Sabato 2 maggio arriva a Cariati la reliquia di San Cataldo
Sabato 2 maggio arriva a Cariati la reliquia di San Cataldo custodita nel Duomo di Taranto.
Tutto pronto per i prossimi festeggiamenti in onore di San Cataldo, protettore della città di Cariati. Quest’anno ci sarà un evento straordinario, perché la comunità parrocchiale della Cattedrale San Michele Arcangelo, guidata dal parroco don Angelo Pisano, avrà la gioia di accogliere i resti mortali di San Cataldo custoditi nel Duomo di Taranto. Quest’avvenimento si è potuto rendere concreto grazie all’interessamento di Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Rossano Cariati, con il consenso dell’Arcivescovo di Taranto Mons. Filippo Santoro e del Rettore del Duomo di San Cataldo don Marco Morrone. L’arrivo delle reliquie è previsto per sabato 2 maggio alle ore 19.00, all’ingresso di porta Pia, nel centro storico di Cariati e rimarranno, poi, nella Cattedrale di Cariati, per la devozione di tutti i fedeli della vicaria, fino a lunedì 4 maggio. Il programma dei festeggiamenti è iniziato il 30 aprile con l’arrivo dal Santuario, della statua di San Cataldo in piazza Pilè e si concluderà il 10 maggio con la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Mons. Giuseppe Satriano e la tradizionale processione cittadina fino al santuario sito sul litorale ionico cariatese. Ricordiamo, ai devoti, che San Cataldo è nato nel castello di Rachau (Irlanda) tra 610 e il 620. Nel 670 fu ordinato vescovo e, tra il 679 e 680, si recò, da pellegrino, a visitare la Terra Santa. Secondo la leggenda, il santo sarebbe giunto a Taranto per volere divino: infatti, si racconta che durante il soggiorno in Terra Santa, mentre era prostrato sul Santo Sepolcro, gli sarebbe apparso Gesù che gli avrebbe detto di andare a Taranto e di rievangelizzare la città ormai in mano al paganesimo. San Cataldo allora, salpando con una nave greca diretta in Italia, intraprese un lungo viaggio che lo portò a sbarcare in Puglia. A Taranto Cataldo compì la sua opera evangelizzatrice, facendo abbattere i templi pagani e soccorrendo i bisognosi.
Morì a Taranto l'8 marzo del 685 e fu seppellito nella chiesa di San Giovanni, allora duomo della città. Fonti attendibili e bibliografie consolidate vogliono che il 10 maggio 1071, mentre si scavavano le fondamenta per la riedificazione della cattedrale di Taranto, distrutta dai saraceni nel 927, sia stata ritrovata, sulla scia di un profumo inebriante, una tomba, contenente il corpo attribuito al Santo. Dal ritrovamento del corpo, il culto di San Cataldo si sviluppò nella fede dei tarantini, che gli dedicarono il luogo del ritrovamento e lo scelsero come Patrono della città. La tradizione gli attribuisce numerosi miracoli compiuti a Taranto, tra i quali si rammentano i più importanti: avrebbe restituito la vista a un fanciullo e fatto tornare in vita un muratore, avrebbe guarito un cieco e una giovane pastorella muta. In Calabria, San Cataldo, oltre ad essere il protettore di Cariati è anche il protettore di Cirò Marina.