Truffa all’Inps: ancora falsi braccianti, 23 indagati nel crotonese
Le fiamme gialle crotonesi hanno scoperto l’ennesima truffa ai danni dell’Istituto per la previdenza sociale. Questa volta sono quasi 500 mila (473.000 per la precisione) gli euro incassati illecitamente: 23, invece, i soggetti indagati e che sono accusati di truffa aggravata in concorso e falso.
Il sistema di frode, non nuovo, avrebbe consentito infatti a un imprenditore agricolo crotonese di far ottenere, mediante contratti di manodopera agricola falsi, i contributi per la disoccupazione, la malattia o la maternità a diversi soggetti della zona. Il tutto grazie anche alla dichiarazione di terreni agricoli che erano già presenti in altre dichiarazioni aziendali presentate da un parente dell’imprenditore.
Gli accertamenti, eseguiti in collaborazione con l’Inps , sono stati svolti dal personale dell’aliquota Guardia di Finanza della Procura insieme ai colleghi del Nucleo di Polizia Tributaria.
L’attività investigativa avrebbe svelato i meccanismi della frode a partire dal 2003 e perpetrata per oltre un decennio; i terreni dove operava l’azienda si presentavano totalmente incolti, privi di impianto di irrigazione e con resti di steli di grano (le stoppie), della cui esistenza il titolare non sarebbe stato in grado di dare spiegazioni. La stessa azienda agricola era priva di qualsiasi mezzo meccanico per la lavorazione dei terreni e delle colture, come anche le giornate lavorative dichiarate con i modelli Dmag inviate all’Inps erano nettamente superiori rispetto a quelle dichiarate come necessarie per la coltivazione dei fondi.
Numerose, inoltre, sono apparse agli inquirenti le contraddizioni fra le affermazioni in atti del titolare dell’azienda e i presunti braccianti circa i prodotti coltivati.
L’attività dei finanzieri non si è limitata a questo e si è concentrata anche sull’analisi dei costi della azienda: sebbene dalla presunta attività fosse emersa la necessità di acquisto di piantine, concime, diserbanti, carburante per trattore, il titolare non è stato in grado di esibire alcun documento fiscale comprovante gli acquisti né, tanto meno, le vendite dei prodotti che sarebbero stati ottenuti.