Sanità: Pezzi, lascio dopo 54 mesi di duro lavoro
"Riprendo un concetto di Massimo Fini: "Nella vita arriva sempre un momento per cui, per una ragione o per l'altra, si deve uscire di scena". Tocca a me ora uscire di scena, in punta di piedi ed a testa alta, secondo il mio stile. Lascio l'incarico, senza rimorsi e senza rimpianti, dopo 54 mesi di duro lavoro nell'esclusivo interesse della sanità calabrese". Lo afferma il generale Luciano Pezzi, fino a ieri commissario della sanità calabrese.
"In questo periodo, davvero lungo, - spiega in un comunicato di commiato - ho fatto quel che ho potuto e saputo fare, al meglio delle mie modeste capacità ed in perfetta buona fede. Le mie azioni ed i miei errori sono quindi ascrivibili soltanto a me stesso. Non ho mai subito condizionamenti di sorta da parte di chicchessia. Anzi sono oggi orgoglioso di poter dire che nessuno mai ha nemmeno provato a condizionare le mie scelte. In questo momento, non privo di forte tensione emotiva, sento il dovere - prosegue Pezzi - di ringraziare tutti coloro che, a tutti i livelli, in ogni circostanza, mi sono stati vicini nella mia diuturna fatica, fornendo apprezzata ed a volte decisiva collaborazione. Sarebbe difficile elencarli tutti singolarmente; mi limito a ricordare gli uomini e le donne del Segretariato della Struttura Commissariale, dell'Unità di missione della G. di F. e del Dipartimento Tutela della Salute nonchè i dirigenti dei Ministeri affiancanti, i dirigenti aziendali, i consulenti di Agenas e KPMG, solo per citarne alcuni. Li ringrazio dal piu' profondo del cuore per ciò che hanno fatto, ben oltre i doveri d'ufficio, nella consapevolezza dell'estrema importanza del lavoro da svolgere. Ringrazio anche i miei, peraltro non numerosi, detrattori i quali mi hanno costantemente ricordato che non si puo' avere la pretesa di piacere a tutti. Infine - scrive Pezzi - saluto tutti i calabresi, quelli che ho conosciuto e quelli che non ho conosciuto personalmente, che nel tempo non hanno mancato di farmi sentire, in vari modi, la propria vicinanza, la propria stima ed, in molti casi, il proprio affetto. Un augurio affettuoso rivolgo a coloro che subentrano nell'incarico, nella certezza che sapranno svolgere in modo ancor più incisivo la propria opera nell'interesse della sanità calabrese. Da ultimo - conclude - desidero rivolgere un deferente saluto al Gonfalone della Regione, simbolo della Calabria, che rimarra' per sempre nel mio cuore".