Seconda giornata del congresso “Nuova frontiera della pediatria”
La complessità di gestione delle malattie pediatriche, connaturatasi per via dell’incapacità dello stesso paziente ad indicare la sintomatologia e le condizioni di malessere, stimola, ad ogni latitudine, la necessità di individuare nuove opportunità diagnostiche e terapeutiche.
Il confronto, lo scambio di esperienze, la possibilità di entrare in contatto con realtà socio assistenziali esterne al territorio regionale permette di poter raccogliere tutta una serie di dati e informazioni da destinare non solo ai medici ma anche a coloro i quali, nella fase di specializzazione, hanno il desiderio di approfondire il proprio bagaglio culturale, in un’intesa che punta, in primis, al riordino delle competenze e ad una sempre maggiore sinergia tra le varie componenti del sistema sanitario.
Il congresso nazionale “Il Bambino del Mediterraneo”, giunto alla sua undicesima edizione e svoltosi quest’anno nella bellissima location del Centro Congressi “Estella”, rappresenta, in tal senso, un punto di riferimento importante nel panorama pediatrico nazionale e internazionale; un crocevia di esperti, medici, infermieri, giovani specializzandi pronti a trasmettersi l’uno con l’altro nozioni ed esperienze, con l’obiettivo di crescere e migliorare insieme.
“Puntare alla formazione sinergica e multidisciplinare - ha affermato Giovanni Capocasale, pediatra e presidente del congresso - non è una strada semplice da percorrere soprattutto in un’area così vasta e complessa, come quella dell’urgenza ed emergenza dedicata ai bambini; un ambito dove manca, di fatto, una reale condivisione di quelli che dovrebbero essere i percorsi e gli obiettivi da raggiungere per assicurare ad ogni paziente un ottimo stato di salute, inteso, non come assenza di malattie, ma come un buon equilibrio tra benessere psichico e fisico; nonostante ciò da ben undici anni lavoriamo per crescere e cercare interventi diagnostici e terapeutici che sino attinenti ai cambiamenti e ai bisogni della società in cui operiamo”.
Per far ciò, ha concluso Capocasale, “egistriamo, al contempo, la necessità di creare un’intesa con tutte le figure professionali del settore medico, infermieristico e dell’associazionismo; solo mettendoci in rete riusciremo a portare a termine il progetto di una sanità equa e disponibile per tutti i bambini. Un’occasione importante per l’intera regione - ha detto Capocasale - per diventare noi stessi, come territorio, punto di riferimento per l’intero bacino del mediterraneo”. Tutto questo poi anche alla luce dei continui flussi migratori che interessano quotidianamente la nostra regione e che richiamano sempre al continuo aggiornamento delle professioni pediatriche.
Di spessore e di interesse verso una patologia molto frequente è stata la relazione di Luciana Indinnimeo, che ha illustrato le ultime novità nella cura della Bronchiolite e Marzia Duse che ha relazionato sui principati . Queste, hanno evidenziato, l’esigenza di avviare dei percorsi di prevenzione che possano scongiurare in maniera reale il pericolo di malattie allergico - respiratorie nei bambini. “In quest’ottica - ha espresso la dottoressa - è fondamentale che il sistema sanitario riesca a dare delle linee guida da seguire, in maniera uguale su tutto il territorio, con la creazione di protocolli d’intervento condivisi e mirati”.
L’undicesimo congresso de “Il Bambino nel Mediterraneo” ha dato anche il via al VI Congresso Regionale S.I.M.E.U.P - la Societa Italiana di Emergenza e Urgenza Pediatrica. Obiettivo dell’evento quello di puntare al riconoscimento, nell’area dell’emergenza e urgenza, dell’esclusiva competenza dei pediatri negli eventi acuti riguardanti bambini, con interventi che, tuttavia, devono essere condivisi con tutte le altre figure che lavorano nell’ambito del sistema sanitario generale.
Come piegato da Anna Maria Sulla, presidente Simeup Calabria,
“esser competenti nelle prestazioni connesse alle svariate condizioni di urgenza sta diventando un fattore fondamentale, soprattutto in pediatria. Il nostro intento - quindi - è quello di iniettare il sistema sanitario di nozioni e conoscenze ormai indispensabili e utili anche al controllo organico e sistematico di tutti quei fattori che non permettono un pronto intervento sui casi”.
In tal senso, le argomentazioni scaturite dal congresso, richiamano con forza le competenze di una politica che non può più essere indifferente ma che la contrario deve lavorare nella creazione in Calabria di almeno un presidio pediatrico e il congresso, grazie alle autorevoli presenze, del vice presidente della Regione Calabria, Vincenzo Ciconte e del senatore Piero Aiello, componente della Commissione Sanità al Senato, sono state un grande segno di apertura e di vicinanza.
“Tale necessità - ha affermato la Sulla - che non dev’essere più solo un progetto ma un’azione da attuare nel più breve tempo possibile; i bambini calabresi, infatti, non possono più aspettare e non vogliono in nessuna maniera essere penalizzati rispetto ai bambini delle altre regioni d’Italia che hanno i propri punti di riferimento nei momenti di emergenza – urgenza”.
Un rapporto fondamentale, quello tra medici e università che viene anche potenziato e arricchito dal contributo che il terzo settore da alla Sanità. Sempre nell’ambito delle emergenze infatti diventa fondamentale il ruolo dei volontari e dell’associazioni. "Una rete di figure altamente specializzate - ha spiegato Giuseppe Ferragina - presidente del Coordinamento Infermieri Volontari Emergenze Sanitarie - che ogni giorno collaborano con il mondo sanitario per andare proprio a colmare tutte quelle lacune che, il pubblico, non riesce, per diversi motivi a intercettare".
“Aggiornare le proprie competenze, relazionarsi con l’esterno - ha invece commentato il professor Roberto Miniero, direttore della Scuola di Pediatria dell’Università Magna Grecia - è importante anche per gli specializzandi, dal momento che sono loro il futuro da cui poter attingere la buona sanità. Negli ultimi anni - non a caso, ha affermato Miniero - la Calabria è cresciuta in maniera esponenziale; tanti i traguardi raggiunti ma c’è ancora da lavorare nel cercare di creare una rete di competenze da intersecare tra loro e consentire un intervento sul caso mirato e competente”.