente, l'inefficienza di una classe dirigente la quale non è stata in grado nemmeno di spendere i soldi a disposizione dei cosiddetti fondi europei che riguardavano la programmazione 200712013 e che se entro i prossimi mesi la Regione non provvederà a spendere i residui a sua disposizione rischia di perdere parte consistente delle risorse destinate alla nuova programmazione. Tutto questo si consuma mentre la Calabria arranca sotto il profilo delle infrastrutture; dell'ambiente e di tanti altri settori strategici che avrebbero bisogno di interventi strutturali.
“E' mancata, nella sostanza, quella capacità progettuale che avrebbe potuto innescare una programmazione finalizzala a rimuovere gli ostacoli che di fatto collocano questa nostra terra fra le Regioni più povere d'Europa. Basta solo questo spaccato per rendersi conto del clima di sfiducia e di impopolarità che palesemente pervade le menti della stragrande maggioranza dei cittadini.
Sul fronte occupazionale la situazione è realmente al collasso , solo nella provincia di Crotone il settore del terziario registra numeri da capogiro per I’inarrestabile erosione di posti di lavoro causati dalla chiusura di attività commerciali.
Basti pensare che sono migliaia i lavoratori coinvolte dalle procedure di mobilità avviate dalle aziende in crisi e che non ricevono il sussidio da svariati mesi. I pagamenti sono fermi al mese di ottobre 2013. All'orizzonte non si intravede un futuro roseo , come Fisascat siamo fortemente preoccupati delle modifiche che si avranno con il varo del Jobs Act il quale interviene direttamente sulla strumentazione degli ammortizzatori sociali tra i quali proprio le mobilità e le Casse integrazioni.
Per il settore del terziario la nuova strumentazione degli ammortizzatori sociali prevista dal Jobs Act, interviene solo nei casi di "Temporanea inattività dei lavoratori" quando cioè I'iter della mobilità si conclude con il reinserimento lavorativo. Questo cambio di destinazione escluderebbe tanti lavoratori coinvolti dalla cessazione di attività aziendali o di un ramo di essa , per i quali non si autorizzerebbe alcuna integrazione salariale.
ll problema del lavoro non riguarda, purtroppo solo i milioni giovani e donne disoccupate ma anche migliaia dl ex lavoratori usciti dal "mercato" e per il quale è necessario definire un piano di politiche attive del lavoro ed avviare al più presto percorsi di vera formazione professionale, rivolta al reinserimento lavorativo di tante persone che per la loro età appaiono giovani per la pensione e abbastanza negli anni per trovare un lavoro.
La mancanza di lavoro non solo stabile ma anche precario, è l'indicatore di una crisi che sta lacerando alla radice il rapporto fiduciario tra il cittadino e coloro che sono deputati al governo della cosa pubblica. Siamo nel mezzo di una campagna elettorale che si caratterizza per le fumose promesse e per le tante frase ad effetto, piuttosto che per una seria riflessione su come affrontare la grave crisi economica e sociale ai fini di rilanciare lo sviluppo e l'occupazione.
Una volta in politica il consenso lo costruiva con la presenza dei partiti sul territorio, oggi invece I'ossessione dei tanti candidati che vivono il loro "attimo di gloria" è quella di raggiungere quanti più fruitori possibili per dare le proprie ricette, il proprio modo di vedere, fino al punto di diventare dei profeti a senso unico: non si confrontano più, o lo fanno molto poco, e sparano ragionamenti a volte improvvisati, ad effetto che dovrebbero attrarre quanti più elettori possibili.
La nostra realtà territoriale vive un profondo senso di smarrimento dovuto sicuramente all'incertezza lavorativa e da una minore disponibilità di risorse e lo vive in modo impaurito, sfiduciato, disorientato. In questo momento di grave disagio sociale va anche ricostruita una nuova coscienza civica, una vera attenzione all'interesse generale, una forte coesione sociale.
L'appello che ci sentiamo di fare, come Federazione del terziario, al nuovo Governo Regionale ed ai nostri rappresentanti territoriali è che mettano al centro dei propri impegni la questione del lavoro e dell'equità sociale. Solo nella unità di intenti e con obiettivi comuni le nostre comunità possono ritrovare la forza per contrastare un momento particolarmente difficile”.