Nota unitaria dei sindacati sulla questione forestazione

Calabria Attualità

Con la convocazione odierna degli esecutivi unitari regionali, Fai Cisl Flai Cgil e Uila Uil Calabria ritornano, con il nuovo anno, sulla questione Forestazione, Forestali e Mitigazione del Dissesto Idrogeologico. Lo hanno fatto, riunendo, a Lamezia Terme, il gruppo dirigente calabrese con in testa i Segretari Regionali, Pino Gualtieri, Santino Aiello e Nino Merlino, i quali hanno aperto i rispettivi interventi sulla drammatica realtà delle mensilità arretrate, ben tre per gli operai forestali, cinque per i sorveglianti idraulici. Una deprecabile eredità della passata Giunta e di alcuni dipartimenti in particolare, che – per ragioni politiche - hanno favorito la spesa su altri comparti. Ad oggi la situazione è esplosiva a meno che non intervengano, nelle prossime ore, provvedimenti che possano alleviare significativamente la situazione delle mensilità arretrate. Alla fine dei lavori è stato redatto il seguente documento:

“Fai, Flai e Uila, ritengono che dal recente incontro tra le medesime oo.ss. e il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Maurizio Martina, tenutosi a metà Dicembre scorso, sia possibile avviare un più costruttivo confronto di merito sulla Forestazione italiana e su quella calabrese in particolare. L’'intesa sul Quadro Nazionale delle misure forestali nello sviluppo rurale 2014-2020, sancita lo scorso 27 novembre, tra il Governo e la conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le regioni, offre alla forestazione calabrese, le cui istanze sono state ben rappresentate dal sindacato, l' occasione di cambiare passo e di produrre potenziali ricadute positive sull’intera regione, a condizione che il Presidente Oliverio e la sua Giunta sottopongano ad una immediata rilettura il modello di “governance” della forestazione in generale, gli effetti prodotti dalla L.R. 9/2007 di messa in liquidazione dell’ex Afor e soprattutto gli appesantimenti e le schizofrenie conseguenti alla L.R. 25/2013 istitutiva di Calabria Verde. Analizzare con spirito costruttivo la Programmazione, la Progettazione e la Gestione delle attività forestali e verificarne la rispondenza con gli orientamenti della UE, con quelli del Governo Nazionale e con le reali necessità della Calabria, consentirebbe alla forestazione calabrese di fare un vero e proprio salto di qualità, affrancarsi da certe ingerenze e riproporsi in una prospettiva virtuosa in grado, da una parte, di alleggerire il suo gravame sul bilancio ordinario e , dall’altra di avviare lo sblocco del turn over. Questo presuppone, però, proprio la capacità e il tempismo di reperire risorse finanziarie aggiuntive su quelle nuove misure forestali definite dal “quadro nazionale misure forestali”.

Per Fai, Flai e Uila, si tratterebbe di una opportunità che il nuovo governo regionale deve poter cogliere appieno giacche', al di là dell'evidente convenienza di bilancio, il patrimonio forestale, la sua cura ed il suo utilizzo ecocompatibile, rappresentano pur sempre importanti fattori di sviluppo e di mitigazione del rischio idrogeologico con evidente influenza anche su una maggiore diffusione dell’agricoltura di montagna. E' dunque prioritario che il PSR calabrese 2014/2020, fermo a Bruxelles da troppo tempo, al suo ritorno venga, se necessario, ridefinito in funzione anche allo sviluppo della forestazione e alla tutela dei boschi e che preveda, nelle sue misure, adeguati stanziamenti di risorse finanziarie anche riferite ai costi del personale già in forza.

E' il momento che tutti gli addetti ai lavori, della politica, delle istituzioni, delle forze sociali e degli enti attuatori, sostengano una visibile azione di scrematura di risanamento che, partendo dai vertici, riduca sprechi e prebende i tutto il comparto. Si tratta di sostenere, in definitiva, una forestazione più sana, più giusta, più trasparente; una forestazione priva di caste e di interessi corporativi, restituita ai reali interessi delle comunità che devono poterle vedere, tutt'uno con i servizi di monitoraggio e sorveglianza idraulica, come presidi strutturali per la cura e la difesa dei propri territori”.