Mafia a Roma: a Cropani centro immigrati in un residence
Gli affari di Salvatore Buzzi e di Massimo Carminati arrivavano fino in Calabria. Terra di sbarchi e di immigrazione, settore molto caro ai due romani finiti in arresto nell'ambito dell'operazione "Mafia Capitale". Il business era ben chiaro ai due esponenti della malavita romana che, per questo, avevano avviato una serie di attività in Calabria.
Prima fra tutte l'apertura di un centro per richiedenti asilo in Calabria, a Cropani, comune della costa ionica catanzarese. Nulla di strano all'apparenza, se non fosse che il centro venne allestito in un villaggio turistico a 4 stelle. E per difendere l'affare, Carminati e Buzzi non avrebbero esitato ad avviare scambi e legami con la 'ndrangheta, attraverso Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, le due persone arrestate oggi nel prosieguo delle attività investigative.
A ricostruire gli interessi dei due boss romani in Calabria era stato martedì scorso "il Quotidiano del Sud". Le indagini dei carabinieri del Ros hanno permesso di documentare quanto avvenuto nel 2009, quando Rotolo e Ruggiero si erano recati in Calabria, su richiesta di Buzzi, allo scopo di accreditarsi con la cosca Mancuso, tramite esponenti della cosca Piromalli con riferimento all'esigenza di ricollocare gli immigrati in esubero presso il Cpt di Crotone.
L'idea era semplice: trasferire gli immigrati in esubero nel villaggio turistico di Cropani, distante solo una ventina di chilometri dal centro Sant'Anna di Crotone, il più grande d'Europa. L'operazione si materializzò ad ottobre 2008, quando nel villaggio arrivarono i primi 250 migranti. Ma la decisione venne presa senza alcun accordo con il territorio, al punto che si sollevò anche una protesta di cittadini e istituzioni locali che arrivarono a bloccare la strada statale 106 per paura di subire effetti negativi sul turismo.
Anche la Questura di Catanzaro, attraverso i controlli dell'Ufficio immigrazione, iniziò a nutrire i primi dubbi su quella frettolosa apertura, così il progetto venne chiuso sei mesi dopo, ad aprile 2009, proprio mentre Carminati e Buzzi cercavano di tracciare un collegamento di affari con la cosca Mancuso, secondo quanto emerge dalla parte dell'inchiesta romana che oggi ha portato all'arresto dei due personaggi che avrebbero fatto da tramite.
Spunta legame con la 'ndrangheta | Due nuovi arresti nell'ambito dell'inchiesta mafia Capitale. Secondo le accuse i due assicuravano il collegamento tra alcune cooperative gestite dalla ‘consorteria’ romana e la 'ndrangheta. Il capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone, in audizione alla Commissione antimafia, ha poi avvertito: "A questa grande operazione altre ne seguiranno a breve".
Nell'operazione attivata in mattinata il Ros ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Roma su richiesta della locale procura distrettuale antimafia, nei confronti di Rotolo Rocco e Ruggiero Salvatore, entrambi indagati per associazione di tipo mafioso nell'ambito dell'operazione "Mondo di Mezzo". Contestualmente un ulteriore soggetto, indagato a piede libero e destinatario di informazione di garanzia, è stato sottoposto a perquisizione locale e personale.
Intanto, i finanzieri del Comando provinciale della Guardia di finanza di Roma, nell'ambito dell'operazione su "Mafia capitale" condotta con i carabinieri del Ros, hanno eseguito il sequestro di altre due società cooperative riconducibili a Salvatore Buzzi. Il valore stimato supera i 15 milioni di euro. "Riteniamo di aver fatto un passo avanti con l'inchiesta ‘Mafia capitale’".
Il procuratore capo di Roma Pignatone è tornato a parlare di "mafia originaria e originale", che non ha "collegamenti con le mafie classiche" e "rispecchia la società romana". Quello dell'associazione sgominata a Roma è un "metodo mafioso, capace di ricorrere alla violenza per creare assoggettamento a fini leciti o illeciti nell'ambiente circostante, non solo territoriale ma sociale, per creare omertà e soggezione".
Tuttavia "non c’è un'unica associazione mafiosa che controlli la città di Roma: non siamo a Palermo con Cosa Nostra, a Reggio Calabria con la 'ndrangheta, a Napoli con la miriade di clan di Camorra - ha spiegato Pignatone -, Roma è troppo grande, non c'è un'unica associazione presente in modo esclusivo".
Più in generale sul fronte della lotta alla corruzione, il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone e il presidente dell'Antitrust Giovanni Pitruzzella, hanno annunciato che da lunedì prossimo entrerà in vigore il 'bollino blu' per le imprese che prevede un meccanismo di premialità per le aziende virtuose: "Questo strumento non sarà obbligatorio - ha sottolineato Pitruzzella - ma premierà quelle aziende che operano in conformità con la legge" per quanto riguarda le gare d'appalto e l'accesso ai finanziamenti pubblici. (AGI)