Uccise il padre e ferì la madre, assolto per “vizio totale di mente”
Si era scagliato contro i genitori colpendo il padre di 63 anni, ripetutamente, a calci e pugni (tanto che un mese dopo morì in ospedale a Catanzaro nonostante le cure). La madre, invece, riuscì a salvarsi dal figlio che voleva farla precipitare dal balcone di casa.
Il fatto era avvenuto a Cerva, nel catanzarese, l’8 dicembre del 2014: l’uomo, un 34enne, soffriva di disturbi psichici; venne arrestato subito dopo dai carabinieri di Sersale che lo rintracciarono mentre girovagava nei pressi dell'abitazione.
Oggi, nel processo a suo carico, il giudice Pietro Scuteri, del tribunale di Catanzaro, ha assolto C.B. per “non imputabilità per vizio totale di mente”. Difeso dall'avvocato Wanda Bitonte, il 34enne dovrà però essere sottoposto ad una misura di sicurezza per dieci anni.
Nell’udienza con rito abbreviato, ed a seguito di una perizia psichiatrica (che aveva evidenziato l'incapacità di intendere e di volere) il pm Andrea Mancuso ne aveva chiesto l'assoluzione sollecitando comunque il massimo della pena per l'applicazione della misura di sicurezza. L'avvocato di parte civile, Giovanni Schinea (che rappresentava la sorella, il fratello e la madre) ne aveva chiesto la condanna o l'applicazione al massimo della misura di sicurezza mentre il legale del 34enne aveva sollecitato l'assoluzione e l'applicazione al minimo della misura. C.B. resterà chiuso nella struttura di Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese.