Grande partecipazione all’ottavo appuntamento delle Muse
Ennesimo appuntamento al Laboratorio delle Arti e delle Lettere “Le Muse” domenica scorsa in occasione della manifestazione “L’ente edilizio a Reggio Calabria nella ricostruzione post- terremoto 1908”.
Una occasione per riflettere ha ribadito Giuseppe Livoti, presidente Muse, occasione proposta al pubblico reggino per cercare di far capire anche alle nuove generazioni, come la riscoperta del bello nella nostra città non è mai stata una novità e come nella ricostruzione dopo il 1908 si sono susseguiti numerosi ingegneri e architetti di fama europea che nel tempo hanno realizzato un itinerario eclettico liberty, unico per il suo genere. Basta ricordare l’architetto Basile, palermitano o ancora il padre di Umberto Boccioni venuti a riprogettare tra le macerie.
Una telefonata in diretta dell’assessore provinciale alla cultura e legalità Eduardo Lamberti Castronuovo ha aperto l’incontro. Lamberti ha puntualizzato come in Calabria vi sono personaggi che tengono al nostro patrimonio culturale. Questo è il caso di Simonetta Bonomi garante e donna del nord, la quale ha difeso le statue dei Bronzi di Riace facendole rimanere nel loro territorio e nel loro luogo espositivo ovvero il Museo Nazionale della Magna Grecia. L’assessore credendo nelle associazioni “importanti” per la crescita della città e della regione, ha rivolto un appello alle Muse per raccogliere delle firme, raccolta promossa già dal 13 novembre con la finalità di far diventare la soprintendente -cittadina onoraria della città -. E’ un atto dovuto continua e sicuramente anche “Le Muse” abbracceranno questa giusta causa -ha concluso-.
Protagonista della serata lo storico Giuseppe Cantarella, docente ed esperto per l’Università Mediterranea che ha condotto visivamente il pubblico in una passeggiata ideale tra le vie di Reggio Calabria. Palazzi, architetture, elementi decorativi realizzati con un grande senso di rinascita sia dopo il terremoto del 1783, sia dopo l’evento terribile del 1908 che ha visto una novità: l’utilizzazione del cemento armato e la divisione, dal punto di vista urbanistico, partendo da Santa Caterina fino al Torrente Calopinace, in 419 isolati.
Fu Gino Zani ha portare arrivando a Reggio, come tecnica costruttiva il cemento. L’ente edilizio deve a lui molte innovazioni tecniche ma anche la bellezza nella costruzione di edifici “popolari” in centro storico, divenuti oggi delle vere e proprie dimore di grande valenza architettonica. Gino Zani, che sposò anche una donna reggina e rimase qui in Calabria per parecchi anni nella bellissima abitazione di via Aschenez, oggi è un reggino di adozione ma dimenticato, prosegue Cantarella, mentre a San Marino è un vero e proprio personaggio che ha identificato con il suo lavoro una intera epoca.
La sua operosità è visibile sia a Piazza De Nava, vicino la Cattedrale, nei pressi del Liceo Scientifico o ancora presso il famoso Rione Ferrovieri; ma il suo palazzo probabilmente più bello è Palazzo Spinelli ubicato nella via marina alta vicino Villa Zerbi. Tale struttura è perfetta nella linea delle facciate con disegni liberty, nelle inferriate, negli infissi e negli apparati decorativi all’interno che dimostrano la concezione dell’arte nella totalità della sua espressione.
Dunque una Reggio da promuovere con l’itinerario di palazzi e residenze, ricche ancora di fascino, raccontate domenica anche da poeti delle Muse Rossana Rossomando, Pina Verduci, Nanà Logiudice, Luigi Barberio che hanno fatto riecheggiare tra vernacolo e versi sciolti la fata morgana, le onde greche, lo Stretto di Messina.