Polizia provinciale: appello alla Regione e alle aree vaste per salvaguardarla
"Sulla questione del riordino dei corpi e servizi di Polizia provinciale, si registra un nuovo intervento del dott. Domenico Laratta, coordinatore della vigilanza LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) in Calabria, atteso che lo stesso dirige lo storico nucleo provinciale di Cosenza."E' quanto si legge in una nota di Domenico Laratta Coordinatore del Nucleo Operativo di Cosenza.
" Dopo la conversione in Legge del DL n. 78/2015, cui all’art. 5, sono contenute le disposizioni in materia di polizia provinciale, il dott. Laratta, fa notare come siano in particolare il comma 2 e il comma 3, a dare la possibilità di salvaguardare, le funzioni e le professionalità della Polizia Provinciale. Entro il 31 ottobre, il personale in servizio, dovrà essere trattenuto come necessario nelle aree vaste e, per lo svolgimento delle funzioni fondamentali (tutela dell’ambiente e regolazione della circolazione stradale) mentre per l’esercizio delle funzioni passate di competenza regionale, le regioni, con apposite leggi, da emanarsi come anticipato entro e non oltre il 31 ottobre, potranno riallocare personale e funzioni stesse (si cita in particolar modo la vigilanza sulla caccia, sulla pesca, sui funghi e su una miriade di altre disposizioni regionali che tutelano l’ambiente e le foreste).
Laratta, ricorda come molte altre regioni si stiano già attrezzando, addirittura la Lombardia ha legiferato, prima ancora dell’approvazione della legge nazionale di riferimento, riassegnando nuovamente alla polizia provinciale, che poi è il modo più naturale, semplice oltre che logico, le funzioni di vigilanza sulla caccia e sulla la pesca.
In ambito dell’osservatorio regionale sull’attuazione della Legge “Del Rio”, venga istituita, in sede di tavolo tecnico, una sinergia tra le tre aree vaste calabresi, la nascente città metropolitana di Reggio Calabria e la Regione Calabria, al fine di non disperdere i circa 130 poliziotti provinciali calabresi, che negli anni, hanno garantito quel presidio insostituibile di controllo del territorio rurale e montano, oggi a rischio concreto di abbandono, visto che la polizia provinciale è uno dei pochissimi organi specializzati nel controllo, prevenzione e repressione dei reati ambientali e di bracconaggio.
La legge, appena approvata, dà la possibilità alle province, alle città metropolitane e alla regione, di evitare la dispersione, di questo personale che opera in Italia dai tempi antichi (anno 1907 con l’istituzione delle guardie province e anno 1939 con l’istituzione delle guardie dei comitati provinciali della caccia).
Tra qualche mese, su alcune materie, c’è il rischio concreto, che nessuno possa esercitare più i dovuti controlli, con danni immani per il già fragile e delicato equilibrio naturale calabrese. Basti pensare all’imminente apertura della stagione venatoria, dove, le polizie provinciali, sono il primo presidio di controllo sul territorio, oltre che dotate di conoscenza dettagliata delle aree interne calabresi, di strumenti ed esperienze che consentono la vigilanza, senza di essa, sarà nuovamente campo libero, un salto indietro di oltre 40 anni.
Simile discorso vale per l’esercizio della pesca nelle acque interne, sulla vigilanza in materia di raccolta e commercializzazione dei funghi, sul controllo del demanio fluviale e lacuale e su tante altre materie. La Polizia provinciale, in Italia, nonostante l'esiguità di personale (2700 unità) accerta 1/3 di tutti i reati ambientali svelati nell'entroterra del nostro Paese, in proporzione, dati confrontabili rispetto alle strutture statali con ben più grossi apparati e personale.
La soluzione che il dott. Laratta propone è semplice: aree vaste, città metropolitane e regione Calabria, individuino il personale necessario per l’espletamento di questo importantissimo e insostituibile servizio, in modo tale da stabilire le quote da riservare ai rispettivi enti e poi, emanare la legge regionale di riordino, entro e non oltre il 31 ottobre, al fine, di riassegnare in capo alle aree vaste, i compiti di vigilanza sulle materie regionali, mantenendo, in una specie di convenzione, l’attuale personale nelle rispettive strutture, con le medesime funzioni e compiti, garantendo al contempo l’esercizio unitario delle preziose funzioni e l’immutato presidio del territorio.
Segue una dichiarazione del dott. Domenico Laratta: “Il Governo non ha certo modificato il codice di procedura penale, la legge n. 65/1986, il codice della strada, la legge n. 189/2004 e tante altre disposizioni a carattere nazionale e regionale, per cui, nessuno si sogni di far disperdere questo immane patrimonio di competenze e professionalità, acquisite in decenni di attività specializzate a tutela di un già martoriato e difficile territorio.
Basta un accordo in forma di protocollo d’intesa tra i vari enti coinvolti, mettendo da parte soprattutto le diverse casacche e i differenti colori politici, per il solo ed esclusivo bene della Calabria e del suo prezioso territorio, sarebbe un danno gravissimo, se passasse il 31 ottobre e si venissero a perdere i poliziotti provinciali calabresi, tutto questo mentre le altre regioni stanno provvedendo o addirittura hanno già provveduto, a legiferare.
Il Presidente della regione, on. Mario Gerardo Oliverio, che conosce benissimo più di ogni altro, la polizia provinciale, dia lo slancio, che la Calabria, possa essere da esempio positivo per le altre regioni del Sud, avvii subito, assieme agli interessati e ai sindacati, il processo indicato. Sono convinto, che anche i presidenti delle province calabresi, tengano molto al loro territorio e al mantenimento di quel necessario presidio, si facciano anch'essi portavoce, occorre fare del bene, superando ogni divisione, siamo in un momento difficile e delicato, non possiamo permetterci di perdere pezzi importanti come la polizia provinciale.
Faccio un appello, conseguente, anche al Consiglio regionale, ricordo che alcuni consiglieri, di maggioranza e opposizione, si erano fatti portavoce di queste istanze, facciano sentire la loro voce. Ricordo a tutti, che dopo la fatidica data del 31 ottobre, gli agenti, sarebbero obbligati a essere destinati verso le polizie municipali, con ancora non chiari criteri di mobilità e non si sa nemmeno in quali sedi, arrecando, alle famiglie, altri problemi, ovviamente, sempre che non sia un transito volontario, che a quanto pare, non sia particolarmente assecondato da parte degli interessati."