Lanzetta e Scarfò sulla distruzione e sull’abbandono dei siti archeologici
"Ha destato profonda commozione negli spettatori e nella troupe il famoso monologo finale pronunciato dal replicante interpretato da Rutger Hauer nel film di Ridley Scott. Così come assistiamo oramai da tempo, commossi, frustrati e impotenti, alla distruzione dei beni dell’umanità. Ad ogni sito distrutto dall’Is seguono dichiarazioni di sdegno, dolore, ecc. Intanto non succede nulla. "Le azioni morali non bastano più: bisogna avviare un'azione decisa per fermare queste belve", ha dichiarato Giovanni Puglisi presidente della Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco". E' quanto scrivono Maria C. Lanzetta, presidente Associazione Umberto Z. Bianco e Giovanni Scarfò, socio Italia Nostra.
“Angoscia infinita - continua la nota - per l’ultimo e più terribile strazio della cultura e della bellezza. Ma indignazione ormai anche per le troppe complicità, le troppe ambiguità, i troppi errori che i potenti della terra continuano a coprire ostinatamente, lasciando perire una parte di mondo che vanta meriti enormi nello sviluppo della civiltà” (la Repubblica, 2 settembre).
Infatti ci chiediamo come fa l’Europa ad assistere a questi scempi e a non intervenire. E’ anche vero che per portare aiuto all’Italia e alla Grecia per l’immigrazione ci sono voluti migliaia di morti, ma è accettabile tutto questo?
Il nostro timore è che, soprattutto nelle nuove generazioni, si possa instillare il veleno della rassegnazione; ma la nostra memoria e le nostre Identità che fine faranno? Cosa siamo destinati a diventare senza i riferimenti archeologici e culturali che ci dicono chi eravamo.
Abbiamo la forza di immaginarci un giorno senza memoria, senza sapere chi erano i nostri genitori, i nostri luoghi dell’infanzia il nostro tutto quello che possiamo vivere come un “grande avvenire dietro le spalle”?
Quando molti cittadini hanno dubbi sull’accoglienza degli immigrati si ricorda loro la nostra emigrazione e la nostra presenza in tutti le nazioni del mondo.
Anche per i beni culturali bisogna agire nelle scuole affinché venga rinforzata la memoria attraverso la Conoscenza( Considerate la vostra semenza:fatti non foste a vivere come bruti ma per seguire virtute e canoscenza).
Perché la Conoscenza è propedeutica alla tutela e la valorizzazione. E la Conoscenza non può che iniziare dalle scuole. Qualche anno fa la storia dell’arte era stata quasi cancellata come materia scolastica; la nuova riforma l’ha reintrodotta ma in modo che riteniamo ancora insufficiente, perché non coinvolge tutti gli studenti di ogni ordine e grado.
Noi siamo il paese dei Beni Culturali per eccellenza e non dobbiamo fare distinzioni tra studenti liceali o professionali: gli uni e gli altri sono Cittadini di questo Paese e tutti devono avere la cognizione e la formazione culturale che consenta loro di crescere con il rispetto per il “senso dei luoghi”, cioè per quell’insieme di valori territoriali, ambientali, storici e artistici che chiamiamo Cultura e che costituiscono la nostra Identità.
Non dobbiamo assolutamente accettare di vederli “perduti come lacrime nella pioggia”.
La Regione Calabria - che ci dicono sempre ultima, o quasi - potrebbe provare a proporre alle scuole di intraprendere un percorso didattico-formativo dei beni archeologici-culturali come esempio di “ribellione” contro i crimini dell’Is e di tutti i distruttori-tombaroli che infestano i nostri siti.
Un esempio da divulgare in tutti i modi per coinvolgere le altre Regioni italiane per un messaggio da inviare ai Capi di Stato e all’ONU con lo scopo di intervenire con i suoi “monuments men” e porre fine a questo massacro.
Come associazione Umberto Z. Bianco siamo disponibili a fornire la nostra collaborazione qualora la Regione Calabria volesse intraprendere questa iniziativa contro la “rassegnazione”.
P.s. Torniamo a casa nostra per ri/lanciare l’appello al nuovo direttore del Parco archeologico di Kaulonia-Monasterace- affinché venga salvaguardato dai tombaroli e da quanti lo stanno scambiando per una discarica a sito aperto".