“Vacche sacre”, super controlli nel reggino
60 aziende controllate, 21 i reati accertati e 91 le sanzioni amministrative elevate per un ammontare di circa 29 mila euro. E’ questo il bilancio dell’attività che il personale del Corpo Forestale dello Stato, dislocato in provincia di Reggio Calabria, ha espletato dall’1 giugno dell’anno scorso, nell’ambito della repressione al fenomeno delle cosiddette “vacche sacre”, ovvero i bovini allevati allo stato brado, privi di qualsiasi contrassegno identificativo del proprietario, che pascolano in modo incontrollato anche in terreni coltivati invadendo le sedi stradali e ferroviarie, e costituendo un vero pericolo per l’incolumità pubblica.
Il fenomeno, assai radicato soprattutto nel versante ionico della provincia di Reggio, è funzionale alla strategia di controllo del territorio rurale da parte di talune “ndrine”. Le consorterie mafiose, radicate nei rispettivi territori di appartenenza, tendono in tal modo a stratificare e mantenere veri e propri feudi, ponendo in essere azioni intimidatorie verso chiunque si opponga ai soprusi (imprenditori, agricoltori, onesti allevatori di bestiame, comuni cittadini).
A ciò si aggiungono i rischi per la salute, connessa all’immissione nella filiera agroalimentare di carni macellate abusivamente e senza alcun controllo sanitario, fenomeno che il Corpo Forestale dello Stato contrasta con un intensa attività di controllo degli allevamenti presenti in provincia, incardinata a seguito di specifiche direttive del Prefetto e che è inserita nella più ampia attività del cosiddetto “Focus ‘ndrangheta”, in collaborazione con le altre forze di Polizia.