Pino Chimenti in Sud America, alla Biennale del fin del mundo

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Pino Chimenti in Sud America, alla Biennale del fin del mundo. L’artista calabrese con la sua opera, lancia un messaggio umano: afferrare metaforicamente il mondo, non con le mani, ma con il cuore, l’arte e la bellezza.

La Biennale del Fin del Mundo è uno degli eventi artistici, culturali, turistici e sociali più interessanti del Cono Sud Americano, con grandi ripercussioni nell’ambito della regione ed a livello internazionale. Nata nel 2007 senza limiti di frontiere, nelle successive edizioni del 2009 e 2011 ha continuato ad approfondire - nell’obiettivo di generare nuovi e interdisciplinari spazi di riflessione - le problematiche della contemporaneità nell’ambito della cultura e della educazione, in speciale modo quella ecologica, con una forte enfasi dedicata allo sviluppo turistico-culturale delle città e dei luoghi che la ospitano.

La IV Edizione della Biennale del Fin del Mundo 2014/2015, con la partecipazione di artisti provenienti da oltre 40 paesi dei 5 continenti, si realizzerà a partire dal 12 dicembre 2014 fino al 28 febbraio 2015 in Argentina nelle città di Mar del Plata e Ushuaia; e dal 31 gennaio al 31 marzo 2015 in Cile nelle città di Valparaiso e Punta Arenas.

Questa edizione, sotto la direzione artistica di Massimo Scaringella, affronterà il tema “Contrasti e Utopie” e conterà sulla presenza di circa 140 artisti internazionali, oltre ad eventi e azioni collaterali di promozione culturale e turistica. In questa edizione l’Italia sarà il paese invitato d’onore, il cui progetto speciale, esposto presso il Centro Cultural Unzue di Mar del Plata, sarà Padiglione Tibet, a cura di Ruggero Maggi.

Padiglione Tibet, un’idea che nella propria semplicità racchiude una forte carica emozionale, è un sogno che ha lasciato il segno. Sarà presentata una rassegna di opere realizzate appositamente per la Biennale del Fin del Mundo.Tali opere sono state realizzate direttamente sulla KHATA, la tipica sciarpa che in Tibet i monaci offrono in segno di saluto ed amicizia. Tra i protagonisti di questa esposizione c’è anche Pino Chimenti. L’artista è presente in questa manifestazione artistico/culturale con un’opera appositamente realizzata per l’occasione. Si tratta di una personalissima composizione pittorica, risolto nel suo consueto microcosmo calligrafico,germinante e antropomorfico che si pone al di fuori delle geografie stereotipate. Il Khata chimentiano,infatti, si dipana in 10 sequenze attraverso un articolato simbolismo e un calibrato gioco di ritmi visivi di nuances di colori. Inoltre Il titolo che l’artista ha dato alla sua opera “ afferrare il mondo con il cuore” , si ricollega probabilmente al tema della Biennale in quanto i Contrasti e le utopie, a cui si riferisce il titolo della Biennale medesima,alludono al conflitto dialettico,morale, esistenziale, e pragmatico che il mondo ha attraversato fin dalla sua nascita. Chimenti pertanto, con la sua opera, lancia un messaggio umano: afferrare metaforicamente il mondo, non con le mani,ma con il cuore, l’arte e la bellezza.

Pino Chimenti è noto sia in Italia che all’estero per le sue opere molto particolari. Nel 2011 l’artista spezzanese ,segnalato da Gillo Dorfles, partecipa alla 54°Esposizione Internazionale Biennale di Venezia 2011- Padiglione Italia – Arsenale,Venezia. Della sua carriera è da segnalate inoltre la partecipazione alla XIV Quadriennale d’Arte di Roma(2003-2004) e la personale presso la Gallery @49 di NewYork(2003). Da allora, nell’ultimo decennio,la carriera di Chimenti è stata contrassegnata da un susseguirsi di apprezzamenti a livello nazionale ed internazionale,quali le mostre alla CVB Space Gallery di New York e presso la kasia kai Art Project Gallery di Chicago. Successivamente espone un’ampia selezione di lavori alla Galleria l’Ariete di Bologna e presso la Galleria Blanchaert di Milano,mentre nel 2012 espone presso la Camden Art Gallery di Londra. Il 2013 inizia con un mostra a Berlino presso la Vierraumladen Gallerie dal titolo “Immaginaction”. Nell’aprile del 2014 espone presso la Onishi Gallery di New York la sua più recente produzione artistica. Chimenti,mai incline a seguire mode e correnti, ha sviluppato una propria personale poetica. Infatti le sue opere sono caratterizzate da un’inconfondibile atmosfera fiabesca pervasa da una sottile ironia.”L’iconologia di Pino Chimenti– ha detto Gillo Dorfles dell’artista – è del tutto particolare:che io sappia,non ci sono altri artisti che abbiano creato una serie di figurazioni così particolari,a prescindere dal valore tecnico, compositivo, eccetera”. Infatti Chimenti […]”ormai da diversi anni prosegue nell’invenzione costante di piccoli miti personali, di strane leggende, nelle quali dei personaggi – tra il surreale e il ludico, tra il grottesco e l’affabile – si trastullano in mezzo a ghirlande di forme variopinte, di marezzature cromatiche, di sottili estroflessioni magnetiche, sempre sostenute da un minuzioso grafismo.