Capellupo sulla denuncia pubblica di Don Massimo Cardamone

Catanzaro Attualità

"La denuncia di Don Massimo Cardamone durante la cerimonia di riapertura della chiesa del Carmine ed alla presenza delle autorità religiose e civili rappresenta un fatto da non sminuire. Le circostanze denunciate da Don Massimo sono gravi e continuano a raccontare di una città dove la cosa pubblica è gestita in maniera clientelare, dove le risorse pubbliche sono merce per la compravendita di voti e dove il voto di scambio è un costume, purtroppo, ampiamente diffuso. Un sussulto pubblico quello di Don Massimo che vale tantissimo in una città piegata al silenzio ed alla indifferenza, il segnale che ci sono persone che non chinano il capo di fronte l’illegalità e la degenerazione dell’etica e dei costumi". E' quanto scrive il consigliere comunale Vincenzo Capellupo.

"Una conferma terribile - continua la nota - di quanto denunciamo da anni, dalle scorse comunali, ovvero di come a Catanzaro il voto popolare non è libero ed anzi, come ha accertato il Tar e come è evidente da altre vicende processuali, la volontà dell’elettore può essere drogata o truffata. Così non va e credo che questo è il peccato originario di questa fallimentare, instabile e statica amministrazione comunale; aver basato tutto su un patto scellerato al solo scopo di vincere a tutti i costi per contrastare un percorso vero di innovazione e di ricambio generazionale, che non allineato marcava e marca la propria differenza rispetto all’esistente. Colpisce l'indifferenza di molti esponenti di questa amministrazione presenti in quei luoghi, da qualcuno oltraggiati, senza alcun sussulto di dignità, senza sentire il bisogno di un distinguo da chi ha agito in maniera mafiosa. L’invito ai cittadini ad alzare la testa, ad essere liberi e l’appello agli amministratori a vivere per servire non possono essere abbandonati. Per tali ragioni nelle prossime ore chiederò un incontro a Don Massimo Cardamone per portare la mia solidarietà a lui ed alla sua comunità parrocchiale nella speranza che altre porzioni di città li prendano ad esempio".