Lo sguardo dei detenuti al Progetto Gutenberg
Se un libro rende liberi, come ha giustamente osservato la dirigente del Liceo Classico Galluppi, Elena De Filippis, durante la presentazione del Progetto Gutenberg, non c’è posto migliore per sperimentarlo del carcere. Liberi almeno di pensare con la propria testa, questo è sempre stato l’obiettivo educativo di chi svolge tra quelle mura il difficile ruolo di insegnante. Ad accrescere questa nutrita edizione, dal suggestivo titolo “Sguardi”, si aggiunge quest’anno una nuova scuola, forse sconosciuta ai più, ma ormai consolidata negli anni: la Scuola Secondaria di I grado del CTP (Centro Territoriale Permanente per l’Istruzione degli Adulti - Istituto Comprensivo “V. Vivaldi”), con i corsi attivi all’interno della Casa Circondariale di Siano, finalizzati al conseguimento del titolo di studio conclusivo del I ciclo di istruzione.
Il progetto è stato rivolto ai detenuti del circuito di Alta Sicurezza, iscritti ai corsi scolastici, che hanno aderito con entusiasmo, orgogliosi di partecipare ad un’iniziativa che ne accoglie senza pregiudizi lo sguardo, accomunandoli a tutti gli altri studenti della regione. Nonostante la bassa scolarizzazione di partenza, ci sono tanti detenuti che amano leggere, partecipano ad iniziative culturali, corsi professionali e progetti scolastici, e ciò perché, alla base di tutto, frequentano una scuola che ha dato loro non solo le basi, ma anche i giusti stimoli per sviluppare interessi sempre nuovi. Referenti del progetto, la prof.ssa Roberta Giuditta, docente di Lettere della Scuola di I grado, e la prof.ssa Francesca Tedesco, insegnante della Scuola primaria e responsabile del CTP.
Tra i tanti titoli proposti dal progetto di quest’anno, la scelta è ricaduta sulla narrativa ed in particolare su testi d’attualità, di interesse interdisciplinare, facilmente collegabili con i percorsi didattici seguiti nel corso dell’anno. Ad interessare maggiormente gli studenti è stato il volume di Giuseppe Catozzella, “Non dirmi che hai paura”, un testo tragicamente attuale che racconta le vicende di Samia, una ragazzina somala con la passione per la corsa, la cui storia finirà nel Mediterraneo, a pochi metri dalla salvezza. Domani pomeriggio, sabato 9 maggio, alle ore 16.30, presso l’auditorium dell’ITIS Scalfaro di Catanzaro, si svolgerà un momento di confronto sui temi del libro arricchito dalle letture di Daniela Vitale.
Questa lettura ha avuto un effetto davvero dirompente, provocando un misto di rabbia, impotenza e autentica commozione, frutto della partecipazione umana ad una vicenda purtroppo reale. I lettori, tutti meridionali (provenienti da Sicilia, Campania, Calabria, Puglia), cresciuti in realtà spesso marginali o che hanno conosciuto una forte emigrazione, e dove tuttora i giovani vivono senza prospettive per il futuro, hanno rivolto il loro sguardo su un’umanità ancor più dolente e sconosciuta. Quella che finora è stata solo una notizia del telegiornale, improvvisamente è stata vista sotto una luce diversa. Hanno voluto rileggere la storia del colonialismo in Africa, il ruolo dell’Italia in Somalia e in Libia, hanno approfondito le conoscenze sui paesi da cui proviene la maggior parte dei migranti, hanno consultato atlanti e libri di geografia per ripercorrere idealmente quegli stessi itinerari, attraverso i deserti fino alle porte della ricca Europa, separata da un breve tratto di mare che rappresenta la salvezza e dove invece molti di loro trovano la morte.
Due di loro hanno voluto scrivere una recensione del libro, da condividere con tutti gli altri studenti e con l’intero pubblico del Gutenberg, un commento a cui affidare le loro riflessioni, le loro emozioni, le tante domande senza risposta, e soprattutto lo sdegno verso chi lucra sulla sofferenza.