Lavoro, cresce la precarietà in Calabria
"La precarietà del lavoro in Calabria è testimoniata dalle varie indagini statistiche, che relegano la nostra Regione agli ultimi posti nei vari indicatori economici e registrano in maniera inesorabile i fenomeni di irregolarità e di sommerso che di fatto danno la rappresentazione di un tessuto sociale debole che costantemente risulta ulteriormente impoverito''. Lo si legge in una nota della Cgil Calabria. ''Contestualmente ed in conseguenza del lavoro sommerso - continua la nota - si registrano i fenomeni dell'evasione fiscale, di quella contributiva, quest'ultima con gravi riflessi per il futuro accesso alle prestazioni previdenziali ed in particolar modo a quelle pensionistiche, della sicurezza sui posti di lavoro che sempre di più viene ritenuta un orpello per il tessuto produttivo, nel mentre dovrebbe rappresentare l'elemento di avanzamento nella tecnologia organizzativa aziendale per la competitività sui mercati e comunque a garanzia della qualità del lavoro, della sua sicurezza e quindi del diritto alla salute e alla prevenzione dei lavoratori''. ''Su tale problematica - sostiene la Cgil - esiste una responsabilità di tutti i soggetti sociali ma particolare è quella che riguarda i governi nazionale e regionale che devono aiutare a creare le opportunità di cambiamento nella nostra regione, con una inversione di tendenza che riguardi innanzitutto il rispetto delle regole e del quadro normativo in materia di lavoro''.