Tropea centro del mondo con il Festival “Culture a confronto”
Tropea al centro del mondo per due giorni e cuore pulsante dell’integrazione e della condivisione. E’ stato un autentico tripudio di ritmi, colori e costumi quello offerto dalla terza edizione di “Culture a Confronto”, il festival mondiale della cultura popolare andato in scena il 20 e 21 agosto a Tropea nella suggestiva cornice della marina dell’isola. All’evento, diventato ormai un appuntamento fisso dell’estate calabrese, hanno preso parte diversi gruppi folkloristici più rappresentativi delle diverse culture internazionali grazie al progetto ideato da Andrea Addolorato, direttore artistico del festival e presidente dell’associazione che dà il nome al festival, con la direzione di produzione curata da Domenico Gareri.
La rassegna è stata istituzionalizzata dall’amministrazione comunale di Tropea, rappresentata dal sindaco Giuseppe Rodolico e dall’assessore alla cultura Stella Vinci, con il patrocinio della Federazione Italiana Tradizioni Popolari nelle persone del presidente nazionale Benito Ripoli e del presidente regionale, Maria Teresa Portella.
“Culture a confronto” ha proposto un viaggio alla riscoperta delle radici popolari attraverso le musiche e le danze tradizionali dei gruppi che, partendo dall’hotel Tropis - in cui gli artisti sono stati ospitati grazie alla rinnovata disponibilità di Antonio Mamone - hanno sfilato per le vie del centro storico fino ad arrivare al palco allestito a ridosso del mare. Dopo l’apertura affidata ai "piccoli" e, successivamente, ai "grandi" del Gruppo folk città di Tropea che hanno accompagnato il Gruppo Miromagnum di Mormanno, ad alternarsi in scena nel corso delle due serate sono stati: il gruppo “Fundacion Raices de Colombia” della città di Santiago de Cali; l’istituto Shilpagya per le danze popolari e strumenti musicali della città di Ahmedabad (India);
la formazione artistica e culturale “Huayra Muyoj” direttamente dall’Argentina; il complesso “Goretz” ispirato alle danze popolari dell'Ossezia del Nord nella federazione russa; il “Ballet folklorico del Ateneo fuente universidad autonoma de Coahuila” proveniente dal Messico; il “Grupo cultural de danzantes de Tijeras” dal Perù. Ospiti d’eccezione gli “Avorio africano”, una formazione composta da migranti originari di Costa d’Avorio e Nigeria e ospiti delle strutture di accoglienza di Briatico (Vv) che, grazie alla collaborazione dell’associazione di protezione civile “Monteleone”, hanno potuto dare vita ad un’esperienza artistica mirata all’integrazione e alla contaminazione.
Nel corso della seconda serata è stato, inoltre, consegnato il premio “Culture a confronto”, realizzato dal maestro orafo Michele Affidato, ad alcune personalità e realtà distintesi maggiormente nel campo sociale, culturale e religioso a livello locale e nazionale: la Fondazione Migrantes, organo pastorale collegato alla Cei per aver aperto la strada del dialogo interculturale valorizzando le diverse identità in un clima di pacifica convivenza. “Questa manifestazione – ha detto il direttore generale della fondazione, mons. Giancarlo Perego, nel ritirare il premio – è di grande attualità e in un momento in cui le culture vengono messe spesso una contro l’altra contribuisce a recuperare il valore del dialogo e del confronto.
Il premio è uno stimolo a continuare sulla strada del grande lavoro portato avanti dalla chiesa per costruire le città del futuro”. Ad essere insignito del premio anche il giornalista del Tg2, Valerio Cataldi – a consegnare il riconoscimento mons. Luigi Renzo, vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea - per aver saputo raccontare in presa diretta la realtà del Centro di prima accoglienza a Lampedusa denunciando le drammatiche condizioni in cui vivono i migranti approdati sulle nostre coste. “Quello delle migrazioni – ha detto Cataldi – è un tema che spesso viene usato per alimentare odio e intolleranza. Ancora oggi, nonostante i tanti preavvisi, non siamo preparati all’accoglienza, ma dobbiamo far capire all’Europa che dipende dalla responsabilità di tutti la vita di coloro che fuggono da morte certa nel proprio Paese”.
La diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, per le mani del vescovo mons. Francesco Milito, è stata premiata per aver sostenuto la realizzazione del “Progetto Presidio” della Caritas Italiana alla tendopoli di San Ferdinando (Rc) contribuendo a promuovere la cultura dell’accoglienza, dell’ospitalità e dell’integrazione. “Un riconoscimento che ci spinge a fare meglio – ha commentato mons. Milito – e ad intensificare il silenzioso lavoro sinergico portato avanti in Calabria che, da sempre terra di emigrazione, rappresenta oggi un esempio di accoglienza”. Infine, a ricevere il premio “Culture a confronto” è stato il cantautore Franco Fasano, la cui celebre canzone “Da fratello a fratello”, già colonna sonora del Giubileo del 2000, è stata “adottata” dal Festival sottolineando il valore della musica e dell’arte come strumento di aggregazione e condivisione.
“Ho vissuto a Tropea – ha detto Fasano – due giorni straordinari facendo idealmente il giro del mondo attraverso la riscoperta delle tradizioni di ciascun popolo”. Gli insigniti sono stati scelti dalla giuria composta da mons. Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace e delegato Migrantes della Conferenza episcopale calabra; don Antonio Tarzia, una delle firme italiane più importanti, fondatore della prestigiosa rivista "Jesus"; Charlie Barnao, ricercatore di sociologia presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro; Benito Ripoli, Presidente nazionale della Federazione Italiana Tradizioni Popolari, e il sindaco di Tropea, Giuseppe Rodolico.
“Culture a confronto” ha visto, inoltre, la nascita di una nuova collaborazione con la trentesima “Estate internazionale del folklore e del Parco del Pollino” e con la città di Catanzaro, Capoluogo di Regione, nel ricordo dell’ex sindaco Giuseppe Guerriero che, sul finire degli anni ’80, si impegnò a creare un momento di incontro fra culture diverse valorizzando le tradizioni popolari.