‘Ndrangheta: omicidi nel Vibonese, clan alla sbarra
Concorso in duplice omicidio, detenzione illegale di armi da fuoco, ricettazione di auto. Queste le nuove accuse della Dda di Catanzaro per vibonesi e cosentini contestate con l'avviso di conclusione delle indagini e relative alla guerra di mafia che avrebbe opposto il clan Forastefano di Cassano allo Ionio (Cs), alleato agli Emanuele di Gerocarne (Vv), alla cosca rivale degli Abruzzese, attiva nella Sibaritide.
Gli omicidi sui quali la Dda ritiene di aver fatto luce sono quelli di Eduardo Pepe e Fioravante Abbruzzese, uccisi sulla provinciale il 3 ottobre 2003. Quale esecutore materiale dei delitti è accusato il boss vibonese Bruno Emanuele, 43 anni, di Gerocarne (Vv), già condannato all'ergastolo per altri omicidi e poi a 22 anni per associazione mafiosa nel processo "Luce nei boschi" celebrato a Vibo Valentia.
Quale mandante del duplice omicidio, e preparatore dell'auto usata dai killer, viene accusato Antonio Forastefano, 44 anni, già a capo dell'omonimo clan di Cassano (Cs) ed attualmente collaboratore di giustizia. L'accusa di concorso in duplice omicidio viene contestata pure a Andrea Martucci, 37 anni, di Cassano, accusato di aver eseguito appostamenti per verificare le abitudini delle vittime. L'inchiesta della Dda delinea una solida alleanza criminale che negli scorsi anni avrebbero stretto i clan Emanuele e Forastefano con scambio di killer ed armi sull'asse Vibo- Cosenza. (AGI)