Parte l’attività londinese di Libera
Presentata ufficialmente a Londra l'attività della sezione inglese di Libera, l'as-sociazione contro le mafie presente in tutta Italia, presieduta da don Luigi Ciotti, e che ora è sbarcata anche nel Regno Unito grazie all'impegno di alcuni conna-zionali emigrati in Gran Bretagna, volontari di “Friends of Libera”.
Con un evento nella sede dell'Inca, il patronato della Cgil, nel quartiere di Islin-gton, è partita la nuova attività dell'associazione, che a Londra è coordinata da Paolo Fumagalli, giovane avvocato, Anna Sergi, calabrese, che insegna “Policing and Crime Science” agli studenti di criminologia dell’Università di West London, Stefano Donati e Caroline De Stefani.
“A Londra la comunità italiana è in crescita e le ultime stime la descrivono come la terza città più popolosa di italiani all’estero – ha spiegato Anna Sergi – quindi è importante per tutti capire che la mafia non esiste solo nel contesto italiano, e che esistono tre tipi di antimafia: quella legale, quella culturale (un esempio è proprio Libera) e quella di parata. Di quest’ultimo tipo abbiamo molti esempi perché purtroppo il potere dell’antimafia è così simbolico da attirare anche i mafiosi”.
«Per questo – ha aggiunto Paolo Fumagalli – abbiamo deciso di far conoscere Li-bera a Londra, dove vive una delle più grandi comunità italiane all’estero: per combattere gli stereotipi e diffondere la cultura dell’antimafia sia tra gli italiani che vivono qui, sia tra gli inglesi che si appassionano alla cultura e alla storia ita-liana”.
Il lancio ufficiale è stato l'occasione per presentare il documentario “The chan-ging face of the mafia”, un lavoro della durata di 30 minuti realizzato dal giorna-lista britannico Johnny Miller e incentrato sulle piccole realtà locali siciliane, come Petrosino, cittadina di 8 mila abitanti governata dal sindaco - ed ex 'expat' a Londra - Gaspare Giacalone. "Collaboro già con Libera in Sicilia - ha spiegato Giacalone - e l'idea di farlo anche qui a Londra è bellissima. Qui ha un valore simbolico notevole, in quanto questa città è la capitale della finanza e qui c'è un grande flusso di denaro, tutte cose che le mafie sanno sfruttare benissimo".
La “City”, infatti, segue regole economiche tutte sue, gioiello dell’economia pulita ma pure di quella sporca perché sono un’opportunità sfruttata dalle mafie. “Sono regole che servono a facilitare il mercato rendendolo più flessibile – ha spiegato Anna Sergi al periodico ‘Londra Italia’, – ma questa regolamentazione giuridica è borderline con il paradiso fiscale, e le mafie – nella loro accezione moderna – hanno una tipologia di investimenti all’estero a cui Londra si presta molto. E’ importante che queste cose siano conosciute non solo dagli studenti di criminologia ma da tutti”.