Le Muse processa la tv di oggi e immagina il mito in arte
Nell’ambito della nuova programmazione de “Le Muse” si è tenuta nei giorni scorsi la manifestazione “Uno contro tutti: miti contemporanei”. Un dibattito ed una collettiva d’arte ha riunito volti noti della tv ed artisti del sud alla scoperta del mito e del suo significato tra passato e contemporaneità.
Inizia da qui l’idea originale dell’evento che ha visto da una parte pittori, scultori, fotografi confrontarsi su questa importante tematica, mentre dall’altra un simbolico tribunale che ha “giudicato” i miti “a volte effimeri” della televisione.
Una serata unica ma di doppia valenza ha esordito Giuseppe Livoti - presidente del sodalizio reggino: una prima parte di confronto con un volto della tv di oggi, Mimma La Ruffa personaggio divenuto popolare nella nota trasmissione “Uomini e Donne” mentre dall’altra operatori d’arte visiva che a loro modo, hanno rivisitato il contemporaneo tra oggetti d’uso comune ed emblemi della globalizzazione.
Un tribunale in cui la signora La Ruffa, affermato medico ha condotto il pubblico reggino, all’interno di un format divenuto fenomeno di costume. “A volte la vita ci pone davanti a delle situazioni, ho sempre cambiato rotta nei miei interessi e la televisione mi ha fatto uscire da un periodo particolare della mia vita - dichiara La Ruffa -. I miei figli sono stati coloro che hanno combinato tutto iscrivendomi ai provini con Maria De Filippi. Il resto è solo storia già passata. L’importante è non prendersi sul serio. Affrontare questa trasmissione definita frivola, mette alla prova, a dura prova noi protagonisti, l’importante è non abituarsi altrimenti si diventa schiavi del personaggio. Non finzione in tv, ma solo rapporti umani a volte esasperati. Quando non ho avuto più nulla da raccontare - conclude - sono uscita dal personaggio e continuo la mia vita poiché la famiglia è il mio unico scopo. “
Una manifestazione animata da un ampio dibattito proprio per la presenza di due “avvocati per una sera”: da una parte la nota giornalista di cultura e spettacolo Gabriella Lax che ha rimarcato il ruolo della donna del sud oggi più che mai protagonista del suo tempo e della sua storia. Le donne del meridione sono vere e sanno cosa vogliono, perché scandalizzarsi ha esordito la Lax.
Contrario il noto professionista reggino Giuseppe Cartella – neuropsichiatra che si è soffermato sull’importanza che gesti come questi possono provocare nella nostra vita. L’importante dice è confrontarsi, se ben affrontate tali situazioni, possono servire ad elaborare problematiche psicologiche che a volte distruggono la nostra vita. Il confronto aiuta sempre e comunque.
Al dibattito anche la partecipazione di Antonella Ventura, reggina, approdata al successo con “Pechino Express – ai confini dell’Asia”, reality di Rai 2 in cui la giovane fa la parte de -la cattiva- insieme ad Alessandra Angeli. “Un contratto con la Rai inaspettato - commenta - che mi ha condotto in un mondo da esplorare mettendo in evidenza la mia resistenza umana e psicologica. Solitamente la tv sceglie volti e personaggi da Napoli in su e sia io che Mimma La Ruffa invertiamo un po’ questa tendenza.”
Nel corso della serata Giuseppe Livoti ha presentato la collettiva d’arte dedicata ai “Miti d’oggi e di ieri” e tante indicazioni sono emerse: la concezione dell’uovo cosmogonico da cui è nato l’universo per Mimma Gorgone, la fotografia di Manuela Lugarà che esalta la bellezza velata della Audrey Eburne, lo scatto particolare di Angelo Meduri in cui una decorazione di Francesco Jerace rievoca la grande guerra. Ed ancora il mosaico che trasfigura Marilyn Monroe per Pina Calabro’, l’arazzo di Antonella Laganà che esalta i repertori iconografici che Alfonso Frangipane ha studiato in Calabria nella sua carriera, il personaggio fondatore della Marvel Comics dipinto da Pasquale Ferrara come icona della cultura dei giovani di oggi, ed ancora il corpo svelato di una doppia e sfaccettata Venere per lo scultore Carmelo Zoccali, il telefono riconosciuto nel 2002 dal Congresso degli Stati Uniti invenzione di Antonio Meucci per Piero Barbera, la Marilyn stilizzata ed atemporale per Grazia Papalia, il volto di Jim Morrison esponente della rivoluzione culturale degli anni sessanta per Luciana Ruggeri, il mito del divismo cinematografico per Domenico De Lorenzo, l’indimenticabile volto di Mia Martini esaltato dal - mare nostrum- per Marilena Cicciù, la figura acquatica di Elettra emblema classico della “donna determinata” per Adele Canale, le tavolette votive di greca memoria con figure nere e rosse per Santa Maria Milardi, l’abbraccio intenso dei protagonisti di “Via col vento” per Giovanna Tripodi, la nascita delle sirene per Silvana Longo, il vaso di Pandora simbolo di una Italia in crisi per Adele Leanza.
La collettiva d’arte sarà aperta al pubblico fino a domenica 30 novembre dalle ore 18 alle ore 20.