Conclusa la prima serata del Premio Tropea
Si è conclusa con grande successo la prima serata del Premio Tropea, nella magica atmosfera del Centro storico della cittadina e nel segno della cultura. La serata è stata magistralmente condotta da Michele Cucuzza e Livia Blasi, storica presentatrice dell’evento.
Cucuzza ha esordito affermando: "Sono grato agli organizzatori per avermi proposto di presentare il Premio. Essendo di origini meridionali, mi sento a casa qui". Inoltre, ha evidenziato: "Eventi come questo fanno capire che il sud è presente e vivo".
Livia Blasi invece ha voluto ricordare i passi avanti che la manifestazione ha compiuto in questi anni nella promozione della lettura: «Il motto che l’ha accompagnata sin dalla prima edizione, “una regione per leggere” fa capire che l’intento è quello di far leggere i calabresi, stimolare al’attenzione verso la cultura letteraria» - ha spiegato la conduttrice.
La Blasi ha poi ricordato gli illustri premiati delle edizioni precedenti e ha ripercorso le tappe di selezione dei finalisti di quest’anno, il cui momento cruciale è stato quello del 21 Giugno quando sono state scelte le opere finaliste attraverso una votazione palese da parte dei componenti del comitato tecnico-scientifico presieduto da Gian Arturo Ferrari, Vice presidente di Mondadori Libri. La conduttrice ha poi aggiunto: «quest’anno la formula con cui si vota il vincitore del Premio è un po’ cambiata. Infatti i membri della giuria popolare sono 100 tra cui i 50 sindaci della Provincia di Vibo e i primi cittadini degli altri quattro capoluoghi di provincia insieme a studenti tropeani, bibliotecari calabresi e a tutti i soci dell’Accademia degli Affaticati, associazione organizzatrice del Premio Tropea.
A salire sul Palco per primo è stato Michele Accorinti, presidente dell’Accademia degli Affaticati il quale ha detto: «E’ un debutto anche per me. Raccolgo un’eredità molto pesante perché le prime 8 edizioni sono state presiedute da Pasqualino Pandullo e se il Premio si trova ad essere inserito tra i primi 7 eventi letterari d’Italia è sicuramente merito suo. Noi ci impegneremo a farlo crescere ulteriormente». Accorinti ha inoltre ringraziato gli sponsor e i partner dell’iniziativa: Comune di Tropea, guidato da Giuseppe Rodolico, Sistema Bibliotecario Vibonese, diretto da Gilberto Floriani, Istituto di Istruzione superiore di Tropea, diretto da Beatrice Lento, Asmenet Calabria, presieduta da Gennaro Tarallo e Tropeaeventi, presieduta da Francesco Monteleone. Inoltre, Accorinti ha ringraziato l’azienda Mobili 2 Emme di San Calogero per la fornitura degli arredi presenti sul palcoscenico.
E’ stato toccante il momento dedicato al compianto Prof. Lino Daniele, tra i fondatori dell’Accademia degli Affaticati, ideatore del Premio Letterario.
L’assessore alla cultura del Comune di Tropea, Maria Stella Vinci ha poi ricordato l’importanza di un evento culturale prestigioso per la cittadina.
Si è passati poi a parlare delle opere finaliste con gli autori che si sono fatti intervistare dai conduttori Michele Cucuzza e Livia Blasi sugli aspetti salienti dei loro romanzi.
La lettura di alcuni brani estratti dai libri è stata magistralmente eseguita dall’attore Renato Albanese.
Il primo a salire sul palco è stato Santo Gioffré, autore del romanzo storico “ll Gran Capitàn e il mistero della Madonna nera”, edito da Rubbettino, il quale ha spiegato: "Il paesaggio della mia Calabria vive molto nella mia opera. Il mio romanzo nasce dalla voglia di raccontare gli avvenimenti storici che accaddero nella Calabria e nel Regno di Napoli, durante le guerre che videro la fine del dominio Francese nell’Italia Meridionale e la nascita del Vice-Reame di Spagna a Napoli. Il libro narra la storia di questo rude guerriero, Il Gran Capitàn Consalvo Fernandez da Cordova Y Aquilar che, venendo in Italia, diventa uomo del rinascimento.»
Simona Sparaco, autrice del romanzo “Se chiudo gli occhi”, edito da Giunti, ha parlato del suo libro: « Il tema della mia opera è costituito da una commossa e faticosa ricerca di un padre che non c’è, Questo è un romanzo in cui la protagonista costruisce la sua vita intorno ad una assenza. Il padre è una figura molto importante perché ci dà quegli elementi, quei “mattoncini” con cui noi costruiamo le nostre sicurezze. Non c’è autobiografia nel mio romanzo, ma conosco il Monte Sibilla, presente nel libro come ambientazione della storia, perché sono originaria delle Marche".
Dario Vergassola, autore del libro “La ballata delle acciughe”, pubblicato con Mondadori, ha raccontato diversi aneddoti: «La storia è ambientata in un bar della periferia di La Spezia, popolato da persone strampalate. Questo bar era un centro di igiene mentale omeopatico. Basti pensare a Gigi il barista, detto anche Gigipidia perché sa non quasi tutto ma proprio tutto, o all'ipocondriaco Ansia, detto anche Malattie Imbarazzanti; La calma della storia viene interrotta da una morte di uno dei protagonisti che lascia un testamento di cui è beneficiario Gino, impiegato statale con moglie e figli, a patto che vada a fare un percorso spirituale laico, a Woodstock».
E’ stata poi la volta degli ospiti letterari: Franca Giansoldati, vaticanista de “Il messaggero” ha parlato del suo libro “La marcia senza ritorno. Il genocidio armeno” che ha l’introduzione di Papa Francesco e racconta la tragicità del genocidio armeno che causò un milione e mezzo di morti nel 1915: «E’ stato il primo genocidio del ‘900 – ha spiegato l’autrice - strettamente connesso con la Shoah. Riappropriarci di questa memoria è importante. Purtroppo ancora molti paesi negano l’accaduto. Il Papa ha subito le ritorsioni del governo turco».
Mario Rossetti, nel suo libro “Non avevo l’avvocato” racconta «una storia di mala giustizia. Il 23 febbraio del 2010, da ex direttore finanziario di Fastweb mi sono trovato coinvolto in un’inchiesta giudiziaria che mi ha portato in carcere, tra Rebibbia e San Vittore, salvo poi essere considerato totalmente estraneo ai fatti nella sentenza di primo grado, quindi assolto. Il tema della giustizia è un tema che riguarda tutti, fino a che non ci troviamo dentro il carcere non ci interessiamo, pensiamo sia lontano da noi. Ho scritto questa storia per tre motivi principali: il primo è legato al dramma del carcere in Italia. 4-5 detenuti al mese muoiono, il 20%dei carcerati soffre di problemi psichici»
La dirigente dell’Istituto di Istruzione Superiore di Tropea, Beatrice Lento, ha poi affrontato il tema dell’immigrazione, parlando del progetto “Prioritimen”, con cui la scuola si è presa in carico l’istruzione di 60 alunni venuti da lontano che sono rimasti fino ad un certo punto dell’anno scolastico, prima di essere spostati in altri centri. La storia di Medine è quella dell’unico ragazzo che è riuscito ad ottenere il diploma di scuola media, primo tassello per un percorso scolastico riconosciuto in Europa.
La serata è stata poi caratterizzata da due intervalli musicali del tenore Giancarlo Paola, tenore lametino. Al pianoforte si è esibito Saverio Muscia.
Angela Milella ha parlato della condizione precaria degli insegnanti, una situazione tutta italiana, raccontata nel suo libro “Precarious. Quello che della scuola non si dice”. Loredana La Torre, ha presentato il suo libro “Triangoli dimenticati” nel quale si danno utilissimi consigli su un’adeguata postura che può prevenire problemi di salute futuri. Titti Preta, ha parlato della sua opera “Rosaria, detta Priscilla e le altre”, in cui si raccontano dieci storie di donne che lottano, di violenza e femminicidio, tra cui spiccano storie vere come quella di Liviana Rossi e Francesca Alinovi e una riflessione poetica dedicata a Melania Rea. Infine, Maria Antonietta Artesi, ha parlato del suo libro “Marvarosa”, un’opera che parla del legame con la propria terra, partendo dall’esperienza traumatica della morte della madre per ragionare sulla diversità con cui si affronta il dolore nella società contemporanea.
Luigia Barone, Presidente onorario del Tribunale dei Minori di Catanzaro, ha poi parlato del suo impegno a favore delle fasce deboli: « La mia professionalità la sto mettendo al servizio della mia terra di origine e questo dà un valore aggiunto al mio lavoro. Fare la stessa cosa a casa propria vale di più. Ho pensato che donne e minori della mia terra dovessero avere gli stessi diritti delle donne e dei bambini di Roma, dove lavoravo precedentemente. La prospettiva di un futuro lontano dalla violenza deve essere supportata dalla professionalità»
Infine, sono saliti sul palco Francesco Apriceno e Dario Godano, componenti del comitato per le celebrazioni del IV centenario della liberazione di Tropea insieme a Pasquale Rizzo e Saverio Muscia, evidenziando il ruolo dell’Accademia degli Affaticati che nel ‘600 chiuse i battenti per protesta alla notizia dell’avvenuta vendita della città demaniale al principe Vincenzo Ruffo di Scilla e li riaprì quando si venne a conoscenza dell’avvenuta liberazione. E’ stato infine proiettato un documentario storico che ripercorre le tappe principali di questo importante capitolo di storia locale.
Stasera alle ore 21 in Largo Galluppi si svolgerà la serata finale, condotta da Michele Cucuzza e Livia Blasi, che sarà caratterizzata dalla frenetica attesa per scoprire chi sarà il vincitore della IX edizione del Premio Tropea tra Dario Vergassola, Simona Sparaco e Santo Gioffré.
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