Rende, protesta Fgc contro contributi scolastici
“Difendi la scuola pubblica, blocca il contributo” è lo slogan che ha accolto questa mattina gli studenti del liceo scientifico “S.Valentini”. L’azione di protesta è stata organizzata dai militanti del Fronte della Gioventù Comunista, che hanno presidiato l’ingresso della scuola con striscione, megafono e volantini.
“Da anni le scuole ci impongono di pagare un contributo economico al momento dell’iscrizione, che anno dopo anno è salito fino all’attuale media nazionale di 150 euro – hanno spiegato i ragazzi del Fronte – Il risultato è che l’Italia è l’unico paese in cui la scuola si paga due volte, con le tasse e con questa tassa mascherata da contributo “volontario”, sempre più insostenibile per le famiglie.
Dal 2008 i governi hanno tagliato alla scuola più di 20 miliardi di euro per provvedimenti favorevoli a banche e grandi imprese. Come conseguenza le famiglie sono state indotte a finanziare progressivamente la scuola di tasca propria, e questa è stata la leva per imporre tagli sempre maggiori. Il contributo scolastico oggi non serve a finanziare attività aggiuntive, ma sopperisce alla carenza di fondi per le spese ordinarie ed è ormai la principale fonte di finanziamento delle scuole. Di fatto la scuola pubblica gratuita non esiste più e anno dopo anno siamo abituati all’idea che la scuola si debba pagare”.
“Stiamo lavorando in tutta Italia per costruire anno dopo anno una grande protesta di massa tramite il boicottaggio dei contributi scolastici - ha annunciato Costantino Talia, responsabile locale del FGC - pagare il contributo non significa aiutare la propria scuola, ma rendersi complici del processo di smantellamento della scuola pubblica, reso possibile proprio grazie all’imposizione -di fatto- del contributo scolastico. L’azione di oggi ha apre una fase di proteste che vedrà i nostri militanti impegnati in presidi, manifestazioni e assemblee fuori e dentro le scuole di tutta Cosenza, per rivendicare l’abolizione dei contributi scolastici e la piena copertura da parte dello Stato delle spese per il funzionamento delle scuole, ristabilendo così il principio della gratuità dell’istruzione”.