La Kellogg potrebbe rinunciare ai coloranti artificiali nei suoi cereali

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Il gigante americano Kellogg ha dichiarato la volontà di eliminare alcuni coloranti e sapori artificiali dai suoi cereali, tra cui il famoso Special K o miele Pops, nel mondo entro il 2018.

Kris Charles, portavoce della multinazionale alimentare americana ha annunciato in un comunicfato stampa: "Stiamo lavorando per rimuovere i coloranti e gli aromi artificiali da tutte le nostre marche di cereali e da una varietà di snack. Il nostro obiettivo è quello di completare questa transizione entro la fine del 2018".

Questa decisione si spiega, secondo il portavoce, con il desiderio di adattarsi ai gusti dei consumatori, soprattutto americani. "Ascoltare e adattarsi alle mutevoli esigenze dei consumatori è che cosa la gente si aspetta da noi. "Ecco perché abbiamo deciso di offrire alle persone più di quello che vogliono e hanno bisogno nella loro dieta e meno di quello che non vogliono", ha concluso il responsabile. Come molti grandi dell'industria alimentare americana, Kellogg si trova ad affrontare i consumatori che richiedono alta qualità e soprattutto sani alimenti. In che modo effettueranno questo passo è tutto da vedere e probabilmente mettere in pratica questa decisione sarà difficile ma una cosa sembra certa: la società prevede di sostituire i sapori ed i colori artificiali con ingredienti di origine naturale. Il tempo è stretto per il creatore di cereali le cui vendite sono diminuite del 5,1% nel secondo trimestre. La Kellogg, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", non è l’unica multinazionale ad avere intrapreso questa strada. Anche Nestlè e Hershey lo hanno annunciato, è solo la punta dell’iceberg. Nel settore dell’industria alimentare negli ultimi due anni c’è stata grande discussione e molte aziende stanno producendo e vendendo coloranti definiti naturali. Alcune multinazionali dell’alimentare sbandierano questa scelta pensando che possa rappresentare un vantaggio di mercato, altre stanno riformulando i prodotti sperando che nessuno lo noti.

Le sostanze che possono sostituire i coloranti, gli aromi e i conservanti artificiali ci sono, deve esserci anche la volontà di utilizzarli. Naturalmente si potrebbe anche intraprendere tutt’altra strada, cioè scegliere di produrre a filiera corta e senza coloranti e conservanti ma… da questo siamo ancora parecchio lontani! Dovremmo comunque preoccuparci allo stesso modo dell’elevato contenuto di zuccheri dei cibi industriali, fattore anch’esso di grande pericolo per la salute dei consumatori. Comunque sia, per esempio nel 2013 si è reso disponibile un colorante blu derivato dalla spirulina. Oppure sulla struttura chimica del cosiddetto Red #2 (Rosso #2), di cui è stato vietato l’utilizzo nel 1976. Si trattava di una sostanza sintetizzata da prodotti petroliferi, costituita da grandi catene circolari di carbonio chiamate anelli benzenici, con gruppi di solfato di sodio. Inoltre sulle strutture di altri coloranti artificiali, che sono in uso e autorizzati sottolineando come siano simili alle strutture del Red #2 che è stato vietato. Anche le molecole di Blue #2 (Indigotina), Blue #1 (Blu brillante), Red #40 (Rosso allura) and Yellow #6 (Giallo tramonto) sono derivati del petrolio, dal catrame di carbone e sono costituiti da anelli benzenici. Alcuni di questi sono vietati in Europa per uso alimentare, ma permessi per la pigmentazione delle pelli, nei tessuti e per le pitture. Le sostanze chimiche vengono metabolizzate dall’organismo e, di conseguenza, vengono disgregate in componenti più piccoli che possono essere assorbiti o eliminati. Alcuni coloranti naturali danno luogo a sostanze utili al corpo, ma lo stesso non si può certo dire per i coloranti artificiali. Ha destato peraltro parecchio allarme uno studio recente di un team di ricercatori di Consumer Reports e della Johns Hopkins Bloomberg School of Public health, secondo cui tra i 76 e i 5.000 americani che hanno sviluppato il cancro a causa del colorante 4-metilimidazolo devono addebitare la malattia al consumo di bibite gassate e zuccherate contenenti additivi. Gli esperti sottolineano comunque che questa sostanza è presente anche nei prodotti da forno e per esempio nella cioccolata. Non si può mai stare completamente tranquilli, dunque. Per sapere quali prodotti contengono quali additivi è sempre indispensabile leggere attentamente le etichette e, se questo non basta, chiedere maggiori informazioni ai produttori. Anche in Europa le modalità di etichettatura sono state modificate e c’è chi sostiene che l’intenzione è quella di far sapere sempre meno al consumatore. Per questo è bene non abbassare mai la guardia e cercare sempre di preferire cibi freschi e naturali, lasciando sugli scaffali i cibi industriali!