Sequestro centro accoglienza di Aprigliano, i chiarimenti della Prefettura
In merito al sequestro, eseguito venerdì scorso dalla Polizia, del centro temporaneo d’accoglienza di immigrati di Aprigliano, la Prefettura di Cosenza ha voluto specificare come negli ultimi due anni l’Italia sia stata meta di migliaia di migranti in fuga da regimi totalitari e sanguinari, da guerre e da carestie e che dunque, anche la provincia di Cosenza è stata interessata dal flusso migratorio, che ha registrato l’arrivo di circa duemila persone di diverse etnie, poi ospitate nei vari centri di accoglienza.
L’ufficio di governo puntualizza come, in esecuzione delle direttive impartite dal Ministero dell’interno, sia stato pertanto necessario individuare “in condizioni di massima urgenza, a volte con un preavviso di sole poche ore rispetto all’arrivo dei migranti”, sottolineano, strutture temporanea capaci di ospitare queste persone e, a questo scopo la bruzia, con più circolari ha interessato i sindaci della provincia affinché comunicassero l’eventuale esistenza nei loro comuni di strutture capaci di accogliere i migranti.
Soltanto sei sindaci, sui 155 comuni del territorio, hanno manifestato la loro disponibilità e il primo cittadino di Aprigliano, nell’agosto del 2014, comunicò come in località Spineto esistesse una struttura - denominata “ex Capriolo” e gestita dalla cooperativa S. Anna - idonea a fronteggiare l’emergenza sbarchi.
La cooperativa, spiegano ancora dalla Prefettura ha prodotto la documentazione necessaria per la stipula di una convenzione finalizzata a svolgere il servizio di accoglienza, allegando anche un certificato di agibilità. Una volta entrato in funzione il Centro, la stessa Prefettura, per constatare le condizioni dello stesso e i servizi offerti ai migranti, effettuò diversi sopralluoghi mediante un gruppo di lavoro formato da tutte le istituzioni competenti, tra cui la Questura, i Carabinieri, i Vigili del Fuoco e l‘Asp. "
Nel corso delle diverse ispezioni il gruppo ha rilevato alcune carenze, così che di volta in volta, nei confronti della Cooperativa, vennero adottati dei provvedimenti sia di natura sanzionatoria che di diffida ad eseguire precisi adempimenti i modo da assicurare agli ospiti condizioni di soggiorno idonee e dignitose oltre che a verificare d il regolare funzionamento del Centro; seguirono inoltre successivi sopralluoghi per constatare l’esecuzione delle disposizioni.
Negli scorsi mesi di giugno e luglio, alcuni migranti hanno attuato delle proteste che hanno reso necessario l’intervento delle Forze dell’ordine e che si sono concluse con la denuncia di dieci migranti per i reati di saccheggio e devastazione. Il Prefetto, per capire i motivi che avevano indotto alla protesta, ascoltò personalmente una delegazione degli ospiti del Centro che, nella circostanza, lamentarono carenze nei servizi prestati dalla Cooperativa e un’eccessiva distanza della struttura dai paesi limitrofi, pertanto difficili da raggiungere con gli scarsi mezzi pubblici. Lamentele che confermavano quanto riferito, il giorno precedente, dalla Questura in relazione ad una situazione di degrado che il personale di polizia aveva riscontrato una volta sedati i disordini.
Il Prefetto Gianfranco Tomao dispose così una nuova verifica a cura del Gruppo di lavoro affinché i tecnici dell’Asp e dei Vigili del fuoco e i funzionari dell’Ufficio Immigrazione della Questura e anche della Squadra Mobile, nonché i rappresentanti delle altre componenti, accertassero le attuali condizioni della struttura.
A seguito del sopralluogo, eseguito il 21 agosto, fu riscontrata l’esistenza di una effettiva situazione di degrado, cosi che lo stesso Gruppo decise all’unanimità di assegnare alla Cooperativa il compito di eseguire alcuni adempimenti da attuare. In occasione dell’intervento della Questura a causa della protesta, per la prima volta vennero anche evidenziati dubbi in merito alla agibilità della struttura, in quanto agli atti del comune di Aprigliano risultava l’esistenza di un certificato di agibilità relativo ad uno solo dei due edifici che la compongono, mentre per l’altro vi sarebbe stata solo una copia di analogo certificato senza il relativo fascicolo.
Il Prefetto dispose poi altri accertamenti presso il comune per verificare l’autenticità della certificazione fornita dalla Cooperativa S. Anna alla Prefettura al momento della stipula della convenzione. Dalle informazioni comunicate dal sindaco il 27 agosto scorso si è appreso che solo una parte della struttura era agibile, mentre per altri locali rimaneva il dubbio sull’esistenza del certificato di agibilità.
In base alle notizie apprese, l’ufficio di governo vietò immediatamente l’accesso e la permanenza delle persone, sia nelle aree sicuramente non agibili che in quelle per le quali vi erano i dubbi sull’agibilità, avviando anche un piano di trasferimento graduale dei migranti, compatibilmente con il reperimento di posti presso altri centri di accoglienza situati anche fuori dalla provincia di Cosenza.
Solo il 18 settembre scorso, in occasione dell’emanazione del decreto con il quale la Procura della Repubblica di Cosenza, dispose il sequestro preventivo dell’intera struttura di Spineto (per l’ipotesi di reato in materia urbanistico-edilizia) la Prefettura è stata messa a conoscenza della revoca dell’agibilità decretata il 10 settembre dal Servizio tecnico del Comune di Aprigliano.
Il trasferimento dei circa 25 immigrati ancora presenti nel Centro è stato ultimato lo stesso giorno 18 al momento dell’apposizione dei sigilli, in esecuzione del provvedimento dell’Autorità Giudiziaria. Il Prefetto, qualora dalle indagini in corso dovesse risultare la falsità della documentazione prodotta o ritardi e mancanze nella comunicazione alla Prefettura delle informazioni in ordine alla certificazione di agibilità della struttura, si è riservato di adottare ogni iniziativa di legge a tutela degli interessi delle istituzioni.