Le invasioni digitali approdano a Trebisacce

Cosenza Attualità Pino La Rocca

Dopo Cerchiara, Villapiana, Amendolara e Rocca Imperiale le “Invasioni Digitali” domenica 3 maggio sono sbarcate a Trebisacce dandosi appuntamento sul meraviglioso terrazzo marino del “Bastione”, sciamando per i suggestivi vicoli del centro storico grondanti di storia, visitando il Museo dell’Arte Olearia “L. Noia” e concludendo l’itinerario presso l’antica cappella di “Sant’Antonio Abate” dove è stato preparato un ricco bouffet nel quale l’ha fatta da padrone il rinomato “Biondo tardivo di Trebisacce”, l’arancia tipica e unica che si produce nelle “vigne” con la quale, oltre che gustose spremute, si producono marmellate, sciroppi e dolci d’ogni genere.

Un’invasione dolce e silenziosa, quella degli invaders, non come quelle dei Turchi e dei Saraceni che mettevano a ferro e fuoco e saccheggiavano il nostro antico borgo marinaro, un’invasione pacifica e fatta in punta di piedi, che è servita e mettere al centro dell’obiettivo di video-camere, macchine fotografiche, smartphone, tablet e di tutte le altre diavolerie multimediali, l’antica cinta muraria, la Chiesa Madre di San Nicola di Mira e tutto il Centro Storico, autentico scrigno di storia, di tradizioni e di cultura popolare.

L’invasione, organizzata dall’associazione culturale “Il Pontile” in collaborazione con l’amministrazione comunale, il Consorzio dei Giardini, Sole-Frutta, Barbarossa e Qui-Poste, è servita, così come per gli altri paesi dell’Alto Jonio, a mettere a fuoco ed a far viaggiare sul Web, attraverso Facebook, Instagram, Twitter, i tesori ambientali, le bellezze artistiche e le tipicità della cittadina jonica per una possibile, augurabile ricaduta turistica. Peccato che tutto quello che si può mettere a fuoco e tanto facilmente ammirare sul web, è tanto difficile da raggiungere per via del cronico isolamento geografico che, a causa di gravi e antiche carenze infrastrutturali (strade, ferrovie, porti ed aeroporti), condiziona in modo negativo lo sviluppo di Trebisacce, dell’Alto Jonio e di tutta la Sibaritide.