Vibo, Rifondazione comunista sull’amministrazione D’Agostino
"L’attuale amministrazione comunale guidata dal Sindaco D’Agostino si avvia verso la scadenza del proprio mandato. Il principio dell’alternanza unito alla fallimentare quanto disastrosa gestione del centro-destra vibonese, spingerebbe a pensare, ogni oltre più cauto ottimismo, che il centro-sinistra abbia già qualche spanna di vantaggio per vincere le prossime elezioni comunale". E' quanto scrive la segreteria provinciale di Vibo Valentia.
"Ma gli scenari che si profilano - continua la nota - rendono la situazione politica attuale del centro-sinistra, priva di limiti perimetrali e di definizione, molto più complessa di quanto si creda, per immaginare un passaggio di consegne quasi scontato. Tre punti nodali, tutti da dirimere, vanno focalizzati al fine poter elaborare una analisi politica più accurata. Il primo punto riguarda proprio il centro-sinistra: esso non esiste. Nulla più può stabilirne i limiti ed i confini, la sua geografia compositiva. Nessuna unità di forze politiche che si richiamano ai principi ed ai valori della sinistra è in corso. Certamente è facile costruire ipotesi di unità solo sulle parole, incoraggianti o meno, soprattutto se esse vengono pronunciate da alti rappresentati, ma ogni vero percorso si costruisce solo sulla politica, e con metodi e modalità politici. E così, se a parole, attraverso numerosi pronunciamenti, esternazioni o altro, viene invocata l'unità di tutti i soggetti dal centro alla sinistra, sul piano meramente politico è innegabile che esistano delle difficoltà oggettive che ne impediscono il percorso e l'avvicinamento. Tanto più che volate in solitaria di probabili candidati a sindaco, su una strada tutta in salita, lanciati come fossero ballon d’essai, magari nel triste tentativo di ricavarsi una posizione utile, rende ogni percorso d’unità sempre meno praticabile. La certezza che ogni avvio si possa basare su un terreno pressoché agibile e non paludoso, che non renda vulnerabile qualsiasi progetto di rilancio, e definisca meglio il perimetro entro cui ci si muove, crediamo sia il punto di partenza imprescindibile, per meglio guardare agli impegni futuri. Il secondo punto riguarda proprio il Partito Democratico: sebbene abbiamo sempre avuto il più alto rispetto verso una discussione interna che non riguarda nessun altro che le componenti di quel partito, è difficile non guardare al Pd come ad una area balcanizzata, al cui interno esistono dei forti momenti di contrapposizione che si evidenziano ad ogni buona occasione, oltre ad essere ampiamente dimostrato e dimostrabile che il fitto gioco di collateralismi e contrapposizioni, di fatto, pone le basi per una sconfitta abbastanza scontata. A ciò va aggiunto, che solo pochi giorni fa, il Partito Democratico Vibonese ha annunciato la volontà di procedere alle primarie per la scelta del futuro candidato a Sindaco. Nulla impedisce ad un partito di determinarsi come meglio crede, ma il difficile sta nel far passare questo meccanismo come idoneo ed utile a ricomporre un eventuale alleanza con le forze della sinistra vibonese. Molti i dubbi, in particolare dopo la lodevole prova dell’”Accorduni”, che inficia incontrovertibilmente la credibilità di un metodo che viene ancora sponsorizzato come moderno e democratico, quasi necessario, senza confini di partecipazione e che nulla salda ad una resistente base programmatica dell’alleanza e dei futuri concorrenti. E, dunque il terzo punto: l'aspetto più propriamente programmatico che è e resta l'aspetto fondamentale per lo stabilirsi di ogni relazione tra più forze distinte.
Possiamo, però, affermare che lo scenario attuale, anche per noi, ci consegna la necessità di un rafforzamento di un’opzione alternativa, essendo una opzione moderata inadeguata a sostenere non tanto una efficace battaglia di opposizione alle destre, quanto la ricostruzione di un senso collettivo di appartenenza ad un preciso schieramento con chiari connotati e contenuti distintivi. Mai come ora è urgente una politica chiara, che rompa definitivamente con la politica di tipo estetico, sul modello renziano a cui siamo stati nostro malgrado abituati, e che è entrata sotto l’epidermide di certa sinistra. Ecco dunque che la migliore opzione d’alternativa si costruisce solo attraverso scelte chiare e definitive. Riteniamo che vi siano discreti margini, sul piano meramente tattico, per la possibilità di lavorare al progetto di un’inequivocabile centro-sinistra, senza sconfinamenti verso chissà cos’altro offra la politica di casa nostra. Mentre sul piano strategico, la definizione di programmi e progetti che passino attraverso la difesa intransigente degli interessi di classe, dell’ambiente come dei diritti civili e sociali, parallelamente alla ricostruzione di una cultura politica che fa dell’equità sociale, della libertà e della solidarietà il punto decisivo. Attenderemo, prima di ogni altra cosa, azioni concrete e credibili, che valuteremo, come forza di sinistra, attentamente. Solo dopo, se tutto ciò sarà possibile, potremo pensare di trovare un uomo che sappia esserne espressione".