Videogiochi violenti. Bimbi: 1 su 3 ha convulsioni e panico
È stato condotto in questi mesi da Peter Pan uno studio pilota sulle reazioni dei bambini italiani nella fascia puberale (11.13 anni ) che vedono videogiochi violenti. Il videogioco testato era GTA 5 Grand Theft auto, che vede tre criminali , uno dei quali psicopatico, che uccidono in una città definita Los Santos, ma che raffigura in sostanza le grandi metropoli americane.
Lo studio è stato eseguito grazie al contributo del gruppo Trevisan del veneto e alla Fondazione Scintille di Sergio Mazzuca e Sante Naccarato. Rilevatori sono stati il giornalista Mario Campanella e la psichiatra Donatella Marazziti, docente all’Università degli studi di Pisa.
I risultati sono sconvolgenti: il 34 % di questi bambini ha reazioni tipiche di ansia, insonnia, enuresi notturna, sintomi di derealizzazione; il 26% ha reazioni di fotosensibilizzazione. Mentre il 32 % non mostra segni particolari.
Sono stati testati cinquecento bambini di 4 città ( Roma, Genova, Verona e Salerno ). Il metodo eseguito è stato quello cape, con un’intervista raccolta dai genitori. Il lavoro è iniziato il 1 novembre e si è concluso il 1 febbraio.
“Si tratta di dati che devono far riflettere- hanno dichiarato Donatella Marazziti e Mario Campanella- soprattutto per la facilità con cui questi “giochi” vengono copiati e venduti sul mercato nero senza nessun filtro. Si tratta di esperienze personali, con il joystick che dà la sensazione di essere partecipi, che possono realmente produrre instabilità nei bambini. Gta continua ad essere venduto tranquillamente anche sul mercato legale e anche ai minori di 18 anni.
I bambini che manifestavano ansia e sintomi neurovegetativi – si legge ancora nella nota- non riuscivano a staccarsi dal video, mostrando propensione per la dipendenza. Sono dati che dovrebbero far riflettere la politica italiana e innescare comportamenti adeguati da parte delle istituzioni che continuano ad ignorare sistematicamente i rischi connessi alla libera circolazione di questi videogiochi”.