Truffa milionaria nel catanzarese, arresti e sequestri
Un imprenditore agli arresti domiciliari, Luigi Maria Mazzei, l'obbligo di dimora per il rappresentante di una societa', il sequestro preventivo di tre aziende per un valore complessivo di circa 30 milioni di euro, il sequestro per equivalente nei confronti dell'imprenditore di oltre 284 mila euro per l'utilizzo di fatture inesistenti. E' questo il bilancio di un' operazione condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Catanzaro che ha riguardato i contributi statali ottenuti da un gruppo aziendale che opera nel settore manifatturiero e turistico-alberghiero. Dopo diverse verifiche fiscali, le Fiamme gialle hanno avviato un'articolata indagine, coordinata dalla Procura di Lamezia Terme, durante la quale e' emerso che le societa' "Cofain Srl", Temesa hotel e Resort Srl" e "Inveco Srl" avevano ottenuto contributi pubblici europei e regionali in maniera fraudolenta. Un meccanismo che avrebbe realizzato anche passaggi di denaro e affari all'estero, anche in zone considerate "paradisi fiscali". In tutto, sono stati evidenziati tre investimenti per un totale di quasi 18,7 milioni di euro, di cui oltre 7 milioni indebitamente percepiti. Il meccanismo sarebbe stato messo in piedi, secondo la Guardia di finanza, grazie a documentazione ideologicamente falsa, distrazione di fondi pubblici senza l'apporto obbligatorio di "mezzi propri", false certificazioni sullo stato di avanzamento dei lavori, esportazione all'estero di capitali. Complessivamente sono stati segnalati all'autorita' giudiziaria tredici soggetti, ritenuti responsabili a vario titolo di truffa per il conseguimento di fondi pubblici, falso ideologico, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, malversazione e bancarotta fraudolenta. Tre le societa' segnalate per responsabilita' amministrativa. Durante le quindici verifiche fiscali effettuate, sono stati riscontrati dalle Fiamme gialle piu' di 11 milioni di euro di costi indeducibili, circa 2 milioni di euro di ricavi non dichiarati e 2 milioni di euro di Iva dovuta, oltre all'individuazione di 31 lavoratori in nero.
h 18:55 | Aveva chiesto contributi europei e regionali per oltre 18 milioni, sette dei quali percepiti, l'imprenditore di Lamezia Terme, Luigi Maria Mazzei, residente a Roma, posto agli arresti domiciliari nell'ambito di una operazione portata a termine dalla guardia di finanza su una presunta truffa ed i cui particolari sono stati illustrati questa mattina nel corso di una conferenza stampa. I contributi per i quali aveva chiesto l'erogazione riguardavano la realizzazione di un albergo e di due impianti fotovoltaici per altre due sue aziende, ma degli impianti non e' stata trovata traccia. Le indagini che hanno portato al suo arresto ed all'obbligo di dimora per un componete di una delle societa' psote sotto sequestro sono state condotte dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Catanzaro e coordinata dalla Procura di Lamezia. Inchiesta che ha fatto emergere una truffa milionaria. I finanzieri hanno anche sequestrato tre aziende dell'imprenditore, il Temesa Hotel di Nocera Terinese, la Cofain Srl e la Iveco Srl, per un valore di 30 milioni di euro. Nell'incheista sono finite inoltre 13 persone che sono indagate in stato di liberta' con l'accusa, a vario titolo, di truffa, falso ideologico, emissione di fatture per operazioni inesistenti, malversazione e bancarotta fraudolenta, mentre tre societa' sono state segnalate per responsabilita' dei propri amministratori. Dalle indagini e' emerso che l'imprenditore, grazie ad una rete di relazioni con aziende in varie parti d'Italia, aveva realizzato un complesso sistema di frode. Per ottenere i finanziamenti veniva realizzata documentazione falsa con fatture per operazioni inesistenti, per dimostrare agli enti erogatori l'esistenza di costi di realizzazione delle opere finanziate. Inoltre e' emerso che l'apporto di capitali propri dell'imprenditore era solo fittizio dal momento che i fondi ottenuti venivano poi trasferiti sui conti personali per dimostrare una liquidita' economica. L'imprenditore, inoltre, si e' rivolto a due societa' olandesi, che secondo l'accusa esistevano solo sulla carta, allo scopo di esportare i capitali all'estero. Nel corso delle indagini, i finanzieri hanno effettuato 15 verifiche fiscali accertando 11 milioni di costi indeducibili, due milioni di ricavi non dichiarati, altri due milioni di Iva dovuta e hanno scoperto 31 lavoratori in nero. I particolari dell'operazione sono stati illustrati dal procuratore della repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Vitello, dal comandante provinciale della Guardia di Finanza, generale Salvatore Tatta, dal comandante del nucleo della polizia tributaria, colonnello Fabio Zanziani e dal Colonnello, Giuseppe Furciniti.