Aterosclerosi coronarica: importante scoperta di un ricercatore vibonese
C’è una società statunitense che in autunno andrà ad occuparsi, attraverso un mega workshop, dei risultati ottenuti all’Università “La Sapienza” di Roma nel campo della ricerca sul rilevamento precoce di aterosclerosi coronarica asintomatica in bambini ipercolesterolemici.
L’iniziativa nasce dall’elevato fermento scientifico che si è generato intorno alla convinzione che la principale conseguenza dell’aterosclerosi (processo infiammatorio cronico-degenerativo) che, come dimostrato da importanti e numerose ricerche, ha le sue origini in età pediatrica, persino in utero.
Una tesi volta ad affermare che è possibile che sta gradualmente cambiando l’idea comune secondo cui i segni di aterosclerosi e le malattie cardiovascolari siano clinicamente rilevabili soltanto durante l'età adulta e anziana.
Il pioniere di questa importante scoperta che rappresenta anche una importante provocazione scientifica, è un calabrese, il prof. Francesco Martino, 69 anni, una delle personalità più prestigiose che la Calabria vanta sul piano scientifico internazionale.
Il 30 luglio scorso la rivista internazionale Clinical Science ha pubblicato i risultati di uno studio condotto dall’equipe del Prof Francesco Martino del Dipartimento di Pediatria e Neuropsichiatria Infantile “Sapienza” Università di Roma”, in collaborazione con la dott.ssa Alessandra Magenta del Laboratorio di Patologia Vascolare, dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma, sui microRNAs 33a e 33b in bambini ipercolesterolemici.
Questa importante scoperta potrebbe essere la prima prova scientifica per indicare l'uso di microRNAs 33a e 33b circolanti come biomarkers non invasivi per il rilevamento precoce di aterosclerosi coronarica asintomatica in bambini ipercolesterolemici.
Il prof. Francesco Martino, che ha svolto notevoli incarichi didattici e scientifici, è docente del Master in Cardiologia Pediatrica “Sapienza” Università di Roma; titolare del Contratto di Ricerca “Dislipidemie e rischio cardiovascolare in età pediatrica, coordinamento scientifico degli studi clinici e dell’attività di ricerca del Dipartimento di Pediatria e Neuropsichiatria Infantile “La Sapienza” all’Università di Roma.
Il ricercatore vibonese, in vacanza sulla costa tirrenica calabrese, originario di San Nicola da Crissa, in provincia di Vibo Valentia, interpellato sugli studi più recenti ha confermato l’evoluzione esistente nel campo della ricerca nei bambini ipercolesterolemici.
“I microRNAs – ha spiegato il prof. Francesco Martino - sono brevi sequenze endogene di acido ribonucleico (RNA) non codificante coinvolti nella patogenesi delle malattie cardiovascolari e svolgono un ruolo importante nel controllo del processo infiammatorio, quindi, insieme a fattori aterogeni, possono stimolare la degenerazione aterosclerotica della parete delle arterie.
Per la prima volta, in letteratura, - ha sottolineato - è stato dimostrato che i microRNAs 33a e 33b sono significativamente aumentati nel plasma di 28 bambini ipercolesterolemici rispetto a 25 soggetti sani, e per entrambi i microRNAs è stata trovata una correlazione positiva con il colesterolo totale, il colesterolo LDL, col rapporto colesterolo LDL /Apolipoproteina B, con la Proteina C reattiva (PCR) e la glicemia.”
Studi che peraltro hanno interessato e continuano ad interessare bambini di origine calabrese.
“Sulla base dei risultati ottenuti dalle ricerche precedenti – ha aggiunto lo scienziato calabrese - i microRNA costituiscono un’ulteriore passo avanti nell’individuare bambini a rischio di malattie cardiovascolari, e questo vuol dire che potrebbero essere un nuovo promettente approccio per la prevenzione e cura delle malattie cardiovascolari in età pediatrica.
Tenendo anche presente che studi sperimentali condotti negli ultimi anni in modelli animali hanno dimostrato che i microRNAs 33a e 33b giocano un ruolo fondamentale in una varietà di processi biologici tra cui il mantenimento dell’equilibrio (omeostasi) del colesterolo, la formazione di colesterolo cattivo, l’ ossidazione degli acidi grassi, e il pathway dell'insulina.”
Un dato, quello conseguito oggi dal prof. Francesco Martino, che aiuta ad intensificare la ricerca e che spiega quanto sia importante se si considera che in Italia le malattie cardiovascolari rappresentano la più frequente causa di morbilità e mortalità, incidendo per oltre il 42% .