Presidio De Lellis: un’insegna luminosa per ricordare il grande maestro
Un insegna luminosa per ricordare il grande maestro Carlo De Lellis. Così, sotto l’input della Direzione Generale, il Presidio “Ciaccio-De Lellis” da oggi riporta ufficialmente il nome del suo grande mentore e fondatore.
A ricordarlo sono due dei suoi allievi, il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Pugliese Ciaccio, Francesco Miceli, che, nel mettere in evidenza l’azione portata avanti dal management aziendale, sottolinea l’importanza di riportare alla memoria dei posteri il nome del maestro De Lellis anche attraverso l’istallazione dell’insegna luminosa sul Presidio, e il direttore della struttura di Chirurgia Plastica del nosocomio, Francesco Abbonante.
“Da allievo chirurgo del dottore Carlo De Lellis – ha detto Miceli – esprimo tutta il mio compiacimento per il riconoscimento dovuto e sicuramente formale che segue un’intitolazione, nei fatti, che da anni ricorda la professionalità e l’umanità di un chirurgo che ha fatto della medicina e dell’amore per il prossimo il suo modello di vita. Carlo De Lellis è stato un medico illustre, un professionista serio e coscienzioso che ha dedicato la propria opera all’attività chirurgica ospedaliera dando lustro al nosocomio cittadino. Ed è per tale motivo che provo emozione nel ricordare ed intitolare alla memoria di una grande personalità che ha lavorato per questa azienda, il Presidio De Lellis perché come diceva il grande Aristotele “Noi siamo quello che facciamo ripetutamente. Perciò l'eccellenza non è un'azione, ma un'abitudine” e il dottore De Lellis ha fatto dell’eccellenza il suo principio cardine”.
“Finalmente, a ben nove anni dalla Sua scomparsa, - ha ricordato Abbonante - Carlo DeLellis ha avuto una parte della riconoscenza che la nostra collettività gli doveva. L’insegna luminosa Carlo Delellis, montata sopra il tetto di uno degli Ospedali cittadini a Lui intitolato, ricorda a tutti l’impegno verso l’assistenza del prossimo prodotta e professata da quel turbolento e meraviglioso esempio di uomo e di professionista che ha saputo essere Carlo De Lellis. Quando nel lontano 1985 arrivò all’allora ospedale “Ciaccio”, ex sanatorio, crollato nella struttura e nelle funzioni, essendo stata ridotta l’intensità di attività contro questa cronica endemica malattia, l’edificio appariva fatiscente, sede di violenti rodei notturni tra topi e gatti. Pochi reparti, vivacchiavano.
L’arrivo di Carlo De Lellis – ha continuato il direttore della struttura di Chirurgia Plastica - fu paragonabile all’elettroshock a cui è sottoposto un cuore che sta per spegnersi: una violenta scossa che portò alla creazione di sale operatorie, impegno 24 ore no stop nell’assistenza all’ammalato, la tenace richiesta di accogliere i pronto soccorso chirurgici, 15 giorni al mese, in un impegno da condividere con l’altro ospedale cittadino, e poi le battaglie per la edificazione del piano dedicato in toto alla chirurgia , gli appostamenti al Coreco, all’ufficio del Genio Civile, per il disbrigo delle pratiche burocratiche che consentissero l’esecuzione dei lavori, ed ancora lo studio della creazione delle sale operatorie, a guidare in prima persona le imprese di costruzione, dimostrando grande perizia anche nel campo edilizio, le piastre sul soffitto per le scialitiche, i primi pensili in sala operatoria per un’attività più fluida, il meticoloso studio notturno nella ricerca delle apparecchiature necessarie per moderne sale operatorie.
Nel 1993 la “Mission Impossible” era compiuta, un ministro della Repubblica veniva ad inaugurare il nuovo piano dedicato ad una chirurgia aperta a ventaglio, con orientamenti plurispecialistici, guidati da un motore propulsore che aveva l’energia di un gruppo elettrogeno, capace di fare muovere anche i motori più recalcitranti. Tutti i suoi collaboratori avevano la possibilità di dimostrare quello che valevano, nessuno escluso. Un gruppo di ragazzini trasformati in chirurghi, attingendo linfa ad una fonte inesauribile, ricca di carica emotiva e culturale. Quello che fino a qualche anno prima era uno squallido dormitorio, era stato trasformato, dalle “endorfine” di un solo uomo, in un efficiente Ospedale Regionale, pronto, se solo la politica regionale lo avesse voluto, a diventare l’istituto tumori calabrese, come indicato all’epoca da Natale Cascinelli, Direttore Scientifico dell’Istituto Tumori di Milano, consulente dell’allora ministro della salute Girolamo Sirchia.
Chirurgia oncologica plurispecialistica, Radioterapia ultra moderna già esistenti e l’arrivo dell’oncologia medica nei due piani intermedi, il tutto nel mezzo di un parco verde di ben venti ettari, avrebbero reso reale quella che è rimasta solo utopia per colpa di una politica ed un’amministrazione campanilistica e miope, incapace di rendere centrale il bisogno del malato rispetto alle beghe di fazioni pseudo scientifiche. In quegli anni la chirurgia dell’ospedale Ciaccio fu classificata nei primi 5 posti in una graduatoria nazionale che teneva conto di efficienza e produttività, nell’assistenza dell’ammalato.
Alla luce di quanto affermato, sicuramente anche il compianto dottor Ciaccio apprezzerà la scelta di sostituire la denominazione dell’ospedale a lungo a lui dedicato, consapevole che senza l’opera del suo successore, probabilmente l’ospedale avrebbe arricchito la lista di strutture sanitarie da rottamare.
Ben venga, quindi, - ha voluto concludere il dottore Abbonante - questa insegna luminosa che ricorda a tutti l’operato del Maestro Carlo De Lellis, ben venga soprattutto in questo periodo in cui sembra che molto del Verbo del Maestro sia andato perduto”.