Simona Sparaco si aggiudica la nona edizione del Premio Tropea

Vibo Valentia Tempo Libero

La scrittrice e sceneggiatrice romana Simona Sparaco è la vincitrice della nona edizione del Premio Tropea. A lei va il prestigiosissimo riconoscimento dell’Accademia degli Affaticati, presieduta da Michele Accorinti. La giuria con il suo voto ha decretato la vittoria del suo romanzo “Se chiudo gli occhi”, edito da Giunti nel 2014 che concorreva per il prestigioso riconoscimento insieme a Dario Vergassola, autore di “La ballata delle acciughe”, edito da Mondadori nel 2014 e a Santo Gioffrè, autore de “Il Gran Capitàn e il mistero della Madonna Nera”, pubblicato da Rubbettino nel 2014. Gioffré ha comunicato nella mattina stessa del giorno della premiazione il suo ritiro come autore finalista in risposta alle polemiche createsi negli ultimi giorni al fine di “preservare da ogni inutile e artificiosa polemica il prestigiosissimo Premio Tropea”. Con ciò lo scrittore ha rinunciato al secondo posto che va a Dario Vergassola.

Simona Sparaco ha ottenuto il favore della Giuria della quale hanno votato 71 membri su 101 pari al 70,3 % degli aventi diritto. A preferire il romanzo “Se chiudo gli occhi” sono stati 37 giurati (52%), mentre “Il Gran Capitàn e il mistero della Madonna Nera” di Santo Gioffré ha ricevuto 25 preferenze (35%). “La ballata delle acciughe” di Dario Vergassola ha ottenuto invece 9 voti (13%). Contrariamente al trend delle precedenti edizioni, è stata la Giuria di estrazione popolare a fare la differenza, preferendo la Sparaco, con 29 voti (64%), a Santo Gioffrè (14 voti e 32%) e a Dario Vergassola (2 voti e 4%). Hanno votato 45 membri su 46, pari al 97,9% degli aventi diritto.

Invece, per la Giuria dei sindaci hanno votato 26 primi cittadini su 55, pari al 47,43% degli aventi diritto. Il preferito dei sindaci è stato Santo Gioffrè con 11 voti (42%), mentre Simona Sparaco ha ottenuto 8 voti (31%) e Dario Vergassola 7 voti (27%).

A vincere è un romanzo che è stato descritto a buon diritto “Intenso, ammaliante e poetico”, ma nulla era scontato di fronte ad altrettanti libri di qualità come gli altri due in gara, prova che il Comitato tecnico-scientifico presieduto da Gian Arturo Ferrari ha saputo selezionare con professionalità e competenza la terna degli scrittori finalisti.

Se chiudo gli occhi è un libro che lascia il segno. Al centro della storia il viaggio che i due protagonisti, Viola e Oliviero, padre e figlia” compiono attraverso l'Appennino. È un viaggio magico alla ricerca delle proprie radici, alla ricerca della verità. Un viaggio di costruzione di un rapporto che tra i due che non c'è mai stato. Viola è una trentenne che nella vita ha imparato a nascondersi: un lavoro che non le piace, un bravo ragazzo come marito, vestiti extralarge. Oliviero è un'artista, padre assente, eterno bambino, che porta dentro di sé una verità dolorosa che finalmente riuscirà a svelare alla figlia. Un viaggio per riscoprirsi nel rapporto padre-figlia ma anche per ritrovare sè stessa. Nel triangolo tra il Conero, il Subasio e i monti Sibillini accadrà di tutto. È forte il messaggio che l'autrice ci lascia: non è mai troppo tardi per perdonare, mai troppo tardi per ritornare ad amare e cominciare ad amarsi. C'è sempre qualcosa dietro ciò che appare. E come diceva nonna Antina: "Credi solo in quello che vedi. Il fatto che tu sia l'unica persona a vederlo, non vuol dire che non esista."

LA CRONACA DELLA SERATA

Con la piazza gremita come non mai ha avuto inizio la serata finale (6 settembre) dell’evento, condotta da Michele Cucuzza e da Livia Blasi, veramente impeccabili nel proprio ruolo. In apertura di serata, è stato dato l’annuncio della decisione dello scrittore Santo Gioffrè di ritirarsi da concorrente del Premio a seguito delle polemiche createsi intorno alla sua persona negli ultimi giorni.

L’autore de “Il Gran Capitàn e il mistero della Madonna Nera, edito da Rubbettino, ha preso questa sofferta decisione - come è egli stesso a dichiarare in un comunicato – “al fine di evitare ogni impropria strumentalizzazione e preservare da ogni inutile e artificiosa polemica il prestigiosissimo Premio Tropea”. Michele Accorinti, Presidente dell’Accademia degli Affaticati, ha letto un comunicato in cui l’organizzazione ha risposto alle critiche formulate dalla Nesci. Lo spettacolo è andato subito avanti con l’entrata in scena degli altri due protagonisti di questa edizione, la scrittrice e sceneggiatrice Simona Sparaco e il comico, cantautore e scrittore, Dario Vergassola, finalisti al Premio Tropea rispettivamente con i libri “Se chiudo gli occhi”, Giunti Editore, 2014, e “La ballata delle acciughe”, Mondadori, 2014.

La scrittrice Simona Sparaco ha rivelato di essere molto emozionata, dicendo: “Non so se dal microfono si può percepire il battito del mio cuore!». Ha continuato poi a parlare del suo romanzo che tratta del rapporto complicato tra un padre e una figlia con un alone di mistero: “Uno dei segreti più importanti riguarda l'infanzia di Oliviero (il padre), la difficoltà che ha avuto a crescere in un ambiente femminile con donne particolari”. A tal proposito la Sparaco ha ricordato di un suo personaggio, una contadina del monte Sibilla che riesce a fare diagnosi ai malati”. Infine, la scrittrice ha spiegato: “Scrivo dall'età di 12 anni, tanti anni in cui la mia realtà è popolata da personaggi immaginari, personaggi di cui mi innamoro follemente. Quando ero ragazzina preferivo stare a casa e inventare il mio personaggio piuttosto che uscire”.

Il comico e scrittore Dario Vergassola ha mostrato entusiasmo nell’essere ospitato in una location così accogliente e suggestiva, parlando del suo libro, ma anche intrattenendo i presenti con la sua verve comica e il suo solito stile nel raccontare aneddoti divertenti. Con la sua singolare simpatia è riuscito a coinvolgere il pubblico e forse a spezzare l'intensità emotiva della serata. Per quanto riguarda l’importanza della lettura, Vergassola ha detto: “È fantastico leggere perché non allunga la vita ma la rende qualitativamente migliore. Io penso che il libro è di chi lo legge, del lettore”. Infine, lo scrittore ha affermato: “Mi sono divertito nello scrivere perché ai personaggi puoi far fare qualsiasi cosa”.

E’ stata poi la volta degli ospiti letterari, con Mimmo Gangemi che ha presentato il suo libro “Un acre odore di aglio”, spiegando che si tratta di “una saga familiare, è la saga degli umili, di chi ha subito la storia piuttosto che viverla. Non è una storia di vinti, è una storia di sconfitti, che è diverso. Le avversità non eliminano i sogni, perché questi assumono la forza che le difficoltà comportano. Si tratta anche di generazione rivoluzionaria perché sorge nella mente di questi braccianti l'idea di poter mutare ciò che da secoli sembrava immutabile”.

Alfonso Del Vecchio ha parlato del suo libro “Vincenzo D’agostino 1915-1990. Nel centenario dalla nascita” in cui descrive la figura e l’opera di un letterato calabrese la cui memoria è poco celebrata, ma che ha lasciato alla Calabria un profondo patrimonio culturale: “Vincenzo D'Agostino era un uomo schivo, riservato. Pur avendo scritto opere poderose, non ha mai avuto un grande editore. Lui faceva letteratura per purissimo diletto” - ha spiegato Del Vecchio.

Altro ospite letterario è stato Fernando Nicotra che ha presentato la sua opera dal titolo “Crisso”, in cui si narra la storia di Crisso, re dei Focesi che, dopo la guerra di Troia, fonda sulle sponde del fiume Angio la città Crissa (un sito vicino all’attuale Pizzo). Francesco Cosco, ha poi parlato del suo libro “Le orme del monachesimo nel territorio del Parco Nazionale della Sila”, spiegando: “È una ricerca storica sui monasteri presenti nell’area della Sila. Intorno alla Sila vi sono tre abbazie cistercensi, due benedettine e tre orientali. Sono tra le più grandi del territorio meridionale”.

E’ stato invitato a salire sul palco anche il sindaco di Soriano, nonché Direttore della Biblioteca che “conserva circa 5000 volumi interamente sulla Calabria e sui calabresi”. Dopo un intermezzo musicale eseguito da Saverio Muscia al pianoforte, il Presidente Michele Accorinti è salito nuovamente sul palco, dichiarando: “E’ stata un’esperienza bellissima ed esaltante. Rappresentare l'Accademia degli Affaticati mi riempie di orgoglio. Siamo molto soddisfatti per l’ottima riuscita del Premio. È importante diffondere l'idea che Tropea deve essere visitata non solo per le sue straordinarie bellezze naturali, ma per il suo patrimonio storico, culturale, artistico”.

Sandro D’Agostino, Presidente del consiglio comunale di Tropea, ha detto: “Al di là delle polemiche suscitate in questi giorni intorno all’evento, quello che lascia il Premio Tropea è la lettura dei libri e l’ottima qualità dei finalisti”. Mons. Luigi Renzo, Vescovo della diocesi Mileto – Nicotera e Tropea, ha spiegato: “Il Premio Tropea deve far innamorare di Tropea i turisti, ma deve far innamorare di Tropea anche e soprattutto i tropeani”.

Gilberto Floriani, direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese e partner dell’evento, nel suo discorso, ha fatto riferimento all’orgoglio di avere ottimi scrittori nella nostra regione: “Il fatto che ci siano calabresi bravi che scrivono bene dovrebbe rendere orgogliosi”. Francesco Monteleone, presidente dell’Associazione Tropeaeventi ha messo in evidenza il fatto che “il Premio Tropea riparte da Tropea sia una gran bella cosa per tutti”.

Infine, Mario Romano, CEO di Romano Arti Grafiche, partner del Premio, e Presidente dei Giovani di Confindustria per la Calabria e il Mezzogiorno, ha chiuso in bellezza il ciclo degli ospiti con il suo discorso ricco di prospettive positive: “Per un imprenditore la vera ricchezza è quella sociale. Fare rete tra chi fa impresa ed eventi culturali è importante perché questo stimola i giovani ad avvicinarsi al mondo della cultura. Non si può fare impresa se non c'è la cultura. La cultura è la vera arma per il rilancio del Sud...il Sud è il valore aggiunto dell'Italia. Senza Sud l'Italia non riparte”.

Dopo un altro intermezzo musicale di Saverio Muscia al pianoforte, è arrivato il momento della premiazione del vincitore della IX edizione (2015) del Premio Tropea. Il presidente Michele Accorinti ha preso la busta, si è avvertita un’atmosfera ricca di emozioni. I finalisti e i presenti hanno atteso con il fiato sospeso.

(ultimo aggiornamento 12:49)