Il sale in eccesso ritarda la pubertà
Il sale in eccesso uccide ogni anno più di 1,6 milioni persone nel mondo anche se tantissimi di noi non riescono a vivere senza. Eppure abusare del sale è dannoso per la nostra salute come un qualsiasi altro cattivo vizio. L'Istituto americano di medicina (IOM) ha concluso in un rapporto nel 2013 che la maggior parte delle osservazioni ha dimostrato un collegamento tra elevato consumo di sale e ipertensione, malattie del cuore, fino addirittura ad arrivare a infarti e ictus. E questo, secondo il parere di alcuni studiosi europei, sarebbe solo la punta dell’iceberg.
Così una ricerca condotta presso il Congresso Europeo di Endocrinologia di Dublino ha messo in evidenza altri fattori allarmanti relativi al consumo del sale, i quali riguardano la pubertà nei più giovani e, di conseguenza, la qualità del loro futuro. L'equipe di ricercatori ha determinato durante un esperimento condotto in laboratorio su di un gruppo di ratti a cui era stato somministrato un quantitativo di sale pari a 3-4 volte quello normale, un netto ritardo nello sviluppo ormonale rispetto ai roditori a cui invece era stato somministrato un livello più basso dello stesso minerale.
Nel caso la pubertà venga ritardata, i problemi che possono insorgere sono preoccupanti, e in età adulta possono avere un impatto negativo sulla fertilità e causare in questi individui forti problemi comportamentali e di stress. “Si è stabilito che il consumo di elevati livelli di cloruro di sodio e grassi ha un effetto dannoso sulla salute degli organi riproduttivi”, ha spiegato la dottoressa Dori Pitynski, leader dello studio. Già da tempo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda alla popolazione mondiale di abbassare il consumo di sale fino a 5g al giorno. Si tratta di un problema reale, che purtroppo non viene risolto semplicemente evitando di condire le nostre insalate: un contenuto eccessivo di sale si può trovare anche nei pasti precotti e nei cibi preconfezionati.
Secondo l’organizzazione Action on Salt, il 75% delle pizze surgelate, per esempio, contiene una quantità di sale nettamente superiore a quella a cui dovremmo limitarci quotidianamente. Purtroppo, la stessa cosa vale per tantissimi tipi di pane e di carni, prime tra tutte la pancetta. Da parte sua l'American Heart Association ha chiesto all'Agenzia Americana dei Farmaci (FDA), di limitare la quantità di sale consumato a 1,5 grammi al giorno. Secondo l'associazione, più del 75% del sale assorbito dagli americani proviene da ristoranti e dal cibo industriale.
La cosa migliore da fare per evitare il consumo eccessivo di sale è controllare sempre, senza eccezione, l’etichetta di tutti gli alimenti che acquistiamo al supermercato. In linea generale, sono considerate eccessive le quantità che superano gli 1.5g di sale (o 0.6g di sodio) per 100g di cibo, mentre viene considerata bassa una quantità pari a 0.3g (o 0.1g di sodio). I risultati di questo studio mostrano la necessità di politiche vigorose per ridurre il consumo di sale in tutto il mondo.
Anche se mancano statistiche e dati precisi, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, anche in Italia, l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) raccomanda di ridurre il consumo di sale, perché la connessione tra eccessivo consumo di sale e conseguenze negative sulla salute è un fatto ormai conclamato.