L’Associazione Nazionale Carabinieri “Arruzzo” alla Messa Interforze
“Siate profeti, mandati a curare la lebbra che affligge il territorio. Agite, donate voi stessi affinché la terra di Calabria torni a splendere”. E' stata l'esortazione che monsignor Santo Marcianò ha rivolto a tutte le forze armate presenti nella Chiesa Mater Domini di Catanzaro, nella quale, questa mattina, l'arcivescovo ordinario militare per l'Italia ha celebrato una Santa Messa in occasione del Precetto Pasquale Interforze, allietata dal coro della comunità Acquaviva di Cosenza.
Un invito che l'Associazione Nazionale Carabinieri, sezione “Giuseppe Arruzzo”, partecipe alla cerimonia solenne accanto a tutte le forze e i corpi armati e non armati statali e a tutte le altre associazioni, ha sentito il dovere di fare proprio. Monsignor Marcianò, calabrese innamorato della sua terra e profondo conoscitore delle sue bellezze, ma anche delle sue contraddizioni e delle sue problematiche, ha chiesto a tutte le “forze” di unirsi, di darsi coraggio reciprocamente per proteggere i cittadini, garantire l'ordine e la legalità, per promuovere il bene comune. Violenza, illegalità, trascuratezza, disoccupazione, sfruttamento lavorativo, mancanza di infrastrutture, distruzione dell'ambiente, fuga dei giovani unita spesso a un disprezzo della propria terra sono i mali che, come ha evidenziato l'ordinario militare, affliggono la Calabria. Mali psico-sociali, li ha definiti, che nascono dall'essere stesso dell'uomo.
E allora, Monsignor Marcianò ha chiamato le forze dell'ordine ad agire da uomini tra gli uomini, con coerenza, verità e misericordia. Riconoscendo il loro alto valore, le ha ringraziate per quello che fanno, pur fra mille difficoltà. “Voi non vi lavate le mani davanti ai problemi, vi interessate degli altri con spirito di servizio, soffrendo fino anche a rimetterci la vita”, ha sottolineato l'ordinario militare rammentando anche tutti i caduti. E, nel richiamare le letture bibliche proclamate, le ha, quindi, invitate a proseguire la loro missione da “profeti” che devono accarezzare i disagi e le sofferenze dell'altro. La messa celebrata, come ha ricordato all'inizio il cappellano militare della Legione Carabinieri Calabria, don Vincenzo Ruggero, ha voluto ricordare che la Quaresima è tempo di amare ed è tempo di pregare. Un cammino di conversione, ha affermato Marcianò, che prepara tutti alla Pasqua, che significa croce ma anche Resurrezione. La speranza e l'amore, pertanto, ha concluso, devono sempre animare l'azione dei militari e dei corpi di Stato in genere, per fare in modo che la terra calabra possa tornare a brillare.
La sezione A.N.C. catanzarese, che con le sue attività si propone di promuovere il bene della collettività, ha condiviso la meditazione dell'ordinario militare e, con affetto e stima, alla fine della celebrazione lo ha ringraziato per la sua vicinanza e per le parole di incoraggiamento.