Crisi clementine, Parentela (M5S):“Il governo attivi misure di sostegno”
«Il Ministro dell'Agricoltura Martina si faccia portavoce presso l'Unione Europea affinché vengano riattivate le misure di sostegno straordinarie per salvaguardare i produttori di clementine, fiore all'occhiello dell'agricoltura calabrese». Lo afferma il deputato M5S Paolo Parentela, che ha presentato a riguardo un'interrogazione parlamentare.
Parentela aggiunge: «Alle difficoltà causate dal clima eccessivamente mite, si sono aggiunti i disastri causati dalla politica. Dapprima l'Unione Europea, attraverso il trattato UE-Marocco, ha reso meno convenienti sui mercati esteri i prodotti degli agrumicoltori calabresi, successivamente è intervenuto l'embargo russo. Tutto questo ha causato una crisi da cui è difficile uscire senza l'aiuto concreto della politica».
«Alla crisi – sostiene Parentela – si aggiunge l'interesse delle 'ndrine, che gestiscono la filiera ortofrutticola e stanno spingendo affinché si taglino le produzioni storiche di agrumi e uliveti per sostituirle con colture più redditizie, ma che non appartengono alla cultura calabrese. Le piantagioni di agrumi rappresentano oltre il 90% dell'intera produzione calabrese, non possiamo permetterci di perdere questi prodotti, che identificano la Calabria ed il Mediterraneo nel mondo intero».
«Il prodotto IGP 'Clementine di Calabria' – continua il deputato Cinque Stelle - deve essere reso maggiormente competitivo. Nella mia interrogazione ho proposto al Ministro un tavolo di concertazione tra gli attori istituzionali interessati ed i produttori del comparto agrumicolo così da comprendere meglio le dinamiche che hanno portato alla crisi del settore e programmare gli interventi necessari per venirne fuori».
Parentela conclude: «ci sono le condizioni per richiedere all'Unione europea l'applicazione delle clausole di salvaguardia per turbativa di mercato derivanti dall'ingresso di prodotti del comparto agrumicolo provenienti dal mercato UE ed extra UE. Se il Governo non interverrà con prontezza e determinazione, la Calabria ed il meridione rischieranno di perdere definitivamente competitività sui mercati, favorendo l'abbandono delle terre».