Rosarno: scontri con polizia, chiesti 2 anni per vicesindaco Roma
Due anni di reclusione per nove imputati, tra cui l'attuale vicesindaco di Roma Luigi Nieri, e due anni e mezzo per Paolo Di Vetta, uno dei leader dei movimenti di lotta per la casa. Sono le richieste di condanna avanzate dal pm Francesca Passaniti nel processo, in corso davanti ai giudici della quinta sezione penale del tribunale, sugli scontri con la polizia del 9 gennaio del 2010 in occasione di un sit-in di solidarietà organizzato a Roma in piazza Vittorio per gli immigrati di Rosarno.
Nieri, che all'epoca era assessore al bilancio della Regione Lazio ed era intervenuto per svolgere, se necessario, un ruolo di mediatore tra manifestanti e forze dell'ordine, deve rispondere di resistenza a pubblico ufficiale aggravata in concorso con l'ex consigliere comunale Andrea Alzetta, Luca Blasi, Bartolo Mancuso, Dario Fontana, Franco Arbia, Michelangelo Parolin, Matteo Iacobelli ed Emiliano Viccaro.
Per tutti è stata chiesta l'assoluzione dal reato di lesioni a pubblico ufficiale, tranne che per Di Vetta che, oltre che per la resistenza, è stato indicato come il presunto autore del ferimento di un agente raggiunto da un corpo contudente. Il pm ha ricordato che quella manifestazione doveva svolgersi “in forma statica”. E invece si sarebbe creato all'improvviso un corteo, diretto a forzare il blocco creato dalla polizia con un fitto lancio di sampietrini, che puntava a raggiungere il Viminale.
Nel sollecitare le condanne, il pm Passaniti ha spiegato che gli imputati, che hanno negato ogni responsabilità, sono stati immortalati in foto e riconosciuti dai poliziotti. Nel caso di Nieri, il magistrato ha spiegato che chi "ricopre cariche istituzionali deve essere considerato responsabile perché si sapeva dall'inizio che quel corteo non era stato autorizzato.
Nieri dice di aver fatto da mediatore con un funzionario della questura che avrebbe dato il via libera a questo corteo ma non ha mai detto con chi ha parlato". I difensori del vicesindaco, invece, hanno chiesto al tribunale l'assoluzione del loro assistito: "Piu' testimoni tra i rappresentanti delle forze dell'ordine hanno dichiarato in udienza che Nieri venne chiamato apposta quel giorno per fare da mediatore e per sbloccare una situazione di relativa tensione. E quello lui ha fatto in veste di rappresentante istituzionale". (AGI)