Falsi braccianti truffavano Inps e Comunità europea, danno erariale da 3 milioni di euro
459 persone sono state segnalate alla Procura regionale della Corte dei conti con l’accusa di aver richiesto e percepito indebitamente dall’Inps “indennità a sostegno del reddito” per un importo complessivo di oltre 2,3 milioni di euro. Altri 5 soggetti sono invece considerati gli organizzatori di una frode per ottenere - da parte di una società a responsabilità limitata da loro costituita - aiuti comunitari per oltre 660 mila euro.
L’OPERAZIONE, eseguita stamani dalla Guardia di Finanza di Catanzaro, arriva al termine di alcuni accertamenti eseguiti dai militari su un presunto danno erariale derivato dalla percezione illecita di finanziamenti pubblici sotto forma di prestazioni a sostegno del reddito ed erogate dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Si tratta, nel dettaglio, di indennità di “disoccupazione agricola”, di “maternità” e “malattia”, e di alcuni “aiuti” all’agricoltura stanziati dall’Unione europea nell’ambito della politica agricola comune.
La segnalazione di danno erariale è l’atto conclusivo di una indagine lunga e complessa, nota con il nome di “Arcadia 2”, che aveva già condotto, nel gennaio dell’anno scorso, all’arresto di due imprenditori ed al sequestro per equivalente di beni per circa 3 milioni di euro.
IN PARTICOLARE, le fiamme gialle avevano scoperto che i soggetti incriminati avevano posto in essere una serie di fittizi contratti per l’acquisizione di terreni, stipulati per giustificare il notevole fabbisogno di manodopera, in realtà operato attraverso la falsa assunzione di centinaia di braccianti. Questi ultimi, poi, facevano risultare migliaia di giornate lavorative necessarie per ottenere i vari trattamenti previdenziali ed assistenziali e, contestualmente, assicurandosi anche una falsa posizione contributiva che, al raggiungimento dei limiti di età, gli avrebbe consentito di percepire anche la relativa pensione.
A lato di questo complesso sistema, gli imprenditori avrebbero anche sfruttato le falsità commesse per assicurarsi il finanziamento di 600 mila euro dalla Ce.
“La segnalazione alla Procura regionale della Corte dei conti, relativa all’importo complessivo della presunta frode – spiegano soddisfatti dalla Gdf - è finalizzata ad avviare un’azione di recupero del maltolto alle casse erariali, confidando che le risorse siano, in futuro, messe a disposizione di imprese agricole realmente operative”.