Capocolonna, Meo: “Fornire documentazione ad amministrazione comunale”
Riceviamo e pubblichiamo una nota del consigliere comunale Fabrizio Meo in merito all’area archeologica di Capocolonna.
“Venerdì sei giugno si è svolta su mia convocazione la Commissione Consiliare archeologia e Cultura, si è posta tale esigenza immediatamente dopo il sopralluogo effettuato a Capo Colonna da Sindaco, Assessore alla Cultura, Presidente della Commissione Cultura De Vona, il dott. Cava responsabile del Museo Archeologico di Crotone ,e dal l’ispettore Luigi La Rocca del Ministero nonché dal Direttore del Dipartimento Archeologia Famiglietti, ai lavori della Commissione ha partecipato anche la dott.ssa Margherita Corrado, protagonista assieme a Gettini Vitalba e Sette Soli delle prime denunzie sul tentativo di scempiare il Parco archeologico di Capo Colonna, sicuramente un luogo che è stato ribadito nel corso della Commissione deve essere sacro all’umanità intera.
Vi è da sottolineare che solo subito dopo la delibera del Consiglio Comunale con la quale si è preteso l’assunzione di un ruolo attivo da parte dell’amministrazione che al contrario, dal 2009 fino a tale deliberato di due settimane fa, si era tirata fuori da tutto ed era rimasta all’oscuro rispetto ad ogni sviluppo, e quindi soltanto dopo l’invio al Ministero di tale delibera consiliare (così come espressamente preteso nel pronunciamento del Consiglio) si è ottenuto questo primo coinvolgimento.
Al di la della soddisfazione per un primo, cercato coinvolgimento dell’amministrazione debbo però evidenziare che quanto riferitoci molto più che ottimista mi ha lasciato direi sconcertato. A quanto pare, infatti, senza tentennamento alcuno, i rappresentanti del Ministero e della Soprintendenza si sono detti decisi a rimuovere almeno parte del cemento riversato sul colonnato che sino a questo momento pareva invece essere destinato a terminare i suoi giorni affogato da quello che loro chiamavano magrone, quasi che tali reperti archeologici che pure hanno sfidato lo scorrere dei millenni fossero divenuti idrosolubili.
Quanto alla mastodontica e sproposita copertura che avrebbe dovuto proteggere il mosaico ritrovato da Paolo Orsi, la medesima troverà altra collocazione (presumibilmente nei paraggi del Museo), avvalorando l’ipotesi anche questa sino ad oggi ritenuta assurda che la sua messa in opera avrebbe potuto danneggiare più che proteggere i reperti archeologici di età Romana. Corollario di tale ripensamento è che in mancanza di alternative che mai si è pensato di progettare il bellissimo mosaico potremo ammirarlo solo proiettato sul muro della Torre Nao.
Al di la di tali “innovative” soluzioni il progetto per il momento non vedrà altre rimodulazioni, non si è pensato cioè ad ottenere risparmi di spesa magari rinunziando a qualcuno dei costosissimi espropri previsti, (vedi Casa Sculco), al fine di ricavare risorse che consentissero ad esempio di riportare alla luce e di restaurare il Mosaico scavato da Orsi e raffigurante dei bellissimi delfini che appare oggi l’ennesima incolpevole vittima di questo bizzarro modo d’intendere il concetto di valorizzazione e fruizione del nostro patrimonio artistico .
Ciò che però rende maggiormente perplessi e che a fronte di un tanto clamoroso, quanto opportuno e tardivo ripensamento che quantomeno esclude l’utilizzo massiccio del cemento non è stato ancora comunicato dai soggetti preposti nulla di scritto, tantomeno, in occasione dell’incontro di cui ci è stato riferito è stato stilato alcun verbale.
Soprattutto vi è da dire che considerata l’enorme distanza fra quanto fermamente dichiarato, persino dal Ministro in Parlamento prima, durante e dopo i giorni della vera e propria battaglia condotta da coraggiosi nostri concittadini e quanto affermato oggi, dobbiamo necessariamente presumere di essere stati presi in giro da qualcuno. Ma l’aspetto forse che maggiormente dovrebbe interessare anche l’autorità giudiziaria è che chi oggi dichiara che le colonne non hanno bisogno di cemento o altra protezione è la stessa persona che avrebbe (il condizionale è d’obbligo) stilato la relazione che ha consentito al Ministro della Repubblica Italiana di tacciare implicitamente d’ignoranza tutti coloro che hanno motivatamente sostenuto in questi mesi che il cemento oltre che obbrobrioso era del tutto inutile! A tal riguardo voglio precisare che nel corso dei lavori della seduta ho formalizzato la richiesta (subito condivisa dalla Commissione) di pretendere che siano consegnati all’Amministrazione Comunale (e quindi alla città) l’intera documentazione relativa al procedimento che ha portato gli ispettori a Crotone e le successive determinazioni sia del Ministero che della Sovrintendenza. E’ evidente che qualora si dovessero riscontrare insanabili conflitti fra quanto suggerito dagli stessi ispettori e le conclusioni cui perveniva il Dipartimento Archeologia e lo stesso Ministro e/o i suoi sottosegretari e collaboratori, bisognerà comprendere se un tale eventuale conflitto possa essere ascritto all’ignoranza, alla malafede o a tutte e due le cose insieme”.