Il presidente Andrea Niglia su ricollocazione del personale delle Province
Che fine faranno i dipendenti in esubero delle Province? Perché le norme a tutela della salvaguardia del loro posto di lavoro non sono state ancora emanate?». Questi gli interrogativi che si pone il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Andrea Niglia, alla luce del fatto che, entro il 31 marzo prossimo, occorre effettuare la rilevazione del personale, destinato a restare alle dipendenze delle Province e di quello da collocare in disponibilità. Una scelta, quest’ultima, legata anche all'individuazione, da parte delle Regioni, delle funzioni, oltre quelle fondamentali, che le Province dovranno eventualmente continuare a mantenere.
«Al momento, dal Governo, ci sono stati solo slogan rassicuranti - mette in evidenza Niglia - ma nessun provvedimento, a garanzia dei lavoratori, è stato ancora emanato».
Il presidente della Provincia di Vibo, dunque, è "seriamente preoccupato da questo stato di confusione generale» e dal fatto che "non vengano indicate, con chiarezza, le direttive da seguire". Una situazione che, tra l’altro, a detta anche dell’Unione delle Province italiane, è stata resa ancora più incerta dagli interventi inseriti nell’ultima Legge di stabilità.
"La misura del taglio di un miliardo nelle risorse del 2015, di due miliardi nel 2016 e di tre miliardi nel 2017, prevista nella Legge di stabilità - afferma, a riguardo, Niglia - mette di fatto in ginocchio le Province, che non saranno nemmeno in grado di assicurare ai cittadini funzioni fondamentali in settori quali: l’edilizia scolastica, la viabilità stradale e l’ambiente. Il presidente Niglia si attende, pertanto, dal Governo, provvedimenti celeri e più equilibrati.
"Ad oggi - sostiene - la riforma delle Province mi pare abbia tenuto conto solo delle esigenze di spending review e non del bisogno di modernizzazione e miglioramento dei servizi che i cittadini richiedono. Sono state effettuate troppe riduzioni indifferenziate che non hanno valutato, al meglio, il rapporto costi-benefici. I tagli lineari previsti - ribadisce Niglia - si tradurranno in meno servizi per i cittadini. La ridefinizione degli assetti organizzativi, poi, è stata fatta all’insegna dell’irrazionalità ed ha prodotto, al momento, solo tagli indifferenziati, a cui sono seguiti gli adattamenti delle strutture, allontanando, però, l’obiettivo primario di razionalizzazione. La stessa Corte dei Conti - fa presente, infine, il presidente Niglia - definisce la riforma complessiva della Pubblica amministrazione: “irrazionale, incompleta e contradditoria”. Mettendo in risalto la necessità di affiancare l’adozione di misure necessarie per adeguare il sistema di contabilità economico-finanziaria, alla mutata riorganizzazione degli enti. Per ridefinire in maniera adeguata l’assetto delle Province - conclude, quindi, Niglia - servono, dunque, da parte del Governo, provvedimenti rapidi ed equilibrati, che si rifacciano ai principi dettati dalla nostra Carta costituzionale".