Operazione “Sicurezza in tavola”: sanzioni e sequestri di alimenti e bevande nel reggino
Il personale del Nucleo Agroalimentare del Comando Provinciale di Reggio Calabria congiuntamente ai comandi stazione forestali dipendenti presenti in tutta la provincia, con l’approssimarsi delle festività natalizie, ha effettuato nelle ultime settimane circa 150 controlli su tutta la filiera agroalimentare ed irrogato sanzioni amministrative per circa 150.000 euro e posto sotto sequestro circa 4 quintali di alimenti e bevande; sono state inoltre segnalate all’Autorità Garante della concorrenza e del Mercato, due aziende che pubblicizzavano prodotti alimentari non aventi nessuna caratteristica particolare come prodotti adatti per la nutrizione dei bambini.
I controlli sono stati finalizzati alla prevenzione e repressione dei crimini agroalimentari, al rispetto della normativa in materia di igiene degli alimenti, della rintracciabilità obbligatoria dei prodotti e delle normative che tutelano i prodotti alimentari a denominazione protetta. I controlli hanno interessato la grande distribuzione alimentare ed anche le attività di somministrazione alimenti tra cui bar, ristoranti e pizzerie.
Grazie alle competenze tecniche del personale del Corpo Forestale dello Stato, forza di polizia specializzata in campo ambientale ed agroalimentare, i controlli hanno potuto spaziare tra i vari tipi di prodotti alimentari tra cui l’olio, il vino, le carni, il pesce ed i prodotti lattiero caseari; particolare attenzione, infine, è stata posta per i prodotti da forno e di pasticceria tipici del periodo natalizia .
I controlli, iniziati sempre con la verifica del Rintracciabilità obbligatoria degli alimenti ai sensi del Regolamento CE 178/2002, che consente di verificare la reale origine dei prodotti alimentari posti in vendita. Ultimata la fase riguardante la rintracciabilità obbligatoria del prodotto preso in esame, sono state prese in considerazione le modalità di etichettatura e presentazione dei prodotti alimentari, che in molti dei controlli effettuati sono risultate carenti o non veritiere non fornendo al consumatore finale delle indicazioni obbligatorie per legge volte a tutelare l’acquirente, anche in considerazione delle ultime modifiche di legge riguardanti indicazione degli allergeni in etichetta e l’origine obbligatoria per le carni. Un parte cospicua delle sanzioni hanno colpito le aziende, principalmente pizzerie e ristoranti che, con rilevante danno per il consumatore, vendevano prodotti alimentari con usurpazione, imitazione od evocazione di una denominazione protetta.
Infatti sfruttando un prodotto a qualità certificata come i prodotti D.O.P. (denominazione di origine protetta), I.G.P. (indicazione geografica protetta) che richiedono costi di produzione più alti per il rispetto di severi “Disciplinari di produzione” che garantiscono un alta qualità dell’alimento, vengono spesso proposti dei prodotti qualitativamente inferiori, che in questo modo riescono ad essere venduti al consumatore con dei prezzi ben maggiori rispetto al reale valore commerciale.
I prodotti più usurpati sono risultati il Prosciutto San Daniele, il Prosciutto di Parma, il Grana Padano e la Mozzarella di Bufala. Altro aspetto oggetto dei controlli è stato quello della tutela dei prodotti alimentari italiani, caratterizzati sempre da alti standard qualitativi e di salubrità. Inoltre nel corso dei controlli è stata sempre considerato il rispetto della normativa igienico sanitaria, risultata in alcuni casi carente nelle aziende controllate.