Guerriri (Sel): “Ripristinare collegamenti sullo Stretto”
"L’intenzione, scoperta tra le righe dagli osservatori più attenti, di Ferrovie dello Stato e Governo di smantellare nella sua quasi totalità il sistema di traghettamento ferroviario nello Stretto di Messina rappresenta più che una minaccia una vera e propria dichiarazione di guerra al sistema dei trasporti meridionale e alla coesione territoriale tanto cara a parole, ma minata e impedita nei fatti dai tanti piccoli e grandi interventi, attivi o omissivi, che hanno caratterizzato la questione trasporti in Italia negli ultimi anni con una pesante incidenza a partire dall’ultimo governo Berlusconi – Matteoli in Italia e Scopelliti-Orsomarso-Fedele in Calabria con l’incredibile atto finale che ha visto la Calabria e la Sicilia uscire dal “Corridoio 1” europeo con la colpevole assenza istituzionale ai tavoli di discussione europea nel 2014”. È quanto afferma Antonio Guerrieri, responsabile trasporti, infrastrutture e ambiente Sel Calabria
“È negli ultimi anni che si è impedito un ammodernamento ed una ulteriore velocizzazione (rispetto a quella realizzata solo pochi anni fa) delle manovre di carico e scarico del materiale rotabile sulle navi traghetto di Bluvia, gestita da Rfi in quanto strumento per garantire la continuità territoriale della rete ferroviaria che dovrebbe essere garantita anche per eventuali operatori privati che volessero investire al Sud come avvenuto di recente con il ripristinato collegamento merci tra Gioia Tauro e Bari.
È negli ultimi anni che sono stati via via soppressi subdolamente i principali servizi ferroviari diurni e notturni, compromessi prima nella composizione dei convogli, che hanno via via perso le peculiari caratteristiche delle carrozze più adatte a viaggi di qualità, poi negli orari, artatamente dilatati con la dichiarata intenzione del presidente dell’epoca delle Ferrovie dello Stato di disincentivare il trasporto ferroviario a favore dell’aereo. Infine la loro quasi totale soppressione o l’accorpamento con i servizi ferroviari calabri e campani che ne hanno decretato la quasi definitiva fine.
Ciò per non parlare delle merci e delle auto a seguito, che in un mondo flessibile e intermodale, sempre per bocca dei funzionari di Trenitalia, sono sempre stati servizi ferroviari visti, chissà perché, servizi a perdere, rigidi e ingestibili e quindi da disincentivare e sopprimere. Per non parlare delle linee non elettrificate depredate dei locomotori ancora efficienti per garantire il soccorso sulle linee Tav. Per non citare lo smantellamento scellerato di alcune stazioni della linea jonica recentemente riammodernate e anche per questo oggetto di interrogazione parlamentare da parte di Sel.
Uno Stato moderno, uno Stato che a cuore il destino di tutto, nella sua interezza e nella sua popolazione, il territorio nazionale non può permettere, non si può permettere, di lasciare monca una sua parte. A nulla servono le rassicurazioni di un’agevole “rottura di carico” quando è risaputo, per chi ha viaggiato almeno una volta e non spesso purtroppo il caso di chi poi decide, quali sono le principali aspettative di chi affronta un lungo viaggio, magari da soli, e spesso tra destinazioni intermedie, peculiarità unica del treno rispetto all’aereo, e non tra i principali centri di partenza e destinazione.
Si ripristino i collegamenti di qualità tra la Sicilia e il Continente, che non significavano solo collegamenti tra la Sicilia e l’Italia da Roma in su, ma tra l’intero meridione che tra residenti e emigranti di ritorno rappresenta più della metà della popolazione nazionale senza considerare turisti ed altri viaggiatori.
Spingano, anzi, le regioni Calabria e Sicilia per un potenziamento dei collegamenti con una propria proposta che possa rendere più sostenibile la regolare circolazione delle navi di Bluvia-Rfi che non si limiti a chiedere la partecipazione dello Stato, ma che preveda una propria compartecipazione diretta con servizi interregionali tra le principali città di Calabria, Sicilia e perché no, Puglia e Campania, realtà che nonostante siano così vicine e con una storia millenaria di scambi e coesione vivono da qualche decennio una reciproca indifferenza di certo acuità e agevolata dall’assenza di collegamenti diretti.
Si chieda quindi con forza e determinazione allo Stato, al Governo e alle Ferrovie, insieme alle deputazioni delle regioni interessate di ripristinare e meglio i servizi con ad esempio, oltre ai collegamenti veloci con Torino e Milano e il ripristino dei periodici per Bolzano e Venezia, un collegamento notturno diretto diqualita’ tra Palermo/Siracusa e Brindisi(Grecia)/Bari o Napoli e il ripristino delle sezioni da e per Reggio dei notturni e dei diurni ipotizzando sezioni per Cosenza e la Puglia dei treni diurni da e per Roma.
Si faccia questo o si dichiari, questa volta con chiarezza e schiettezza, la dismissione non delle ferrovie nel meridione, ma dell’intero meridione da tutte le garanzie costituzionali, in primis il diritto alla mobilità che può essere considerato un diritto alla base di molti altri, che sembrano non valere da Roma in giù".