Il coordinamento No Triv chiede il referendum contro le trivelle
"Il coordinamento No Triv Calabria, alla luce delle nuove, allarmanti, disposizioni governative di Renzi in merito alla concessione di cinque nuove istanze di V.I.A al largo delle nostre coste, chiede a gran voce l’attuazione di un referendum abrogativo dell’art. 35 del “Decreto Sviluppo”, così come già ipotizzato lo scorso 4 agosto". E' quanto sostiene Salvatore Belfiore, Referente coordinamento No Triv Calabria.
"A cosa sarebbe servito - continua la nota - l’incontro con il sottosegretario al Nuovo Sviluppo Economico, Vicari a Roma , lo scorso 29 luglio, con i rappresentanti delle 6 regioni coinvolte nella campagna della “petrolizzazione forzata” (Calabria, Puglia, Basilicata, Marche, Abruzzo e Molise) se poi lo stesso ministro dell’Ambiente Galletti ha accolto le proposte di ricerca della Global Med LLC nel mar Jonio, pubblicando sul sito del governo le istanze di V.I.A.?
Tre su cinque di queste istanze, prevedono l’utilizzo dell’AIR GUN (esplosioni sottomarine ad altissimo impatto ambientale la cui procedura non è stata contemplata nei procedimenti “fuorilegge” del tanto decantato DDL sugli ECO REATI approvato all’unanimità da tutti i partiti lo scorso 25 maggio…) si riferiscono proprio alle coste calabresi di Crotone e a quelle tra Gallipoli e Santa Maria di Leuca. Capiamo quindi con chiarezza, che la questione energetica e le ripetute manovre governative partite con il famigerato “Sblocca Italia”, abbiano come obiettivo la delegittimazione continua e “scientifica” dei poteri ascrivibili alle Regioni e alle autonomie locali. E’ consolante e incoraggiante osservare come i sei presidenti delle regioni su citate, abbiamo trovato la forza e il coraggio di sottoscrivere il “Manifesto di Termoli sulle estrazioni di idrocarburi” e siamograti alle dichiarazioni del neo assessore all’Ambiente Antonella Rizzo in difesa del nostro patrimonio e della nostra battaglia, ma orami il tempo stringe. Il 30 settembre infatti scadranno i termini per la presentazione del referendum che, se firmato, chiesto e sottoscritto da 6 governatori regionali dovrà essere accolto, come previsto dalla legge.
Per Renzi saremo quattro “comitatini urlanti” , ma proprio la cittadinanza le cui istanze si ostina a non voler prendere in considerazione, hanno boicottato la sua visita all’Aquila, manifestando il loro dissenso le cui immagini e notizie non hanno avuto “misteriosamente” alcuna eco nei telegiornali nazionali…Solo il referendum quindi, sarebbe una grande prova e manifestazione di democrazia, specchio davvero incontrovertibile dei territori che non vogliono e non vorranno mai, piegarsi agli interessi delle multinazionali degli idrocarburi i cui accordi furono stipulati già con il governo (non eletto anche lui, come questo di Renzi) di Monti.
Riusciamo a leggere tra le righe di tutto quello che sta succedendo e che molte volte, viene messo sotto silenzio o peggio ancora, interpretato dai “rivoluzionasti da tastiera e blog” che oltre a urlare slogan qualunquisti, non sono capaci di offrire una reale alternativa di lotta? E siamo anche stanchi dei “costituzionalisti da salotto” che in questi anni abbiamo visto sfilare anonimamente in associazioni, movimenti e coordinamenti, ma che, pur avendo avuto i mezzi per proporre strumenti legali di lotta, hanno preferito non esporsi…
Quel che è fatto è fatto ormai. Noi siamo estremamente soddisfatti di poter dialogare in modo così proficuo con le istituzioni calabresi e non solo e ribadiamo il nostro impegno a unificare la nostra lotta con tutte le altre realtà del sud Italia coinvolte. La lotta contro la petrolizzazione è il cardine per fare emergere tutte le contraddizione insite in questo sistema da “democratura” che sta impoverendo il nostro paese a livello culturale, socio economico e paesaggistico. Referendum contro le trivelle? Se non ora quando?"