Dipendenze: Don Mazzi all’inaugurazione della nuova sede Exodus
“Dove ci sono giovani e, soprattutto, dove i giovani vengono amati c’è civiltà, democrazia e speranza”. Con questa parole don Antonio Mazzi ha firmato il libro istituzionale della Provincia di Cosenza, questa mattina, ospite del Presidente della Provincia Mario Occhiuto, prima di incontrare i ragazzi delle scuole superiori all’Auditorium “Guarasci”. Con lui i suoi più stretti collaboratori, alcuni dei quali si fermeranno a Cosenza per gestire la nuova sede di Exodus, che il Comune di Cosenza e Mario Occhiuto, questa volta in veste di sindaco della città, ha fortemente voluto far nascere.
E che vedrà il Comune di Cosenza quale Ente Promotore e la Fondazione Exodus Onlus quale Ente gestore. Il centro di Ascolto e orientamento si trova in via Rivocati al numero 87 e, come tutti gli altri 40 centri realizzati in Italia in 30 anni di attività, si pone come obiettivo il supporto delle situazioni educative per aiutare le famiglie e le agenzie sociali e più in generale il territorio di Cosenza, della provincia di Cosenza nell’opera di educazione globale di adolescenti e giovani.
Don Antonio Mazzi, un gigante di 85 anni, ha raccontato agli studenti riuniti all’auditorium nel centro storico di Cosenza, tre delle storie che costellano una vita di esperienza in mezzo ai giovani. Ai tossicodipendenti, in particolare, per i quali si è speso per tutta la vita e che continuerà a seguire “fino a quando il Signore mi terrà dritto” dice sorridendo. Storie non sempre a lieto fine, storie di difficoltà e ostacoli. E i numeri dicono tanto.
“Di circa 1000 giovani che entrano in comunità – ha spiegato son Mazzi – ne perdo ben due terzi. Una cifra enorme, tantissimi giovani che non riesco ad aiutare”. Le colpe, spesso, sono delle compagnie sbagliate perché “i tossicodipendenti sono deboli, frequentano compagnie sbagliate e si lasciano convincere”.
Il fondatore di Exodus ha esortato quindi la platea a scegliere con cura le amicizie, a nutrirsi di passioni vere e ad accettare con forza le sofferenze, senza lasciarsi abbattere, perché tramite queste si cresce. Un messaggio di speranza, intervallato da musica dal vivo, con brani dei Modà, di Rino Gaetano, dei Nomadi.
Dal tavolo dei relatori, il presidente Occhiuto ha esortato i ragazzi a far tesoro delle parole e dell’esperienza di don Mazzi. Insieme a lui anche l’arcivescovo di Cosenza Bisignano monsignor Salvatore Nunnari, il provveditore agli Studi, Luciano Greco e il prefetto Gianfranco Tomao.