Data alle fiamme l’auto del sindaco di Motta Santa Lucia
Ignoti hanno dato alle fiamme l'automobile del primo cittadino di Motta Santa Lucia, Amedeo Colacino. L’incendio è avvenuto questa mattina sotto la casa del sindaco, dove l’auto era parcheggiata. La vettura, una Toyota, è stata completamente distrutta. Le fiamme hanno danneggiato anche un'altra macchina e l’ingresso di un'abitazione. Il rogo è stato spento grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco. I Carabinieri della Compagnia di Soveria Mannelli hanno avviato le indagini del caso. Questo è il terzo atto intimidatorio subito dal primo cittadino.
SINDACO: "NON MOLLO"
Ha appena subito l'ennesimo atto intimidatorio della sua attivita' di sindaco. Per la terza volta in sei anni, questa notte, qualcuno gli ha incendiato l'auto, una Toyota, parcheggiata sotto casa. Le fiamme hanno aggredito anche altre due vetture ed il portone di due abitazioni, ma Amedeo Colacino, avvocato 46enne, primo cittadino di Motta Santa Lucia, piccolo centro del Catanzarese, alla sua seconda esperienza amministrativa con il sostegno di una lista civica, non demorde.
E' scosso ma non intende lasciare il campo. Lo ha scritto immediatamente dopo il fatto ai suoi amici attraverso Facebook e lo ribadisce telefonicamente all'Agi: "Non intendo darla vinta a questi balordi". E' convinto che la criminalità organizzata non c'entri. "Nella mia attività quotidiana - dice - io amministro facendo opera di normale legalità: combatto gli abusi edilizi, denuncio dipendenti fannulloni, contrasto gli allacci abusivi alla rete idrica, cose che prima - aggiunge - non erano state fatte. Quindi è da questa mia attività che scaturiscono le intimidazioni. Sono dei balordi; la 'ndrangheta non c'entra".
Non molla, il sindaco, ma è evidentemente scosso: "Certo, la mia famiglia è sotto shock. Sono sposato e ho una figlia tredicenne, ma non intendo darla vinta - ribadisce - a questi delinquenti". In occasione dei precedenti attentati subiti, Colacino ha fornito indicazioni precise alle forze dell'ordine sui possibili responsabili. "Sono stati fatti accertamenti - dice - ma non sono emersi elementi di prova".
Questa volta una mano agli inquirenti potrebbero darla le telecamere di videosorveglianza che il sindaco ha fatto installare a protezione della sua casa. "Le riprese - spiega - mostrano tutta la sequenza di quanto è avvenuto questa notte. Si vede una persona; il viso è parzialmente coperto da una felpa, ma il video potrebbe comunque dare indicazioni precise in ordine alle responsabilità".
Colacino ritiene che l'attentato di questa notte possa essere collegato ad almeno uno dei due episodi precedenti. In queste ore sta ricevendo molte attestazioni di solidarietà, ma si dice un po' deluso dalla mancanza di interventi concreti. "Non chiedo nulla per me - spiega - ma parlo per tutti quegli amministratori, e in Calabria sono tanti, che quotidianamente sono vittime dell'azione di questi delinquenti. La regione e lo Stato dovrebbero intervenire con un'azione di prevenzione, istituendo un fondo per il risarcimento dei danni. Chi compie questi atti punta proprio sul danno materiale che le vittime subiscono.
La prima volta ci ho rimesso 27.000 euro; la seconda volta l'auto era assicurata ma le compagnie non risarciscono l'intero ammontare del danno. Il sindaco di un piccolo centro - dice - non è come un parlamentare, in quanto non guadagna più di 900 euro al mese. Per questo le istituzioni dovrebbero andare in aiuto degli amministratori colpiti. Certo - dichiara - uno si chiede se vale la pena di esporsi a tanti rischi, ma io amo troppo la mia terra e non la darò vinta a dei balordi". (AGI)
(ultimo aggiornamento 19:45)