Operazione di contrasto al lavoro sommerso della Gdf

Cosenza Attualità

Continuano senza sosta, sull'intero territorio della provincia, i controlli nei luoghi di lavoro effettuati dai dipendenti Reparti della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Cosenza. L'attività svolta nella prima parte dell'anno è stata indirizzata verso una pluralità di settori ritenuti particolarmente a rischio nell'impiego di manodopera irregolare, quale edilizia, agricoltura, istituti di bellezza, parrucchieri nonché le attività commerciali gestite da operatori di etnia cinese. Ed infatti, durante i numerosi interventi realizzati, sono state identificate 98 persone impiegate "in nero" o con posizioni lavorative irregolari. Ulteriore attività è quella eseguita durante la decorsa stagione estiva, che ha posto l'accento prevalentemente sulle attività connesse al settore turistico/ricettivo: alberghi, ristoranti, agriturismo e pizzerie, bar e gelaterie, stabilimenti balneari, villaggi turistici, discoteche e locali da ballo. Quest'ultima azione di contrasto, che rientra nell'ambito del controllo economico del territorio - componente essenziale della missione istituzionale della Guardia di Finanza quale forza di polizia con competenza generale in campo economico finanziario - è stata ampiamente pianificata a tutela di chi opera nel settore turistico, che, nel periodo estivo, aspira giustamente ad una espansione del proprio giro d'affari e va quindi protetto da chi, disattendendone le regole, si pone sul mercato in regime di concorrenza illecita creando non poche difficoltà agli operatori onesti. Con l'impiego di 46 pattuglie, sono stati passati al setaccio 56 esercizi commerciali, collocati nei più rinomati luoghi di villeggiatura presenti nella provincia che, sulla base dei dati e dell'esperienza operativa, risultano maggiormente influenzati da forme di impiego di lavoro nero ed irregolare. Durante i citati interventi sono state individuate ulteriori 93 persone impiegate "in nero" o con posizioni lavorative irregolari. Le irregolarità sono state segnalate alle competenti direzioni provinciali di Inps, Inail e Lavoro per l'applicazioni delle relative sanzioni amministrative.